Temperature record e mezze stagioni: tutte le verità e le bugie sul clima
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lunedì 10 marzo 2014
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di Vincenzo Drago
Le "colpe" dei giornali - Di sicuro il sensazionalismo fa comodo agli operatori dell'informazione. «È giusto che i dati ricavati dai tecnici del settore siano tradotti nel linguaggio giornalistico - spiega Tramontin - ma spesso si esagera di proposito: del resto dire che tutto è nella normalità non fa certo notizia». Una tendenza che è aumentata negli ultimi anni con l'avvento del web. «Prima le previsioni del tempo si guardavano solo in tv o sui giornali - chiosa Ladisa - mentre oggi il proliferare di siti internet più o meno specializzati ha fatto crescere la concorrenza in maniera esponenziale. È vero, fenomeni intensi come l'alluvione in Sardegna dello scorso novembre capitano con maggiore frequenza rispetto al passato, ma a volte si creano di proposito degli allarmismi pur di aggiudicarsi qualche "click" in più».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il riscaldamento globale - Dagli anni Settanta il dibattito sull'aumento della temperatura sulla Terra divide gli esperti di mezzo mondo. «Non è facile capire quanto possa incidere sul clima l'influenza delle attività umane - evidenzia Ladisa - sta di fatto che, secondo la "fazione" dominante, le abbondanti emissioni di anidride carbonica alterano l'equilibrio dei gas presenti nell'atmosfera, facendo così aumentare l'effetto serra e, di conseguenza, la temperatura del pianeta». Temperatura media che, numeri alla mano, sta effettivamente crescendo, soprattutto dal 1960: negli ultimi 50 anni infatti si è registrata un'impennata di circa mezzo grado.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«D'altra parte c'è chi fa notare come l'uomo abbia cominciato a inquinare ben prima dell'ultimo mezzo secolo - prosegue Ladisa - quindi la teoria del riscaldamento globale va presa con le pinze». Tramontin va oltre. «In climatologia, come in altre scienze, le tesi non vanno prese per verità assolute - incalza il professore - per esempio negli ultimi anni il catastrofismo riguardo al buco dell'ozono è diminuito. Il motivo è semplice: la Terra esiste da miliardi di anni ma l'uomo ha informazioni attendibili riguardo una minima parte della storia del pianeta. È come entrare in un cinema a due minuti dalla fine di un film e pretendere di capirne la trama».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le mezze stagioni - Affermare che non ci sono più è solo un modo di dire? «Diamo per scontato che le stagioni debbano durare tanto quanto stabilito dal calendario - sottolinea Tramontin - ma la natura segue le leggi della fisica, non le nostre convinzioni. I periodi di transizione tra l'estate e l'inverno cambiano di anno in anno, ma esistono eccome». Gli fa eco Ladisa: «Il 2013 può essere un ottimo esempio di come le mezze stagioni siano ancora "vive", la stessa Puglia ha avuto un autunno e soprattutto una primavera piuttosto lunghi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L'affidabilità delle previsioni - Alcuni siti del settore si sbilanciano nell'ipotizzare addirittura il tempo del mese successivo. Ci si può fidare? «I modelli meteorologici sono il frutto di software, quindi di elaborazioni artificiali - chiarisce Tramontin - e sono dunque soggetti ad errori. In generale l'affidabilità delle previsioni è alta fino a 48 ore, poi cala gradualmente. Se il lasso di tempo considerato supera i quattro giorni si parla semplicemente di tendenze, caratterizzate da un'attendibilità ridotta». Dello stesso avviso è Ladisa: «Il passare del tempo fa aumentare le variabili in gioco. Ad esempio una perturbazione può perdere velocità e consistenza quando, essendo ancora lontana, deve attraversare delle zone montuose».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Caldo e freddo "record" - Qui sembrano non esserci dubbi. «Sembra che ogni anno ci siano nuovi record - confermano entrambi gli studiosi - ma basta guardare i dati, disponibili anche online, per dimostrare che non è così». A proposito di Bari, è Tramontin a snocciolare un po’ di numeri, tratti dalle rilevazioni della stazione meteorologica di Palese. «Tra i valori più bassi registrati nel capoluogo pugliese vanno ricordati i -2,4 gradi del marzo 1987 e i -3,0 del febbraio 1979 - illustra il professore - mentre alcuni picchi particolari di caldo si sono avuti con i 43,3 gradi del luglio 2000 e i 44,8 gradi dell'agosto 1994. Tali episodi sono comunque normali proprio perché hanno il carattere dell’eccezionalità e non rappresentano delle anomalie dell’andamento stagionale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In generale però la temperatura più alta registrata a Bari è di 45,6 gradi, rilevata nel luglio del 2007, mentre la minima si attesta a - 5,9 gradi, risalente al gennaio del 1993. Superando questi valori in futuro, si potrà parlare di record, altrimenti si tratterà della solita esagerazione creata appositamente per fare ascolti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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