di Alessia Schiavone

Bari e il suo disastro aereo: nel 1949 un volo precipitò a un km dalla costa
BARI - Anche Bari ha avuto il suo disastro aereo. Anche se pochi lo ricordano, visto che risale a 67 anni fa, è l'unico ad aver coinvolto da vicino il capoluogo pugliese. Stiamo parlando del velivolo precipitato nel 1949 a un solo chilometro di distanza dalla costa barese, di fronte all’attuale Torre Quetta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sono le 10.55 del 23 giugno 1949 quando un quadrimotore del tipo "Constellation" di proprietà della Klm (la compagnia reale olandese) proveniente da Atene e diretto a Roma, improvvisamente inizia a perdere quota dopo un incendio scoppiato a bordo. Sta sorvolando in quel momento proprio la costa barese, a 5mila metri di altitudine. La discesa si fa sempre più veloce: l’aereo cade "a foglia" e si rovescia, per poi entrare di coda dritto in mare ed esplodere subito dopo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Inutile fu il tentativo del pilota (figlio del presidente della compagnia aerea) di ammarare: i passeggeri a bordo non ebbero scampo e morirono tutti. Alla fine si contarono 33 vittime, tra cui 11 membri dell’equipaggio. Tra di loro anche quattro bambini. La maggior parte era di nazionalità olandese ed egiziana. I cadaveri furono trovati seminudi e senza scarpe: forse i piloti avevano dato l'ordine di prepararsi per il salvataggio a nuoto una volta raggiunta la superficie del mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La tragedia è conosciuta come il “disastro del Roermond”, dal nome di battesimo dell’aereo. Attraverso quotidiani dell’epoca siamo riusciti a trovare foto e notizie più particolari, come quella che sottolinea il contributo dato dal palombaro barese  Giuseppe Carofiglio che si immerse ostinatamente in acqua a 40 metri di profondità alla ricerca di qualche superstite.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Le immagini raccontano dei soccorsi operati dalla Marina militare. In una è possibile riconoscere Carofiglio mentre torna in superficie dopo un tentativo di recupero della carcassa dell'aereo. Ci sono poi alcuni scatti delle tombe nella camera ardente allestita nel Policlinico di Bari. In una foto è ritratta una giovane asiatica che rende omaggio a una sua connazionale coinvolta nell'incidente. In un'altra invece un bambino lascia alcuni fiori al fianco di una salma. E infine c'è il solenne corteo funebre che, partito da piazza Roma (oggi piazza Aldo Moro), percorse il lungomare Vittorio Veneto accerchiato dal popolo barese. 

A distanza di 67 anni non è ancora chiaro che cosa provocò il disastro. All’epoca vennero fuori le teorie più disparate, tra cui quella secondo la quale la tragedia fu causata dall'esplosivo contenuto nel bagaglio di un passeggero. Un'ipotesi decisamente fantasiosa e smentita subito dopo. Quel che è certo è che si trattò di una vera e propria strage, consumata in mare a pochi passi dalla città di Bari. 

(Vedi galleria fotografica)


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  • Nicola LARICCHIA - Allora è tutto vero! Non sapevo fosse nel 1949, ma adesso, mi è tutto più chiaro. Mio nonno materno, milanese, emigrò dal nord a Bari proprio nel 1949 e mi raccontò che qui a Bari assistette con i propri occhi alla sciagura! Raccontò che un aereo della KLM, nel cielo sovrastante il mare proprio di fronte la città, in serie difficoltà non riuscì ad ammarare e si aprì in due tronconi. Lui che con gli aerei aveva avuto a che fare, dato che prima della Seconda Guerra Mondiale era stato per alcuni anni impiegato dell'allora "Aeroplani Caproni", la più importante industria aerea italiana (oggi Museo Storico dell'aviazione italiana civile e militare), sottolineò che se il pilota fosse riuscito ad ammarare si sarebbero salvati, ma capì che qualcosa, forse un cedimento strutturale, fece spezzare in due l'aereo.


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