''Il filo nascosto'': Daniel Day Lewis è un raffinato stilista in attesa di essere ''scucito''
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sabato 3 marzo 2018
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di Damiano Landriccia
“Il filo nascosto” è la storia, ambientata nella Londra degli anni 50 del rinomato stilista Reynolds Woodcock (Daniel Day-Lewis) e di sua sorella Cyril (Lesley Manville) che assieme diventano icone di stile e moda per la famiglia reale, le star del cinema e l’alta società: chi può permetterselo non può fare a meno, per il proprio prestigio sociale, di entrare nella loro sartoria, di ordinare un vestito su misura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il personaggio di Woodcock (Daniel Day-Lewis), liberamente ispirato al celebre couturier Charles James, è un artista lunatico e suscettibile, un uomo che potremmo definire bipolare: con i suoi clienti è gentile, affabile, proteso alla genialità e alla passione, ma con le donne è un uomo dai modi belluini, maschilista e dedito egoisticamente ai propri bisogni.
Come ogni uomo tuttavia attende solo che la giusta donna scovi in lui il piccolo dettaglio umano metaforicamente in grado di “scucirlo” e comprenderlo. Sarà così Alma (Vicky Krieps) a strappargli una promessa di eternità e ciò che terrà insieme tra alti e bassi i due protagonisti sarà appunto un incomprensibile e imprevedibile “filo nascosto”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un “filo nascosto” che si ritrova anche registicamente celato nei particolari, nell’intimità rubata e nel ripetuto come angosciante dialogo di Reynolds con il fantasma di una madre prematuramente scomparsa, e sostituita con la sorella Cyril, unica donna ad esercitare autorità su di lui.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il regista Anderson, al suo meglio, costruisce un piccolo capolavoro in cui mostra la costruzione di un amore fatto di ostacoli ma anche di piccoli miracoli. Daniel Day Lewis, qui nella sua ultima dichiarata interpretazione (non vuole più recitare all’età di 60 anni) è un monumento di stile, raffinatezza ed eleganza e regala la giusta fragilità a un personaggio che tiene il volto basso senza concedere sorrisi e sopravvive rifugiandosi dietro una freddezza fine a se stessa.
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Damiano Landriccia
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