di Katia Moro

VIENI A VIVERE A NAPOLI! – Genere: commedia. Regia: Guido Lombardi, Francesco Prisco, Edoardo De Angelis. Attori: Massimiliano Gallo, Gianfelice Imparato, Miriam Candurro, Giovanni Esposito, Antonio Casagrande, Valentina Lapushova. Durata: 88 minuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Presentato in anteprima martedì 5 aprile a Bari, nell’ambito del Bifest 2016, “Vieni a vivere a Napoli!” non è in realtà un unico film perché è costituito da tre diversi episodi ("Nino e Yoyo", "Luba" e "Magnifico Shock"), generati da una triade di giovani registi napoletani, rispettivamente Guido Lombardi, Francesco Prisco e Edoardo De Angelis.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il filo conduttore che lega i tre racconti è costituito dal rapporto tra la città partenopea e gli immigrati: un’accoglienza particolare, "alla napoletana".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il primo episodio ("Nino e Yoyo" di Guido Lombardi), di gran lunga il più riuscito per i ritmi serrati e l’esilarante comicità che sembra rimandare alla più nobile tradizione della commedia partenopea, è tutto costruito sulla figura del protagonista, un portiere di un ricco condominio  interpretato da un attore consumato e perfettamente calato nella parte come Gianfelice Imparato. Prototipo del lavoratore italiano scansafatiche, imbroglione ma inamovibile, trascorre le sue giornate nella pura inoperosità, tiranneggiando i condomini e vivendo sulle spalle della sorella. Ma quando quest’ultima lo abbandona perché sposa, guarda caso, un africano, lui risolve i suoi problemi sfruttando questa volta un bimbo cinese a cui si ritrova suo malgrado a fare da balia. Tra i due nasce inaspettatamente una perfetta complicità e una solida alleanza che però non si risolve in un prevedibile finale buonista ma al contrario stupisce con una divertentissima chiusura a sorpresa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dai toni più cupi e amari è il secondo ("Luba" di Francesco Prisco), che vede questa volta come protagonista una badante ucraina, a cui tutti, distrattamente e da ignoranti, affibbiano invece la nazionalità di polacca. La donna in realtà nel suo Paese era una famosa presentatrice che, caduta in disgrazia a causa dell’ex marito, si ritrova ad accudire un capriccioso anziano di una cinica famiglia napoletana. Malamente licenziata senza valida motivazione, rimane sola e abbandonata a girovagare in piena notte in una Napoli ostile e desolata in cui dovrà confrontarsi con i peggiori bassifondi e traffici illeciti. Ma anche in questo caso un finale a sorpresa ribalta la sua situazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il terzo e ultimo episodio ("Magnifico Shock" di Edoardo De Angelis) sposa l’attenzione sui giovani. La protagonista è una cantante neomelodica che nonostante l’età acerba è molto nota e amata nei quartieri più popolari della città e richiesta in tutti i matrimoni meno discreti e più chiassosi. Ma la bella ragazza, che usa ripetutamente la parola “shock” come suo tratto distintivo, è insoddisfatta e intuisce che il suo manager non punta più su di lei. A risollevarla, anche se solo per un giorno, sarà non a caso un cameriere cingalese che la aiuta e le dona un romanticismo che lo spietato mondo in cui vive ha dimenticato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’intento di questa operazione cinematografica è dimostrare come nonostante la persistenza delle ataviche problematiche che affliggono il capoluogo campano, quali degrado e delinquenza, la città riesce a integrare i numerosi immigrati presenti, ma solo quando ne trasferisce il proprio “dna”. Il film è infatti pervaso da un forte alone sarcastico che sottolinea come gli immigrati sono ben inseriti solo se si trasformano a tutti gli effetti in veri napoletani, con tutti i loro pregi e difetti, tra cui la “furbizia” che li ha resi famosi nel mondo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel complesso risultano convincenti i dialoghi e gli attori, tra cui Giovanni Esposito che ritorna in ogni episodio regalando ogni volta un personaggio diverso e significativo. Tutto il film però non riesce sempre a reggere il livello del primo episodio diretto da Guido Lombardi, più brillante e meglio orchestrato rispetto agli altri.


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