di Francesco Sblendorio

La mafia barese: «Parisi è ancora al vertice, ma fanno paura i georgiani»
BARI -Non muove le penne dei grandi saggisti, non accende le telecamere dei documentari televisivi  e non anima il talento dei registi. Trova spazio al massimo sulle pagine dei giornali locali e nei servizi dei tg regionali. Ma non per questo è meno pericolosa e agguerrita delle altre organizzazioni del suo genere.  A differenza della mafia siciliana, della ‘ndrangheta calabrese e della camorra campana, la malavita pugliese e barese in particolare è un fenomeno meno conosciuto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dal 1998 a Bari esiste il Centro Studi e Documentazione dell’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza. Il suo coordinatore è l’80enne Nisio Palmieri, che oggi si dedica alla raccolta, al riordino e all’analisi di tutti i documenti che riguardano la criminalità pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di che cosa vive prevalentemente la malavita barese?

Innanzitutto c’è da dire che la criminalità barese non ha un’organizzazione consolidata come quella della mafia siciliana. La malavita pugliese si lega a tutte le altre mafie: per esempio dalla ‘ndrangheta si rifornisce di droga, mentre Cosa Nostra siciliana si serve della criminalità pugliese per penetrare nel nostro territorio. Basti pensare che già negli anni 70 i mafiosi siciliani inviati in soggiorno obbligato a Fasano venivano raggiunti dai loro affiliati e qui stringevano amicizie con i malavitosi pugliesi, facendo nascere successive collaborazioni. A loro serviva soprattutto un ponte verso il nord Italia per lo spaccio di droga, tanto che proprio a Fasano venne creata una raffineria di stupefacenti.Oggi la criminalità è abile nell’accumulare capitali e trasformarsi in una sorta di ammortizzatore sociale capace anche di dare lavoro. In questo modo finisce per influenzare l’attività di pubbliche amministrazioni, banche, imprenditori. Per il resto l’economia criminale si fonda su spaccio di droga, estorsioni e furti. I clan impongono anche la manodopera e alcuni fornitori di materiale alle aziende edilizie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Storicamente il clan più potente della criminalità barese è quello di Savino Parisi. Oggi “Savinuccio” è ancora così potente?

Ha tutt’oggi una grande influenza. Parisi ha un quartiere tutto suo, Japigia, che il suo clan presidia benissimo: lo tiene sotto controllo. È anche l’unico boss barese ad avere autorità a livello nazionale perché chi si rivolge a lui è sicuro che ciò che chiede gli verrà procurato. Inoltre Parisi è molto furbo nel fomentare la lotta tra gli altri clan e abile ad allargare la sua influenza anche al di fuori del rione Japigia, verso Valenzano o Carbonara.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi attualmente quali sono i clan più potenti?

Parisi e Strisciuglio. I Capriati e i Campanale hanno anch’essi una struttura ben organizzata, ma lavorano più nell’ombra, non si sono fatti coinvolgere in fatti di sangue.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eppure l’ultimo omicidio di mafia a Bari ha visto protagonista un esponente dei Campanale. Questo episodio potrebbe fare nascere una nuova guerra tra clan?


È indubbio. Infatti ci sono già dei sospetti su quale clan potrebbe essere stato l’artefice dell’omicidio. Però gli inquirenti stanno ancora indagando, quindi non si conoscono ancora con precisione i possibili sviluppi della lotta tra famiglie rivali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come funziona il sistema delle alleanze nella malavita locale?

In realtà non ci  sono veri schieramenti. I clan si sono suddivisi il territorio, ma è ovvio che poi ognuno di essi tenta di strappare qualcosa agli altri. Per questo le alleanze sono comunque ricercate. Al vertice del fenomeno criminale barese c’è sempre Parisi, che però è uno che non spara: in prima persona “Savinuccio” non si è mai macchiato di un omicidio. Più spregiudicati di lui nell’uso delle armi sono i membri del clan Strisciuglio, pur indebolito dal fatto di avere avuto tre pentiti tra le sue fila.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci sono delle peculiarità territoriali per quanto riguarda alcuni reati o il modo di operare della criminalità?

La zona a sud di Bari (Adelfia, Toritto, Carbonara) è di fatto sotto l’influenza della criminalità barese. A Barletta invece la malavita era più legata alla ‘ndrangheta e particolarmente dedita a fare pagare il pizzo soprattutto ai costruttori. Lo spaccio di droga invece è presente un po’ dappertutto. Anche l’estorsione è un fenomeno molto presente. La tendenza è quella verso i grandi furti, come rapine e furti in appartamento. Mi ha impressionato il fatto che pochi giorni fa sia stato rapinato il supermercato di via Melo, a Bari, in pieno centro e alle 8 di sera. Ultimamente sta emergendo la novità dei furti di gasolio e dei macchinari bancomat, soprattutto a opera dei gruppi di Carbonara. I furti d’auto e in generale i “furtarelli” sono lasciati alla piccola malavita, spesso incoraggiata dai grandi criminali che hanno tutto l’interesse a dirottare le attenzioni delle forze dell’ordine su altro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In questo quadro come si inseriscono i delinquenti stranieri?

Oggi c’è l’aggravante della criminalità georgiana, particolarmente dedita alle estorsioni e ai furti in appartamento. Ciò che viene rubato viene poi suddiviso: gli oggetti tecnologici sono inviati in Georgia e lì rivenduti al mercato nero, mentre i gioielli entrano nel circuito della ricettazione locale. Gli inquirenti dicono che la malavita georgiana non ha rapporti con quella barese. Ma se essa ha campo libero nei furti in appartamento, qualcuno le avrà dato il permesso, ci sarà stato qualche patto con la mafia barese. Inoltre i georgiani sono attivi nelle estorsioni alle società di spedizioni di loro connazionali, molto numerosi qui a Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Che cosa c’è da aspettarsi?

Credo che il pericolo maggiore sia un’eventuale alleanza proprio con la criminalità georgiana. Non dimentichiamo che Bari è una testa di ponte non solo per l’Italia, ma anche per la Grecia e la Spagna.


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