Puglia, è boom di turisti: ma perché prima qui non veniva nessuno?
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lunedì 3 aprile 2023
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di Francesco Sblendorio
In realtà però quello che appare un qualcosa di scontato rappresenta invece una vera e propria novità. Sì perché è solo dall’inizio del nuovo Millennio che si è cominciato a parlare di turismo in Puglia. Prima erano infatti pochissimi coloro che decidevano di trascorrere ferie e weekend qui, preferendo altre regioni d’Italia come la Liguria, la Toscana, la Sardegna, la Campania o la Sicilia. Persino i litorali dell’Emilia Romagna o dell’Abruzzo erano sicuramente più “battuti”, pur non possedendo un mare altrettanto pulito e cristallino.
La domanda è quindi: perché? Perché si è atteso tanto per scoprire le bellezze pugliesi? Perché per tutto il secolo scorso la Puglia è stata la “cenerentola” d’Italia a livello turistico, trasformandosi solo ora in una “principessa”?
Lo abbiamo chiesto a Patrizia Battilani, docente di Storia dei consumi e delle imprese turistiche presso l’Università degli Studi di Bologna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché la Puglia per tanti anni è stata snobbata dai turisti?
Perché è sempre stata considerata una zona “periferica”, non solo dal punto di vista geografico ma anche culturale. Nel 700 e nell’800, ad esempio, i giovani rampolli delle più importanti famiglie nel centro e nord Europa erano soliti affrontare il “grand tour” tra le città del vecchio Continente, visto come necessario per completare la propria formazione. Naturalmente l’Italia, per via della sua arte e storia, non poteva non essere inserita tra i Paesi da visitare. Ma i turisti dell’epoca, dopo essere passati da Venezia, Firenze e Roma, preferivano continuare il loro viaggio in Campania e in Sicilia, territori cardine del Regno delle Due Sicilie. Regioni in cui la nobiltà aveva accentrato il suo potere, costruendo palazzi e residenze, lasciando invece alle altre aree del Sud Italia, Puglia compresa, un ruolo marginale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quindi la Campania e la Sicilia sono state per secoli “abituate” ai visitatori, oltre a possedere beni architettonici di maggior pregio rispetto alle altre regioni del Meridione. Però la Puglia ha sempre potuto vantare risorse naturalistiche non indifferenti (spiagge comprese), adatte magari al turismo di massa…
Di turismo di massa si può parlare solo a partire dal boom economico degli anni 60 del 900, quando i viaggi passarono da lusso concesso solo ai ricchi a bene fruibile anche dalla classe media. Però ai quei tempi la Puglia ha avuto un grosso problema: la lontananza. Per un cittadino europeo, ma anche del Nord Italia, la regione è sempre stata vista come una meta non facile da raggiungere, in un’epoca ricordiamo in cui ci si spostava soprattutto in auto e in treno. Per questo nella seconda metà del scorso si è puntato su zone (e coste) più vicine ai centri generatori della domanda “vacanziera”. E quindi prima di tutto Liguria, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e successivamente Marche e Abruzzo. Lì sono state creati lidi attrezzati, strutture alberghiere, discoteche, grossi ristoranti: un qualcosa che in Puglia si sta vedendo solo ora.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
D’altro canto i pugliesi non si sono mai preoccupati dell’assenza di turismo…
Perché tanto il lavoro arrivava da altri settori. Negli anni 80 e 90 molte aziende del nord hanno iniziato a delocalizzare la produzione, scegliendo proprio la Puglia come area più indicata per impiantarvi delle fabbriche. Tra l'altro già negli anni 60 erano arrivati gli investimenti delle imprese pubbliche (come nel caso dell'Ilva di Taranto) e le iniziative promosse dalla Cassa del Mezzogiorno. Ciò ha favorito la creazione di poli manifatturieri, i quali hanno assorbito migliaia di operai attratti più da un’occupazione stabile che da un lavoro stagionale come quello derivante dal turismo. In altre regioni invece gli stessi imprenditori settentrionali hanno puntato tutto sul settore vacanziero, vedi la Sardegna, dove è stata di fatto “inventata” la Costa Smeralda con le sue ville e case sul mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E perché la Puglia a un certo punto è stata vista con occhi diversi? Come mai tutto è cambiato così velocemente?
Per varie ragioni. Sicuramente oggi è più facile spostarsi con navi e aerei e quindi le distanze si sono accorciate, ma la Puglia deve molto del suo successo all’esplosione del "turismo dell'esperienza”. La regione non può certo vantare le strutture dell’Emilia Romagna, ma chi viene nel tacco d’Italia trova la possibilità di immergersi completamente in un ecosistema fatto non solo di mare, ma anche di campagna, di masserie, di cucina tradizionale, di piccoli e grandi centri storici. Un qualcosa non comune nel resto d’Italia. L’Adriatico ha fatto sicuramente da traino (tutto infatti è partito dal mare del Salento), ma poi il resto del territorio ha saputo promuovere un immaginario inedito cavalcando la nuova tipologia di domanda.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Può essere questo solo l’inizio?
Probabilmente sì. La Puglia ha raddoppiato le presenze rispetto agli anni 90, è vero. E i 15,5 milioni di arrivi registrati nel 2019, prima della pandemia, sono già stati superati nel 2022. Ma resta da centrare l’obiettivo di una maggiore destagionalizzazione, perché il 54% degli arrivi di turisti è ancora concentrata nei soli tre mesi estivi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Foto di Francesco De Leo
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Alfredo Giannantonio - Grazie, articolo molto interessante. E' importante per la Puglia non perdere questa grande opportunità, e trattare la clientela soprattutto estera con grande attenzione. Soltanto dal Brasile so da amici lì di gruppi numerosi che verranno in giugno e luglio, se si trovano bene passeranno la parola e molti altri brasiliani di livello seguiranno.
- Antonio Colavitti - "perchè la Puglia non è la California" recita così Enrico Tatò in un suo piccolo saggio di critica costruttiva, a quanto pare senza seguito. Purtroppo l'imprenditoria turistica non è all'altezza di eccellenze presenti in altri settori, v. x es.XXX a Monopoli x componenti satellitari, il Polo Universitario a Valenzano, etc... Le cittadine costiere hanno viabilità congestionate e mancanza di parcheggi e servizi sopratutto in alta stagione estiva e a quantopare le rispettive amministrazioni, allo stato attuale, non provvedono ad un piano urbanistico e di servizi, es. parcheggi e bus, insomma ci sarebbe un bel po' da fare....non sto a dilungarmi sulle inefficienze ma ci sarebbe del Lavoro di pianificazione x sviluppare al meglio l'Industria Turistica, non solo stagionale ma con una maggiore costanza attivando appunto migliori servizi, competenze degli addetti, maggiore benessere. Pugliaromagnolizzata? un' ipotesi x un new-deal pugliese.
- Orazio Leggiero - All'origine del travolgente sviluppo turistico in Puglia ci sono un nome e un cognome: Nichi Vendola!
- Teodoro Posa - Facevo parte di un Consorzio di Operatori Turistici della Puglia che era quasi sempre il soggetto attuatore delle manifestazioni fieristiche in Italia ed all'estero - La promozione della Puglia, dagli anni '90 e fino al 2012 nelle città più importanti d'Europa e del Mondo, fu veramente massiccia - Già allora si percepiva un costante successo per ogni evento o manifestazione fieristica realizzata e la Puglia era sicuramente tra le più gettonate ! Parte dell'appeal di questi ultimi anni viene da quel contesto "