di Mina Barcone

Monopoli, la spiaggia ritrovata: "Porto Marzano piccolo" di nuovo accessibile a tutti
MONOPOLI – Un angolo di paradiso ritrovato. Da quest’estate, grazie a una decisione presa dalla Capitaneria di porto di concerto con i proprietari del suolo, sarà possibile nuovamente immergersi nelle acque di “Porto Marzano piccolo” (nella foto), una delle 19 splendide calette di sabbia che caratterizzano il litorale a sud di Monopoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo di una stretta insenatura delimitata da due alte pareti rocciose situata in contrada Pagano, quasi attaccata alla più grande “Porto Marzano”. Una “pocket beach” che dall’autunno del 2013 era stata però occupata da un lido privato (oggi “Marzà”), facendo insorgere i cittadini di Monopoli, che da quel momento hanno combattuto affinchè la spiaggia fosse nuovamente fruibile a tutti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I gestori dello stabilimento avevano infatti completamente circondato la caletta con recinzioni e divieti, negando l’accesso persino alla scogliera circostante. Chi voleva bagnarsi in quel mare doveva quindi per forza di cose affittare un ombrellone del lido, che rivendicava l’utilizzo esclusivo dell’arenile. «L’unica alternativa – afferma Stefano Carbonara, storico e scrittore di Monopoli – era quella di percorrere un sentiero impraticabile e insidioso, soprattutto per persone con problemi di deambulazione».

Sappiamo che però tutte le spiagge italiane appartengono al Demanio, che le può dare in concessione a privati. Privati che però devono sempre e comunque garantire l’ingresso alla battigia, anche facendo passare i bagnanti “non paganti” attraverso la propria struttura qualora non ci siano altri varchi nell’arco di 150 metri (legge regionale  n. 17 del 10/04/2015).  Nel caso degli altri stabilimenti balneari di Monopoli (come Cala Paradiso e Porto Camicia) si è risolta la questione lasciando una zona libera di transito sull’arenile, situata accanto a quella occupata dai lettini del lido.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma allora perché non è stata fatta la stessa cosa per Porto Marzano Piccolo? «Semplice – ci spiega Stefano – perché la planimetria ufficiale dell’area inspiegabilmente non riportava la delimitazione di fascia demaniale pubblica. La zona per errore risultava tutta privata, spiaggia compresa e quindi il proprietario del terreno ha potuto, in maniera legittima, disporne come meglio credeva».

«E così si è creata una situazione assurda – sottolinea la monopolitana Ilaria -. Anni fa sono stata addirittura cacciata dall’acqua: arrivò un bagnino intimandomi di uscire gridando “qui è suolo privato”».  «Io invece pubblicai una foto di questo scorcio meraviglioso – aggiunge Miria -, ebbene: fui accusata di abuso d'immagine per non aver taggato il nome del Marzà».

Ma può un errore cartografico vietare all’intera comunità una delle calette più belle del barese? La risposta è no. Tanto che dopo proteste, flashmob ed esposti, la Capitaneria di Porto (d’accordo con i proprietari del suolo) nel novembre scorso ha finalmente delimitato i confini tra l’area demaniale privata e quella pubblica, consentendo così a tutti di godere della scogliera e del mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E così quest’estate (Coronavirus permettendo) si potrà di nuovo tuffarsi nelle acque verdi e blu del paradiasico Porto Marzano Piccolo.


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Mina Barcone
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  • Francesco Quarto - avendo una casa delle vacenze sulla costa sud di monopoli sono sempre stato piuttosto interessato e sensibile a ogni cosa riguardi quei tratti di spiaggie, insenature ecc. Non posso che plaudire alla conclusione della vicenda. voglio tuttavia continuare a porre l'accento su un'altra zona che è una delle poche rimaste "libere". Una libertà che però si paga a caro prezzo a causa della invasione di automobili, camper, motocicli, SUV che giungono bellamente fino sulla linea di costa con il risultato di continuo inquinamento "variegato". Anni fa furono posti alcuni "dissuasori" che sono stati però completamente rimossi, anci meglio dire vandalizzati, senza che le autorità competenti abbiamo mai pensato al loro ripristino. ricordate pochi mesi fa, prima del coronavirus, il crollo di un tratto di costa in località porto giardino? chissà che non sia di monito a comune, capitaneria, soprintendenze al paesaggio ecc. saluti francesco quarto


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