di Alessia Schiavone

L'unico
BARI – «I semi di canapa sono esclusi dalla nozione legale di cannabis, ciò significa che essi non sono da considerarsi sostanza stupefacente». A dichiararlo è la convenzione unica sugli stupefacenti di New York del 1961, ratificata dall'Italia con la legge 412 del 1974. Detenere i semi è quindi consentito, purché ciò avvenga per un fine esclusivamente collezionistico o per preservazione della specie visto che, al momento, nel nostro Paese la coltivazione della cannabis è illegale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proprio sfruttando questa norma in Italia c’è chi ha deciso di aprire un “grow shop”, ovvero un negozio che vende appunto semi di canapa, oltre che attrezzature da giardinaggio e coltivazione, fertilizzanti e articoli per fumatori (nella foto). In tutta la Penisola ce ne sono più di 250. A Bari il primo e unico esercizio commerciale di questo genere si trova da un paio d’anni in via dei Mille, nel quartiere San Pasquale .Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto legale come detto: i semi possono essere venduti e non è responsabilità del negoziante l’uso che ne farà il cliente. «Noi ci limitiamo a offrire i nostri prodotti: quello che succede dopo non è certo affar nostro», afferma il 40enne Vito, che gestisce con la sua compagna il grow shop.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma i grow shop rappresentano l’emblema del “vuoto normativo” che si è creato in Italia, dove farsi uno spinello è considerato ancora reato, ma dove si sprecano al contempo proposte di legge, battaglie per la libertà e sentenze della Corte di Cassazione che vorrebbero legalizzare l’uso e la coltivazione della marijuana. Nel frattempo il legislatore “tentenna”: continua a vietare l’erba ma permette la vendita dei semi, aspettando magari il giorno in cui si decida di renderla libera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Questo non toglie che il nostro negozio continui a essere visto con diffidenza – denuncia il proprietario -. Ho dovuto subire una perquisizione conclusasi senza un nulla di fatto, per non parlare dei vecchietti che in più di un'occasione si sono presentati qui con atteggiamento inquisitorio, accusandomi di vendere “droga”». 

D’altronde all’interno del "Devida grow shop" è il verde il colore che predomina: dall'insegna posta all'ingresso sino agli spazi interni dove la parola “canna” si ripete continuamente. «Anche se i semi non sono l’unico prodotto che vendiamo – ci tiene a sottolineare Vito – offriamo tutto ciò che è legato alla canapa: dai cosmetici alla pasta, dalle tisane alla birra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I clienti? Professionisti, persone affette da patologie (la cannabis è nota per i suoi effetti calmanti), artisti e ragazzi. «Ci sono stato un paio di volte con i miei amici che hanno comprato semi di amnesia e orange, i più diffusi sul mercato  - dice il 25enne Giovanni-. Il negozio vende anche qualsiasi tipo di lampada, da quella a led a quella normale, per la crescita della marijuana in casa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eppure un cartello appeso alla parete recita: “Devida srls non istiga o approva atti illeciti. La coltivazione della canapa è illegale”. Ma si sa, siamo in Italia, il Paese delle contraddizioni.


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Scritto da

Lascia un commento


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)