di Eva Signorile

Salento, dopo 30 anni avvistata una foca monaca: «Rischia l'estinzione»
OTRANTO - Come una vera diva ha scelto un rientro in grande stile: si è mostrata ai bagnanti all'improvviso, gettando scompiglio ed entusiasmo fra le spiagge salentine. Dopo quasi 30 anni, quando ormai sembrava aver abbandonato le coste del "Tacco d'Italia", la rara foca monaca è stata avvistata per ben due volte nei pressi di Otranto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli avvistamenti risalgono al 4 e 5 luglio scorsi, rispettivamente a Roca Vecchia, dove la foca monaca si sarebbe spinta fino a due metri dalla costa e a Torre dell'Orso. Qui l'animale, di circa 160 centimetri di lunghezza, sarebbe comparso "vivo in movimento, sottocosta", come recita il marziale dispaccio della Capitaneria di porto di Otranto che ha raccolto le numerose segnalazioni dei bagnanti e degli operatori turistici delle spiagge coinvolte. Colti di sorpresa, i fortunati spettatori non hanno potuto riprendere immagini del mammifero, che dopo essersi fatto ammirare, è scomparso nelle acque blu, in un beffardo "batter di pinne".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Purtroppo non abbiamo avuto la fortuna di vedere direttamente la foca monaca - ci dicono dalla Capitaneria - se così fosse stato avremmo attivato il protocollo della Commissione Ambiente sulle specie protette. Abbiamo provveduto però a informare immediatamente gli enti amministrativi e scientifici preposti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché la foca monaca è un animale a rischio di estinzione. Le trasformazioni dell’ambiente causate dall’attività dell'uomo e la caccia dissennata hanno portato questo animale ad essere uno dei più rari del Pianeta: se ne contano non più di 600 esemplari nel mondo. Le colonie più numerose si concentrano tra le coste di Grecia e Turchia a Cabo Blanco in Africa e nell'area di Madeira-Isole Desertas per quanto riguarda l'Atlantico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Nel Mediterraneo ne sono rimasti appena 300 esemplari  - ci spiega Roberto Carlucci, docente di Ecologia presso il dipartimento di Biologia dell'Università di Bari -. Si tratta di un carnivoro che appartiene alla famiglia dei grandi mammiferi marini, è un animale a sangue caldo: le femmine hanno gravidanze e parti e i cuccioli vengono allattati. E’ un animale schivo che rifugge l'uomo. Purtroppo è molto vulnerabile a causa delle sue esigenze ambientali: per riposarsi e riprodursi ha bisogno di ambienti tranquilli e una delle probabili cause del suo allontanamento dalle coste leccesi risiede probabilmente nel fatto che sulle coste salentine, dove un tempo era di casa, la presenza dell'uomo ha operato molte trasformazioni che si sono rivelate un ostacolo alla permanenza dell'animale in questi luoghi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Cauto ottimismo mostra Luigi Bundone, che sta portando avanti un dottorato di ricerca sulle foche monache per conto dell'università Ca' Foscari di Venezia. «È davvero una bella notizia - afferma lo studioso - che non ci coglie però di sorpresa. Nei miei studi ho raccolto testimonianze di avvistamenti avvenuti negli ultimi anni. Il problema è capire se si tratta di episodi occasionali, oppure se è effettivamente la foca monaca sta ritornando».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«L'ambiente marino salentino - prosegue l'esperto - rappresenta un habitat ideale per questi animali, grazie alla presenza di numerose grotte che costituiscono per loro un rifugio ideale. Qui possono riposarsi e riprodursi in tutta tranquillità, anche se la forte presenza dell’uomo sulla costa salentina rappresenta sempre un grosso disturbo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per quali motivi dunque questo mammifero marino avrebbe scelto di tornare, malgrado la forte presenza umana sulle coste, specie durante la stagione turistica? «Il Salento rimane in una posizione strategica nel Mediterraneo – risponde Bundone -. Non dobbiamo dimenticare che a soli 300 chilometri dalla costa pugliese si trova la Grecia, dove insiste una colonia di 40 foche monache. Trecento chilometri per questo animale, per l'uso che fa dello spazio a sua disposizione, non sono molti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La speranza è quindi che la foca monaca non sia qui semplicemente per "turismo", perché attratta dalle limpide acque del Salento, ma che abbia voglia di ritornare sulla costa pugliese, per farne dopo decenni di nuovo la sua casa.


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