di Mattia Petrosino - foto Christian Lisco

Il "Mercatino" di Giovanni: in via Bovio l'ultimo negozio di fumetti usati rimasto a Bari
BARI - «Ormai da me vengono solo clienti di mezza età che acquistano qualche Tex, Akim o Fulgor per rivivere i bei tempi passati». Parole del 72enne Giovanni Abbatescianni, proprietario dell’unico negozio di fumetti usati sopravvissuto a Bari: un “tempio delle vignette” aperto negli anni 60 in via Bovio, dove è possibile ancora effettuare la compravendita di “strisce”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sino all’inizio del nuovo Millennio, infatti, la città era piena di piccoli posti dove chi voleva poteva portare i propri numeri scambiandoli (con un conguaglio) con altri non letti. I più famosi si trovavano in via Nicolai, in via Celentano e in corso Sonnino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un fenomeno, questo, che nel corso degli anni è andato via via scomparendo, colpa anche del minor fascino esercitato dai giornalini sui ragazzini, oggi attratti più da cellulari, tablet e playstation

A Bari è così rimasto unicamente “Il mercatino del fumetto” di Giovanni ad accontentare gli appassionati: un negozio ereditato dal nonno che il signore continua ogni giorno ad aprire pur in assenza di veri affari. Siamo andati a incontrarlo. (Vedi foto galleria)

