di Mina Barcone

I caffè letterari: locali che fanno cultura, ma a Bari ce ne sono solo due
BARI – Un tempo si chiamavano “caffè filosofici”. Nacquero nel 700 a Parigi e in quei posti gli intellettuali dell’epoca si riunivano per disquisire di filosofia, arte e letteratura, sorseggiando un tè o un bicchiere di vino. Il “caffè letterario” è poi arrivato fino ai giorni nostri, includendo quei locali che hanno al loro interno una biblioteca consultabile da chiunque si sieda a un tavolo, ma che soprattutto diventano luogo di incontri, mostre e conferenze. Insomma, esercizi commerciali sì, ma con un occhio alla cultura e allo scambio culturale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In tutte le città italiane questo tipo di “caffè” ha preso molto piede: è tornato di moda. Una moda però che non ha toccato Bari, visto che di “caffè letterari” in tutto il capoluogo pugliese se ne contano soltanto due (vedi foto galleria). Un terzo, ubicato in via Manfredi, nella città vecchia, ha chiuso i battenti due anni fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

“Dolce Amaro caffè d'arte” è uno dei due locali di questo genere presenti a Bari. Ha aperto, nel 2001, in via Francesco D'Assisi (nei pressi di piazza Garibaldi) ed è stato concepito per essere un vero e proprio "salotto", con poltroncine, tanti libri e nessun bancone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Dolce Amaro - ci spiega la proprietaria Silvia Volpe, una signora sulla sessantina molto elegante - è nato 12 anni fa con lo scopo di ricreare a Bari un caffè letterario francese del 700: un luogo dove potersi riunire per dibattere di argomenti di varia natura, ascoltando buona musica e incontrando scrittori e artisti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Bellissima idea, che però a detta della signora Silvia, non sta funzionando. «Qui ci viene poca gente e i giovani sono del tutto assenti. Del resto si sa, i ragazzi leggono poco», afferma sconsolata la proprietaria. Che poi sottolinea: «Eppure i prezzi sono bassi, il coperto spesso non lo faccio pagare e cerchiamo sempre di promuovere eventi, come il bookcrossing, ovvero lo scambio di libri tra i clienti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un po’ più fiducioso appare il proprietario di “Musa Sapori e Saperi”, “enolibreria” nata lo scorso anno in corso Benedetto Croce. «Il nostro caffè – dice il 50enne Nicola Catacchio - nasce con l'intento di essere un vero e proprio contenitore culturale. Non ci sono solo libri e concerti di jazz che spesso ospitiamo, ma appesi ai nostri muri anche i quadri dei galleristi pugliesi. E cosa più importante di tutte: non obblighiamo i clienti a consumare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Vedremo se Silvia e Nicola riusciranno nel loro intento di unire la cultura agli affari. Se non altro c’è da registrare che in questa città, fatta di locali uno uguale all’altro che si differenziano solo per l’arredamento e i diversi prezzi delle bibite, c’è chi cerca di proporre qualcosa di diverso. Non è cosa da poco.


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Mina Barcone
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  • Francesco - Dove si trova musa sapori e saperi? Ho sempre cercato posti del genere ma nn sono mai riuscito a trovarli
  • gaia - ciao, è possibile avere i riferimenti su facebook.. in particolare non ho trovato "Musa Sapori e Saperi”
  • BARINEDITA - ciao. su google lo trovate tranquillamente (ma anche su facebook)


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