di Bianca Cataldi

''Giada'': contro gli abusi sui minori, in ospedale specchi e telecamere
BARI – «Osserviamo le famiglie durante il ricovero in ospedale del proprio figlio ed è lì che riusciamo a capire se il bambino è vittima di violenza o abusi». Queste le parole di Maria Grazia Foschino, psicologa e dirigente responsabile del progetto Giada (Gruppo interdisciplinare assistenza donne e bambini abusati) che opera nell'Ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Nato nel 2000 ma finanziato dalla Regione Puglia a partire dal 2009, Giada si pone come obiettivo quello di contrastare il fenomeno della violenza sui minori con metodi diciamo “alternativi”. Ne abbiamo parlato con la responsabile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In che cosa consiste Giada?

Nasce grazie alla collaborazione tra i diversi reparti dell'ospedale (ortopedia, radiologia, pronto soccorso, chirurgia, medicina legale e altri), forze dell'ordine e Tribunale dei Minori. Grazie ai finanziamenti della Regione abbiamo potuto formare un'équipe specializzata composta da quattro psicologi, due assistenti sociali, un consulente medico legale e un informatico. Il nostro principale obiettivo consiste nel prevenire la violenza sui minori. Quando ci ritroviamo a dover guarire un trauma, per noi è un fallimento: significa che non siamo arrivati in tempo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qual è la più grande novità introdotta dal progetto?

Le diverse associazioni che si occupano di violenza lo fanno nell'ambito del sociale mentre noi ci muoviamo in campo sanitario. Infatti un medico può redimere in pochi giorni dubbi che il sociale impiega anni per risolvere. Mi spiego: a volte nei bambini molto piccoli i disagi si manifestano in maniera organica: non mangiano, non dormono, hanno mal di pancia. Spesso dietro questi disagi c’è un motivo psicologico e talvolta quei sintomi sono conseguenza di una violenza. Noi vediamo le famiglie in un momento difficile ovvero durante il ricovero di un figlio. Durante la degenza ci è possibile capire come il genitore si comporta se sottoposto a una condizione di tensione psicologica, perché sotto stress gli equilibri precari saltano. E se notiamo nei genitori comportamenti eccessivi (ad esempio sgrida il bambino con toni troppo accesi? Risulta fuori controllo?) facciamo intervenire lo psicologo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Utilizzate strumenti specifici per il vostro lavoro di prevenzione?

Abbiamo una stanza che ha l'aspetto di una sala d'attesa ed è invece un laboratorio con specchi e telecamere che ci permettono di studiare anche i bambini più piccoli. Dall'altra parte dello specchio c'è l'équipe del progetto Giada che filma e documenta gli atteggiamenti e i comportamenti dei familiari e del bambino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come vi comportate quando capite di essere di fronte a un caso di violenza?

Nei casi più gravi l'ospedale è costretto a contattare la Procura che può anche decidere per l'allontanamento del minore dalla sua famiglia. Nei casi in cui la violenza non si è ancora verificata ma vi è il rischio che si verifichi, allertiamo i consultori e i gli psicologi affinché possano seguire la famiglia e fornirle supporto psicologico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ci sono stati casi di “denuncia” da parte dei minori?

Purtroppo è rarissimo che un minore si renda conto da solo di essere vittima di abusi, primariamente perché il bambino conosce soltanto i propri genitori ed è ancora troppo piccolo per fare confronti con altri tipi di genitorialità, ma anche e soprattutto perché la violenza ha moltissime sfumature.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quanti tipi di abusi esistono?

Dagli studi degli ultimi anni è stato verificato che il tipo di abuso che provoca maggiormente danni nei bambini è la trascuratezza psicologica detta “neglect”. Paradossalmente la mancanza di attenzione dei genitori nei confronti dei figli può danneggiare lo sviluppo del bambino ancor più di una molestia fisica. Abbiamo comunque il più conosciuto maltrattamento fisico, il maltrattamento psicologico, la trascuratezza fisica e quella psicologica, la violenza sessuale e sindromi come ad esempio la sindrome di Munchhausen per procura. Quest'ultimo è un disturbo per il quale la madre, pur di attirare l'attenzione, provoca un danno fisico nel figlio. Vi è poi la cosiddetta shaken baby syndrome ovvero la Sbs (Sindrome del bambino scosso). Si verifica quando una mamma, esasperata dal pianto del piccolo, lo scuote fino a farlo smettere. Quello scuotimento in realtà provoca delle piccole emorragie cerebrali che naturalmente interrompono il pianto ma al tempo stesso provocano danni nel bambino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Giada sta funzionando?

Sì. Nel periodo che va dal febbraio del 2009 al giugno 2014, su un totale di 2553 minori giunti al Servizio di psicologia sono stati individuati dall'equipe Giada 469 minori in condizioni di abuso o in situazioni di rischio, 77 dei quali rilevati nel corso del primo semestre del 2014. I dati sono in crescita perché col tempo abbiamo affinato la nostra capacità di osservare e studiare i piccoli pazienti dell'ospedale e le loro famiglie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Rivedete mai i bambini che avete aiutato?

Da qualche anno il Tribunale dei Minori ci ha dato la possibilità di poter rincontrare a distanza di tempo i minori dati in adozione in seguito all'allontanamento dalla famiglia. Rivedere quei bambini a distanza di anni e scoprire che hanno davvero recuperato e riconquistato il loro futuro ci riempie di gioia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui il sito internet di Giada.


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