di Nicola Imperiale

Fenomeno ''librerie temporanee'': «Proponiamo volumi poco diffusi»
BARI - Aprono all'improvviso nelle zone più affollate delle città, attirano clienti offrendo loro merci particolari e chiudono dopo poche settimane. Si tratta del fenomeno dei cosiddetti “temporary store” o “temporary shop”, cioè negozi allestiti di proposito con una durata limitata nel tempo per una precisa scelta di marketing e di immagine da parte di aziende internazionali. Di fatto si presenta per qualche giorno un’iniziativa commerciale che poi verrà sviluppata in seguito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A Bari di recente c'è chi ha adottato questa strategia, ma per pubblicizzare e vendere un prodotto molto poco “ambito”, almeno da queste parti: il libro. Sono infatti ben due le librerie temporanee che hanno visto proporsi ai passanti durante le ultime festività natalizie: lo “Spine bookstore” e lo “Spazio di cultura”. Il primo ha aperto dal 6 dicembre al 5 gennaio negli spazi del Palazzo del Sedile, in piazza Mercantile, il secondo dal 4 dicembre al 6 gennaio in un locale di strada Palazzo di Città. (Vedi foto galleria)

«Un negozio a tempo può avere diversi obiettivi - spiega Sara Mastrodomenico, presidente di Spine bookstore, l'associazione che ha dato vita al punto vendita -. Ad esempio cerca di promuovere una categoria di prodotti poco diffusi nell'area dove si espone. Nel nostro caso abbiamo dato spazio a quell’editoria che sceglie come "codice linguistico" l’immagine e spazia quindi dalla fotografia al libro per bambini, al fumetto, fino al catalogo d’arte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra i tavoli e i pannelli in legno riciclati per metter su lo Spine bookstore spuntavano alcuni volumi difficili da trovare in tutta Italia. «Selezioniamo spesso testi di case editrici straniere che non hanno distribuzione nel nostro Paese e avrebbero tanto materiale interessante da vendere», sottolinea il 35enne Francesco Picciotti, uno dei gestori del negozio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L'effetto novità è dunque fondamentale per la riuscita del progetto. L'associazione, grazie anche all'organizzazione di maratone di lettura e incontri con gli scrittori, ha ottenuto una certa visibilità in un'area affollata come il borgo antico e con dei costi di gestione tutto sommato contenuti. «Siamo riusciti solo a coprire le spese per l'affitto della sede e la spedizione della merce - prosegue Sara - ma va bene così: abbiamo già "sostato" a Taranto, Trani, Putignano, Noci, Terlizzi, Bologna e Milano e vogliamo farci conoscere a sufficienza per diventare un punto di riferimento dell'editoria per immagini, perlomeno al Sud».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Una filosofia simile è stata utilizzata per preparare “Spazio di cultura”, l'altra libreria a tempo natalizia del centro storico. Qui il 29enne Lorenzo Cascella e la sua compagna Valentina hanno creato e accudito per un mese la loro “bancarella culturale": su una parete il nome del negozio scritto in rosso sopra un collage di pagine accoglieva i clienti tra gli scaffali costruiti con cassette di legno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche in questo caso si è scelto di puntare su libri di nicchia. «La particolarità dei nostri testi è che si tratta solo di vecchie edizioni ormai fuori catalogo - evidenzia Lorenzo -. Sono "nuovi" in quanto non sono stati mai venduti nè sfogliati, ma messi da parte dopo la pubblicazione delle nuove edizioni. Li recuperiamo via internet, attraverso conoscenze personali e setacciando i magazzini delle grandi case editrici per evitare che finiscano al macero».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di grossi guadagni per ora non se ne parla. «Acquistiamo i libri a prezzo di costo - illustra il giovane - pagando cioè solo gli oneri di stampa e simili, senza il profitto dell’editore e li rivendiamo alla metà del prezzo di copertina. Spesso con i ricavi sosteniamo giusto l’affitto e reinvestiamo quel poco che ne resta: per ora si tratta quasi di un hobby, anche se vetrine del genere ci permettono di farci conoscere. Abbiamo infatti in cantiere tanti progetti, di cui ora però non possiamo parlare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Terminate le feste, anche per Lorenzo e Valentina è tempo di ripartire. «Siamo già stati a Conversano, Polignano, Mola e Torre a Mare - conclude il 29enne-. Altre città ci aspettano per acquistare il nostro carico di cultura».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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