di Antonio Giannoccaro - foto Antonio Caradonna

 Grandi ville immerse nel verde: è Parchitello, elitaria ma irrealizzata "garden city"
NOICATTARO  È abitato da baresi, ma appartiene amministrativamente a Noicattaro, eppure dal centro del paese nojano dista quasi 5 chilometri. Del resto chi l’ha ideato voleva proprio questo: creare non un quartiere periferico, ma una città a parte, dotata di tutti i servizi che le permettessero di essere perfettamente autonoma. Stiamo parlando di Parco Scizzo-Parchitello, borgo residenziale nato negli anni 80 in una zona di campagna situata all’altezza di Torre a Mare, ben oltre la tangenziale. (Vedi foto galleria)

Un’area “esclusiva” composta da grandi ville immerse nel verde, che però nel progetto iniziale sarebbero dovute nascere in un contesto arricchito di servizi e spazi comuni, secondo il modello anglosassone della “città giardino”. Una promessa non mantenuta, visto che a parte un piccolissimo punto commerciale, una scuola e una chiesa, questo luogo è rimasto un mero insieme di abitazioni, seppur particolarmente “facoltose”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parchitello fu edificato più di trent’anni fa dagli Amoruso Manzari, autori tra l’altro di buona parte del quartiere Poggiofranco di Bari. Si tratta di costruttori che nei confusi anni della speculazione edilizia cercarono di mettere in primo piano i temi della qualità architettonica e della vivibilità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’idea, affidata alla matita dell’architetto Tonino Cirielli, era quella di portare in Puglia l’inglese “garden city”: un’area urbana completamente immersa nel verde, che coniugasse i comfort della vita di città alla salubrità di quella di campagna. La proposta allettò sin da subito imprenditori, grossi commercianti e professionisti che cercavano una residenza tranquilla, sicura e adeguata alle loro disponibilità economiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Non doveva essere un satellite del capoluogo pugliese, ma un vero e proprio “paese” indipendente, con tutte le infrastrutture necessarie e i servizi utili», ci racconta il 76enne ingegnere Piero Masini, che lavorò agli impianti di Parchitello, disegnando anche la piccola chiesa posta all’ingresso del complesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quell’idea fu realizzata però solo parzialmente, sia per mancanza di fondi, ma soprattutto a causa del fallimento dell’impresa degli Amoruso Manzari. «Il visionario progetto venne perseguito dai loro successori ma con molta meno convinzione - prosegue Masini –. Fu creato ben poco, almeno rispetto a una zona che aspirava a essere una piccola città dotata di grandi strutture commerciali, locali, impianti sportivi, luoghi di intrattenimento e di aggregazione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo dunque andati a visitare Parchitello, raggiungibile da Bari immettendosi sulla statale 16 in direzione Brindisi e uscendo allo svincolo Torre a Mare-Noicattaro. Ci ritroviamo così su via Dogali, strada che dopo qualche decina di metri prende il nome di provinciale 57, affiancando la lussureggiante Lama Giotta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Entriamo in un territorio contrassegnato da una serie di residence: da Borgo Regina a Parco Evoli, passando per Città Giardino e Poggio delle Ginestre. Ma Parco Scizzo-Parchitello è il più grande e importante. Ci giungiamo girando a sinistra per via Madonna di Lourdes, che ci introduce in un’area caratterizzata da verde e piccoli negozietti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui si trova infatti un piccolo punto commerciale che comprende tra l’altro una farmacia, una pizzeria e un bar-tabacchi. «Vendono i beni di prima necessità – ci spiega la 40enne Titti, che risiede a Parchitello –, per tutto il resto dobbiamo sempre spostarci a Torre a Mare, Noicattaro o Bari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Da queste parti sono anche situate una chiesetta dedicata alla Madonna di Lourdes e una scuola che assicura la continuità della formazione scolastica dall’asilo fino alle scuole medie. «Poi quando arrivano alle superiori i ragazzi sono accompagnati agli istituti baresi da un autobus privato», sottolinea Titti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma è arrivato il momento di entrare nella zona residenziale, completamente recintata e protetta all’ingresso da guardiani: caratteristica che ricorda parecchio le “gated communities” americane, ovvero aree abitate dalle classi più abbienti, sorvegliate e delimitate da alti muri o cancellate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Superata la portineria la prima impressione che si ha è quella di essere entrati in una sorta di “villaggio vacanze”, puntellato da villette con lussureggianti giardini privati che, assieme agli spazi verdi comuni, danno al complesso un aspetto fresco e “sano”. Le vie che percorrono il perimetro hanno nomi floreali che richiamano alla memoria borghi estivi come Rosa Marina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le dimore sono in gran parte ville unifamiliari: le più “antiche” e più grandi (con i loro 240 metri quadri) si presentano su due piani più un livello interrato, contraddistinte dall’uso di un caldo mattoncino e da pronunciati tetti a spiovente. Molte possiedono anche una piscina privata. Le strutture più nuove sono di dimensioni minori e si mantengono su colori prevalentemente chiari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sul lato orientale si collocano anche cinque blocchi di palazzine a tre piani contenenti appartamenti di diverso taglio, disposti a L su graziose corti verdeggianti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Continuiamo il nostro tour, fino ad arrivare a un laghetto artificiale situato nella parte meridionale del borgo. «Un tempo era un posto gradevole, ma oggi è in stato di abbandono», ci confida Titti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questi pochi ma inaspettati segni di incuria ci fanno chiedere se Parchitello sia tutt’ora quel “luogo d’élite” famoso in tutta Bari. «Nonostante non sia più “scintillante” come un tempo – ci risponde la nostra guida - i costi di condominio sono ancora molto elevati e possono arrivare, per le ville più grandi, fino a 800 euro mensili. Quindi mentirei se dicessi che sia alla portata di tutti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Certo, l’impressione generale è che la vita si svolga più nelle lussuose residenze che per le strade. «In effetti non c’è una vera e propria “comunità” – sottolinea Titti -. In genere si preferisce stare in casa o nel proprio giardino. Tuttavia con le belle giornate è più facile incontrare bambini che giocano in giro e adulti che fanno un po’ di sport o una semplice passeggiata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come sarà dunque vivere qui? «Ci sono pro e contro – risponde la 26enne Giulia -. Sicuramente si respira aria pulita, visto che siamo lontani da caos e smog. I più piccoli poi possono divertirsi in estrema sicurezza, con le giostrine o sul campetto di calcio. Ma è chiaro che il nostro isolamento ci costringe a prendere spesso l’auto e a uscire dal borgo per compiere la maggior parte delle azioni che riguardano la vita quotidiana, come studiare o fare la spesa. Inoltre, una volta diventati più grandi per noi ragazzi diminuiscono drasticamente le cose da poter fare: dunque preferiamo spostarci a Bari per coltivare la nostra “vita sociale”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parole che confermano quanto detto da Masini: Parchitello pare più un aggregato di splendide ville dotate di tutti i comfort, piuttosto che la città ideale e autosufficiente sognata dai suoi fondatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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  • arkydesign - ma quale "garden city"? prescindendo dal fallimento dell'azienda costruttrice il progetto in sè non aveva nulla a che vedere con il concetto tematico, al contrario : una mera speculazione edilizia!


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