di Gaia Agnelli

Quel misterioso e antico oggetto che riposa a Bari Vecchia: «È una piegatrice per carta»
BARI - Una pressa per produrre l'olio, un attrezzo utile alla triturazione del ghiaccio o addirittura un'installazione artistica. Sono solo alcune delle mille ipotesi girate sinora attorno a un macchinario che riposa su un marciapiede di Bari Vecchia, la cui origine è ignota persino ai residenti del centro storico. Un mistero che con un po' di impegno abbiamo risolto: si tratta di un apparecchio tipografico risalente agli anni 30. (Vedi foto galleria)

Ma andiamo con ordine. Il vortice di supposizioni ha cominciato a formarsi il mese scorso, quando su un gruppo Facebook è apparsa una foto del marchingegno. Tra coloro che hanno commentato c'è stato chi ha subito pensato a una macchina da cucire, mentre altri hanno formulato l'idea che si fosse in presenza di un vecchio impianto per modellare le rotaie ferroviarie. Alcuni hanno anche sostenuto di averlo visto azionare da un signore che vendeva il ghiaccio e un utente, infine, l'ha persino scambiato per un’enorme radio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci siamo quindi recati tra le viuzze del millenario rione alla ricerca di una risposta. Da piazza del Ferrarese, poco prima dei resti della via Traiana, imbocchiamo sulla sinistra strada Vallisa. Dopo qualche decina di metri, superata la storica osteria Paglionico, avvistiamo sulla destra l'oggetto della “discordia”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il dispositivo, realizzato in ferro e insidiato dalla ruggine, è piazzato accanto all'ingresso dell'Antico Cavò, uno dei tanti ristoranti della zona. Alto poco più di un metro, è dotato di quattro gambe che ne reggono il corpo centrale, dal quale si diramano due ingranaggi dentellati collegati all'estremità sinistra a una ruota più grande.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sulla parte alta, quasi a coronare la struttura, spicca una sorta di volante, avvinghiato da alcuni rametti. Già, perchè ad abbellire il tutto c'è una graziosa vegetazione che abbraccia e ingentilisce le varie componenti, rendendole quasi "scenografiche".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alcuni residenti, incuriositi dalla nostra presenza, provano a contribuire alle indagini. «Quando passo di qui - spiega Michele - mi fermo sempre a guardare questo aggeggio. Mi ricorda uno di quegli attrezzi usati per fare le corde per i marinai». «Serviva per cucire - sostiene invece Angela -: le macchine con cui rammendavano le mie nonne erano simili a questa». «Io rammento che qui lavorava un signore che vendeva il ghiaccio - afferma Maria - e usava il macchinario per spezzare i blocchi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Sono quasi sicuro che venisse utilizzato in ambito tipografico - commenta infine il titolare del bar di fronte al ristorante -. Del resto è ancorato a un tubo esterno del locale, al posto del quale un tempo c'era una banca».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il barista ha fatto centro: la proprietaria dell’esercizio commerciale, la 50enne Pasqua Fanelli, una volta alzata la serranda dell'attività conferma infatti la sua tesi. «Ho aperto l'esercizio tre anni fa - precisa la donna - ma so per certo che qui fino agli anni 80 c'è stata una filiale della Banca Popolare di Bari. E l'apparecchio è una pressa usata dagli impiegati dell'istituto di credito per unire i fogli in fascicoli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La signora evidenzia come il marchingegno sia solo uno degli oggetti rinvenuti, prima che cominciassero i lavori per trasformare l’ambiente in un luogo dove consumare pasti caldi. «Qui dentro ho trovato di tutto - aggiunge Pasqua -, da una bilancia per pesare le persone alla cassaforte dell'agenzia, contenuta in un apposito caveau: termine francese che ho subito "riciclato" in italiano per dare il nome al ristorante».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il voluminoso dispositivo è quindi diventato parte dell'arredamento esterno. «Lasciarlo dentro non avrebbe reso giustizia al suo fascino - continua la Fanelli -. Credo sia un pezzo di antiquariato che merita di essere ammirato anche dai passanti: è per questo che lo adorno con delle piante e spruzzo regolarmente un prodotto antiruggine».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A confermare le parole della donna ci pensa il 44enne Attilio Canta, architetto e appassionato di pezzi antichi. «Nello specifico - puntualizza l'esperto - si tratta di una piegatrice per carta con la quale si realizzavano delle cartelline: lo si deduce dalla dentatura a cuspide della parte centrale. Tra l'altro, nascosta dall’ossidazione, c'è la scritta "Pierallini, Turchi & C.": è il nome di un mobilificio tipografico fiorentino che negli anni 30 dava vita a questo tipo di apparecchi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ogni tanto qualche curioso si ferma davanti all'entrata  - conclude Pasqua - ma non per chiedere un tavolo, bensì per scattare una foto alla pressa. Il marciapiede di via Vallisa è diventato il suo particolare museo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Gaia Agnelli
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  • Pecoraro - Correggo secondo la mia modesta esperienza non è altro che un tagliacarte.


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