di Giancarlo Liuzzi e Eloisa Diomede - foto Paola Grimaldi

Torre Canne, il borgo fedele a se stesso: «Siamo come una famiglia che si ritrova ad ogni estate»
FASANO – È da sempre una delle località balneari più amate dai baresi, che da decenni riescono a trovare qua quelle lunghe spiagge sabbiose di cui la provincia di Bari è quasi del tutto sprovvista. Parliamo di Torre Canne, frazione del comune brindisino di Fasano: un borgo marinaro che, nonostante il recente boom del turismo in Puglia, continua a rimanere fedele a se stesso, mantenendo il suo tratto “popolare”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui infatti non è stato creato un porto turistico come a Polignano, non sono nati tanti nuovi locali e b&b come a Monopoli e non sono sorti eleganti resort come a Savelletri. Il “paesino” continua invece a essere frequentato più che altro da persone provenienti dai dintorni, arricchito da esercizi commerciali gestiti da decenni sempre dagli stessi proprietari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«In questo luogo si è creata una sorta di macrofamiglia che si riunisce qui ogni estate - ci spiega la barese Angela che frequenta Torre Canne da 35 anni -. Ed è bello tornare ogni anno e ritrovare le stesse persone e le abitudini di sempre. Altre località hanno puntato tutto sul turismo di lusso, altre sull’attrarre giovani da tutto il mondo, qui invece si è scelto di continuare sulla strada della pace e della tranquillità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il posto, con la sua forma di porticciolo naturale, deve il suo nome a una torre di difesa (demolita nel Dopoguerra) che fu eretta nel XVI secolo per contrastare le invasioni da parte di pirati. Edificio che era circondato da un folto canneto: lo stesso oggi divenuto una vasta area protetta alimentata da sorgenti di acqua dolce che, provenienti dall'entroterra, raggiungono il mare tramite canali e piccoli torrenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Furono proprio queste sorgenti (chiamate dai più anziani “acqua di Cristo”), le cui proprietà terapeutiche erano già conosciute nell’800, ad attrarre i residenti delle vicine Cisternino e Pezze di Greco. Torre Canne all’inizio del 900 iniziò così ad espandersi. Nel 1928 fu costruito il faro e contemporaneamente lo stabilimento termale che, ingranditosi a partire dagli anni 60, è divenuto un punto di riferimento per persone bisognose di cure. Sorsero poi ville, palazzine e negozi che trasformarono il borgo in un luogo di villeggiatura per famiglie, provenienti soprattutto da Martina Franca, Fasano e Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo quindi andati a farci un giro per Torre Canne, località che si trova a 60 km a sud di Bari, tra Savelletri e Rosa Marina. (Vedi foto galleria)

Accediamo al borgo percorrendo la centrale via del Faro, contraddistinta da alti pini e bouganville che cingono le recinzioni di tanti villini circondati da giardini e patii. Veniamo subito accolti da cartelli che indicano lidi, ristoranti e locali, oltre i quali si estende il verde canneto che divide in due la località.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su questa strada si trovano molte delle storiche attività commerciali del luogo, aperte da decenni e gestite dalle stesse famiglie che le fondarono. Al lato di una vasta piazza alberata incrociamo ad esempio la macelleria-braceria “Vecchia Storia”, attiva dal 1950. Mentre di fronte si trova la gelateria “La limonaia”, aperta nel 1990 da Antonio Carriero, che ha conservato un arredo “retrò” con tavolini in plastica all’esterno e colorate insegne affisse all’interno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Lavoriamo 365 giorni l’anno, anche se in inverno solo la mattina – ci dice Marilena, una delle figlie del fondatore -. La nostra specialità? Le fantasiose coppe gelato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Procediamo su via del Faro che si dirama in tante viuzze chiamate con nomi di varie città italiane. Superato un negozio di oggettistica e abbigliamento, uno dei tanti presenti nel borgo, veniamo attratti dall’odore delle gustose focacce del panificio “Il fornarino”, a Torre Canne dal 1985.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A pochi passi c’è la Farmacia del Faro che svolge servizio tutto l’anno servendo anche le frazioni vicine. «È una fortuna avere la farmacia sul posto – sottolinea la 73enne Teresa -. Quando anni fa scelsi Torre Canne per la villeggiatura estiva fui convinta anche dalla presenza di numerosi servizi, assenti nelle altre località marinare vicine».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Svoltiamo ora a destra su via Potenza, dove le basse palazzine lasciano spazio ai cinque piani dell’Apulia hotel Eden, nato come pensione “La Primula” alla fine degli anni Sessanta e poi ampliata nel 1987.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E superato l’edificio dopo qualche passo ci ritroviamo sulla spiaggia principale. L’arenile, dalla particolare forma a “golfo”, è riparato dal vento e presenta un livello dell’acqua molto basso. È affollato da famiglie, bagnanti e venditori ambulanti tra cui il “folkloristico” Saverio Paparella alias “Marcello coccobello”. Presenta zone di spiaggia libera e altre dove trovano posto vecchi stabilimenti balneari. Tra questi c’era un tempo il Lido Pipoli, aperto negli anni 50 ma distrutto da una mareggiata nel 2019.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una curiosità: ogni 1° settembre l’arenile diventa sede di un antico rito che vede gli abitanti del posto calarsi in mare all’alba per salutare la fine dell’estate.