Raggiungiamo quindi in via Bovio, nel cuore del quartiere Libertà di Bari, lì dove si staglia l’insegna rossa del Mercatino. Una volta entrati, ci ritroviamo in un bellissimo mondo colorato pieno zeppo di pubblicazioni di ogni tipo: dallo scaffale interamente dedicato a Topolino e alle pubblicazioni Disney a quello dei Tex e Devil, sino ad arrivare ai più recenti esemplari giapponesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Circondato da pile di giornalini c’è il proprietario, che subito ci racconta la sua storia. «A fondare questa attività fu mio nonno Giovanni Zucano – ci dice –. Lui faceva di mestiere il cuoco, ma a causa di una paralisi dovette smettere. Così, per dare da mangiare ai suoi otto figli, negli anni 60 decise di esporre, tra le strade del rione Libertà, una bancarella di caramelle accompagnate da alcune strisce in bianco e nero».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qualche anno dopo il signore trovò un locale in via Bovio, dove iniziò ad allestire una vera e propria bottega di fumetti usati, ma nel 1967, purtroppo, morì. Così fu proprio l’omonimo nipote, che all’epoca viveva in Germania, a tornare a Bari per rilevare l’attività spostandosi agli inizi degli anni 70 nell’attuale sede, sulla stessa strada.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ricordo con piacere quei tempi – ci confessa il 72enne, mentre tiene tra le mani copie di Intrepido, Capitan America e Il Re prigioniero  –. Il mercatino era sempre pieno di persone di qualsiasi genere ed età: dai bambini che venivano ad acquistare Topolino, passando per gli adulti che comperavano serie di fantascienza sino ad arrivare ai collezionisti. E c’era un continuo riciclo: ogni giorno i numeri offerti cambiavano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Sì, perché prima si leggeva tanto: ci si recava qui anche tre giorni alla settimana, portandosi a casa con pochi spiccioli intere buste di fumetti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Funzionava proprio così – prosegue Abbatescianni –: venivano a lasciarmene uno e se ne andavano con due, dandomi naturalmente delle lire di differenza. Ma soprattutto c’erano poi i veri collezionisti, quelli che mi obbligavano a chiamarli non appena riuscivo a trovare un pezzo raro da privati. Erano disposti a pagare qualsiasi cifra pur di ottenerlo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il prezzo variava a seconda che fossero copie originali e non ristampe e, in secondo luogo, dal loro stato di conservazione: ingiallimento, strappi e sottolineature varie riducevano il loro valore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma il flusso di avventori pian piano cominciò a diminure a partire dagli anni 2000, con l’avvento di telefonini, videogiochi e computer. «Sono stati la rovina di tanti settori – spiega rammaricato Giovanni – e tra questi anche il mio. Difatti si è persa la cultura del fumetto: gli stessi genitori non invogliano più i loro figli a leggere. E i pochi ragazzini che ancora si appassionano al mondo dei disegni, prediligono più che altro quelli giapponesi che io, nonostante la mia esperienza, faccio fatica a comprendere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Giovanni quindi continua ad aprire le saracinesche della sua bottega solo per passione, visto che di lavoro ormai ce n’è ben poco. «Sono in pensione dal 2008 – dichiara –, ma non ho mai pensato di smettere. Non lo faccio certo per soldi: al mese racimolo soltanto 400 euro, ma non posso chiudere per il luogo dove ho passato gli ultimi cinquant’anni della mia vita. E comunque per fortuna c’è sempre qualche amico che mi viene a trovare, anche solo per scambiare due chiacchiere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Infatti, proprio mentre stiamo parlando, ecco che entrano due suoi compagni. Si tratta del 68enne Peppino e del 70enne Mario. «Sono cliente da quando c’era suo nonno – esordisce il primo, con le mani occupate da due Tex –. Sono un grande fan dei fumetti e ancora adesso colgo l’occasione per acquistarne qualcuno quando vengo qui da Giovanni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Anche io conosco il “padrone di casa” da parecchio tempo – aggiunge Mario –. Leggere è una delle cose che più mi piacciono e poi tornare in questo locale mi porta alla mente tanti bei ricordi di giovinezza e spensieratezza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Insomma, fino a quando Dio vorrà, continuerò sempre ad aprire la saracinesca del mio mercatino – conclude Abbatescianni –. In fin dei conti, anche se è un mestiere che ormai non fa guadagnare molto, a me fa bene al cuore. È qui che ho costruito la mia vita ed è qui che ancora oggi voglio trascorrere le mie giornate, circondato dai colorati fumetti che mi trasmettono gioia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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  • Francesco - Grazie di questo delizioso articolo. Ho un meraviglioso ricordo di questo negozietto e di altri ormai scomparsi, erano parte dei miei sogni di ragazzino. Non vivo più a Bari e quindi non ci sono più potuto tornare. Complimenti al signor Giovanni
  • Dario - Sono tanti anni che vivo in un altro continente e mi chiedevo da tempo se Giovanni stesse bene e fosse ancora aperto. Per me e' sempre stato il migliore negozio di fumetti usati a Bari. Mi ha fatto molto piacere leggere l'articolo e avere queste notizie, grazie mille.
  • Giuseppe C. - Complimenti per il bell'articolo che ricostruisce, insieme agli altri di questo sito, come in un puzzle un ritratto del quotidiano dei quartieri di Bari in un periodo lontano dal nostro. Sono riuscito grazie a voi a dare un nome e a conoscere la storia di un riferimento della zona che insieme ad altri caratterizzavano quel tratto di strada che iniziava con il cortile della scuola elementare G. Garibaldi. Sullo stesso isolato, come può ben ricordare il sig. Abbatescianni abitava sempre agi inizi degli anni 70, un privato o famiglia (le informazioni del sig. Giovanni sarebbero preziose) che poco prima dell'inizio dell'anno scolastico organizzava, non so per quale motivo, forse per un voto, una giornata che partiva dall'installazione delle luminarie (per tutto l'isolato dove è il negozio dei fumetti) e finiva in serata con l'esposizione davanti alla folla di devoti di una statua dei Santi Medici. Non so se eventi come questo fossero autorizzati e fossero organizzati anche altrove in città; non so nemmeno se siano assimilabili agli attuali fuochi d'artificio organizzati dai clan di quariere. Solo il sig. Abbatescianni potrebbe chiarirlo. Grazie.
  • BARINEDITA - Grazie mille Giuseppe per i complimenti. Proviamo a informarci sulla sua curiosità. Saluti
  • filippo - buon giorno, cercavo il n."4 della serie Xiii e il n. 12 della serie XIII Mistery. Mi può aiutare? Filippo


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