di Salvatore Schirone

''Monsignor'' Domenico Soldato, da 40 anni sull'altare: solo che non è un prete
BARI - Non si perde una celebrazione solenne in Cattedrale, da oltre 40 anni. Puntualissimo si presenta in sacrestia e si prepara per la messa vestendosi di tutto punto con abiti prelatizi, dalla "porpora", al berretto, fino ai calzini rossi. E si sistema sull'altare. Ma lui non è un prete, né un diacono, è solo Domenico Soldato, da tutti conosciuto come "monsignor".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Soldato ha 75 anni e vive ad Adelfia, nel rione Canneto. Chi lo conosce, come don Antonio, parroco della chiesa dell'Immacolata, ne parla così: «E’ un povero e semplice lavoratore che sbarca il lunario installando luminarie per le feste. Conduce una vita semplice, ma la "passione" per le celebrazioni religiose lo porta a fare anche molti chilometri in bici per partecipare alla messa del vescovo, non solo a Bari, ma anche a Molfetta». 
 
Sacerdoti e ministranti ormai si sono rassegnati e lo lasciano fare. Lo stesso vescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, lo accoglie bonariamente, fidandosi però della vigile sorveglianza dei concelebranti, affinché non si intrometta attivamente nel rito. «Non sempre infatti "monsignor” si limita ad assistere alla messa - racconta Michele Cassano, il sacrista della Cattedrale - a volte si intrufola per recitare la preghiera di consacrazione  e bisogna intervenire energicamente per allontanarlo. Lui si considera un prete».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
«Lo conosco da 20 anni - continua Cassano – Dal vescovo Magrassi e dal cerimoniere Gaetano Barracane non era affatto tollerato. Malgrado ciò Domenico riusciva sempre a infiltrarsi nelle processioni. A volte si sistemava in confessionale e attendeva i penitenti. C'è stato un periodo in cui aveva la mania di registrare tutta la funzione della prima messa. Fu proprio durante una di queste sue registrazioni che un giorno - ricorda ancora il sacrista - davanti a un nostro netto divieto, si mise a gridare disperato minacciando che al ritorno a casa avrebbe ucciso la sorella».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ma al di là di quell'episodio, che forse è all'origine della tolleranza riservatagli fino ad oggi, il “monsignor” appare sempre tranquillo e devotamente immerso nella preghiera. Sempre informato sull'agenda del vescovo, un'ora prima della celebrazione lascia il suo lavoro, salta in bici o sul suo mitico “Ciao” e corre. I fedeli lo attendono.


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  • Vito Nicassio - Ad Adelfia è un simbolo per le sue manifestazioni religiose (molto particolari) e per la sua tenace laboriosità (in netta contrapposizione ai tanti fannulloni che popolano le nostre piazze cittadine e che spesso lo deridono). Penso che abbia percorso bici centinaia di migliaia di Km, per tutta la provincia, e per essere vistoso agli automobilisti usa calzini arancioni. Forza Soldato!


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