Sull’Adriatico si affacciano poi numerose ville, tutte costruite a partire dal Dopoguerra. Con l’eccezione di due dimore di inizio 900: una bianca con patio e l’altra con merlatura, finestre arcuate e fregi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ritorniamo ora su via del Faro e, attraverso una stradina, raggiungiamo la parrocchia del Sacro Cuore, la chiesa di Torre Canne, introdotta da un suggestivo sagrato ad archi. Al centro vi è una croce bianca e una lastra che ricorda il cistranese Giambattista Punzi: colui che, nel 1942, adibì una rimessa a luogo di culto dopo essere scampato a un incidente ferroviario. La cappella divenne parrocchia nel 1943 ed è curata dai religiosi devoti a san Luigi Guanella.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proseguendo su via del Faro raggiungiamo la parte centrale del borgo dove graziose dimore estive si alternano ad altre attività: un ufficio postale, un alimentari e alcuni negozietti straripanti di giocattoli, sdraio e colorati vestiti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Svoltando a destra raggiungiamo l’ampio porticciolo, abbellito da fini pensiline, al cui centro c’è il chiosco “La Baia”. «Sono praticamente nato a Torre Canne e ci vivo tutto l’anno – ci racconta il 53enne titolare Marco Cofano -. Mio padre Carlo era un pescatore e nel 1973 dopo una grigliata con gli amici ebbe l’idea di aprire un baracchino che è diventato noto per una specialità: il panino col polpo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per concludere il nostro viaggio, dopo una breve camminata sul lungomare, andiamo a visitare l’iconico faro. Costruito nel 1928 è alto 35 metri e presenta sul muro esterno un grigio fascio littorio. La struttura è diventata da qualche anno sede dell’infopoint turistico ed ospita mostre fotografiche e artistiche, pur continuando con la sua luce a segnalare ai naviganti la presenza di un porto piccolo ma sicuro: quello di Torre Canne.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Giancarlo Liuzzi
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Eloisa Diomede
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Paola Grimaldi
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  • Isabella - Bellissimo servizio ,un reportage preciso e puntuale ,della nostra amatissima Torre Canne ,Elosa Diomede ,è riuscita ,perfettamente nell'intento di descrivere Torre Canne ,attraverso le persone che la vivono,e facendo che luogo magico e del cuore sia ,questa piccola Frazione di Puglia..,tanto amata da chi l' ha vissuta e la vive ,e veramente un luogo magico e indimenticabile e Eloisa l'ha reso perfettamente tangibile, anche a chi non conosce Torre Canne.., mi devo ripetere Bravissima..
  • Carmine Panella - La torre di epoca aragonese esiste ancora ben in vista a fianco del faro ed é sede della Caserma della GdF. Prego correggere.
  • BARINEDITA - Salve Carmine, da ciò che sappiamo la caserma della Gdf fu costruita al posto della torre. Ma non è la torre. Saluti


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