"Puglia rete solidale": aziende e scuole producono e regalano visiere anticovid
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lunedì 6 aprile 2020
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di Daniela Calfapietro
Tutto è nato grazie alla 40enne Valeria Passiatore e al 49enne Francesco Samarelli, due membri di una piccola impresa molfettese di ingegneria navale (la Naval Architect and Marine Engineering). «Smanettando su internet - spiega la donna - ci siamo accorti della grave mancanza di visiere mediche nel reparto di infettivologia dell'ospedale di Bisceglie. Naturalmente la prima cosa che ti viene in mente in questi casi è quella di ordinarle, ma i prezzi sono alti e i tempi di consegna lunghissimi. Ecco perchè abbiamo avviato un passaparola tra i nostri amici, affinchè si potesse trovare il modo di fabbricarle autonomamente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E spargere la voce ha funzionato. «In pochi giorni - continua Valeria - si è formata una rete solidale che ha coinvolto una quarantina tra società, associazioni e addirittura scuole superiori: l'Euclide-Caracciolo di Bari, la Spinelli di Giovinazzo, la Salvemini, la Vespucci e la Ferraris di Molfetta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La folta squadra ha trovato le istruzioni per produrre le visiere in un file open source pubblicato online da una ditta di Praga: praticamente un progetto non protetto da copywrite, utilizzabile liberamente e modificabile da chi lo visualizza al pc. «Le varie componenti si sono quindi suddivise i compiti - specifica Valeria -. Alcune aziende ad esempio hanno comprato le materie prime (acido polilattico e polietilene tereftalato), le scuole si sono invece prodigate per stampare in 3D i dispositivi, le tipografie infine hanno tagliato le visiere nella misura giusta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il risultato? Ben 50 pezzi arrivati gratuitamente nel nosocomio di Bisceglie, utili per proteggersi dal contagio. Strumenti che coprono l'intero viso e schermano occhi e bocca dal possibile contatto col virus, aumentando di parecchio la sicurezza che forniscono le tradizionali mascherine. Una piccola apertura sulla loro parte superiore permette poi il passaggio dell'aria, facendo sì che il congegno non si appanni.
Un dono che però non rimarrà un caso isolato: la rete, presente su Facebook con una propria pagina, è pronta ad ampliarsi e a rimettersi all'opera per la produzione di altro abbigliamento di difesa. Già due giorni fa infatti nuove dotazioni simili sono state consegnate all'ospedale di Molfetta.
«Vorremo regalare le visiere anche a infermieri del pronto soccorso, forze dell'ordine e commessi dei supermercati - conclude Valeria -, insomma a tutte quelle persone che si trovano "in prima linea". E al termine dell'emergenza potranno essere riciclate in nuovi filamenti da utilizzare per la stampa 3D. Speriamo di poterle riconvertire presto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Daniela Calfapietro
Daniela Calfapietro