di Salvatore Schirone

Bari, telecamere segrete ovunque: chi ci spia? Ma a Japigia sono distrutte
BARI - In città ce ne sono moltissime, disseminate dappertutto. Agli incroci delle strade più trafficate, all'inizio delle grandi arterie stradali che immettono nel centro cittadino, sulle piazze più frequentate e anche nei vicoli più oscuri. Le telecamere di videosorveglianza cittadina sovrastano la frenetica vita dei quartieri, registrando ogni nostro movimento. Ne siamo consci e anche se abbiamo qualche dubbio sulla tutela della nostra privacy, riteniamo che in fondo sia giusto così. La sorveglianza ci fa sentire più sicuri ed un ottimo deterrente contro il crimine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma sappiamo però chi è che ci sta guardando e come utilizza le nostre immagini? La risposta è no. Se infatti per un attimo proviamo ad alzare il capo per guardare l'occhio del “Grande fratello”, faremo molte e interessanti scoperte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Innanzitutto capiremo che le telecamere sono molto più numerose di quelle indicate ad esempio sul portale del Comune di Bari. Il “sistema integrato di videosorveglianza”, installato grazie ai fondi dell'Unione Europea e del Ministero dei Trasporti sarebbe composto da 109 telecamere, di cui 52 puntate sul territorio cittadino. Questo leggiamo. E invece basta farsi un passeggiata ad occhi aperti per accorgersi della presenza di pali e telecamere su strade non segnalate nell'elenco ufficiale del Comune.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ad esempio ce n'è una in via Pasubio, angolo via Giulio Petroni, di cui il sito non parla. Nei pressi di Parco due Giugno ne abbiamo una segnalata ma un'altra non indicata. Stessa cosa su viale Pasteur e su corso Benedetto Croce, davanti al largo Chiara Lubich. Altre telecamere non dichiarate sono presenti nel quartiere San Pasquale in via Maria Cristina di Savoia e un'altra in via dei Mille angolo via Gaetano Postiglione. E il nostro elenco potrebbe continuare. (Vedi foto galleria)

Ma non c’è alcuno sbaglio da parte del portale del Comune. La verità è che ci sono due tipi di telecamere. Le prime sono indicate con un cartello che esplicita i motivi della loro presenza, come stabilito dal Garante della privacy nel "Provvedimento generale sulla videosorveglianza" del 29 novembre 2004. Queste sono molto essenziali: sotto un braccio metallico bianco, c'è una semisfera che ospita una camera orientabile da remoto a 360 gradi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le seconde invece sono “anonime”, non segnalate e molto più sofisticate e potenti, distinguibili per via di una cassettina più grossa posta a metà asta e di alcuni faretti ad infrarossi sulla sommità, puntati in tutte le direzioni della strada e in grado di trasmettere immagini nitide anche durante le ore notturne. Spesso questo tipo di telecamera fa coppia con la precedente, ma a volte è isolata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché questa differenza? Semplice: le prime telecamere sono comunali, le seconde apparterrebbero alla Polizia di Stato. Almeno questo è ciò che ci hanno riferito alcune nostre attendibili fonti e anche alcuni agenti della polizia munipale. «Quella telecamera non è nostra, appartiene alla Polizia», ci ha detto un vigile barese. Quindi esisterebbe un doppio circuito di sorveglianza, uno comunale diciamo “trasparente” e un altro nazionale, gestito dal Ministero dell’Interno e di fatto più o meno “segreto”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Stando a quanto stabilito dal Garante della privacy, le telecamere comunali a circuito chiuso dovrebbero essere utilizzate al solo scopo di monitorare dalla centrale operativa della Polizia municipale il traffico cittadino e consentire l'intervento tempestivo in caso di problemi di circolazione o di incidenti. Per motivi privacy non dovrebbero essere consentite “zoomate” per acquisire immagini relative agli occupanti dell’auto, anche se potrebbe essere lecita l'acquisizione della targa per accertare la violazioni al codice della strada. E soprattutto la registrazione delle immagini dovrà essere cancellata periodicamente ed automaticamente il più rapidamente possibile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Raccomandazioni che evidentemente non interessano le telecamere installate dal Ministero, di cui non sappiamo nulla: non siamo a conoscenza sul dove vadano a finire le nostre immagini, su chi li utilizzerà e per quali scopi. Chi ci spia? L'idea di un enorme database centrale che raccoglie per mesi e forse anni tutto quello che è avvenuto in una zona cittadina, che attraverso sofisticati software di riconoscimento incrocia i dati sensibili di ogni persona e magari segnala automaticamente gente sospetta ai servizi di intelligence internazionali, potrebbe non essere fantascienza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per chi non ha nulla da nascondere una così accurata videosorveglianza cittadina non può che accrescere il senso di sicurezza percepito. Però ci aspetteremmo che tale controllo sia più intenso proprio nelle aree a maggior rischio criminale. E invece qui facciamo l'ultima e più sconcertante scoperta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nella zona 45 del quartiere Japigia, famosa per essere la base operativa di un grosso clan mafioso barese, le telecamere ci sono, ma sono completamente distrutte. Nel quadrilatero compreso tra via Archimede e via Giorgio La Pira, agli incroci paralleli di via Giustina Rocca e via Guglielmo Appulo, le quattro telecamere della Polizia di Stato sono divelte e le schede elettroniche presente nelle cassettine completamente asportate. Sono in queste condizioni da tempo: nessuno ha mai provato a ripristinarle, dopo aver magari identificato e punito gli autori di tale sabotaggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ed ecco che nel non facile equilibrio tra diritto alla privacy e sicurezza pubblica, la bilancia comincia a pendere più sul primo piatto. Che sicurezza reale infatti riesce a garantire questo grande e costoso sistema integrato di videosorveglianza urbana se si lascia scoperta una delle zona più a rischio della città? Se alla fine ci si affida alle telecamere private di un supermercato per l’identificazione di uno scippatore o si permette che rapinatori possano impunemente scassinare un bar davanti alle telecamere obsolete di una caserma dei Carabinieri?

“Grande fratello”, rispondi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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