di Cassandra Capriati

Vietato l'alcool ai minorenni: nei locali di Bari questa legge non esiste
BARI -  La legge parla chiaro: “Si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1000 euro a chiunque vende bevande alcoliche ai minori di anni diciotto. Se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2000 euro con la sospensione dell'attività per tre mesi".  E se invece si versa un cocktail o una birra a un minore di 16 anni, le pene sono ancora più dure: “L'esercente il quale somministra, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcooliche a un minore degli anni sedici è punito con l'arresto fino a un anno”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Più chiaro di così si muore. Eppure a Bari, queste norme atte a tutelare i minorenni dai gravi effetti dell’alcool, sono sistematicamente violate. Non c’è nessuno che chieda l’esibizione di un documento d’identità, quando ad ordinare una bevanda alcolica sia un giovane che all’apparenza dimostri di non aver compiuto 18 anni. Perché è questo che la legge prevede.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Noi siamo andati con tre minorenni (Claudio e Luca, entrambi sedicenni e Davide di 15 anni) per le vie del centro di Bari, girando per i locali serali. Abbiamo chiesto ai ragazzini di ordinare da bevande alcoliche e ciò a cui abbiamo assistito è stato sconcertante. (Vedi foto galleria)

La nostra inchiesta comincia di venerdì sera, in una delle vie della movida barese: corso Vittorio Emanuele. Per iniziare decidiamo di provare a effettuare l’acquisto di una bevanda con una gradazione alcolica non particolarmente elevata, concordiamo quindi per la classica birra. Il primo a decidere di voler tentare l’impresa è Claudio, che entra nel locale e ne esce poco dopo vittorioso, con la sua birra in mano. Di fronte al nostro preoccupato «hai avuto problemi?», il ragazzo scrolla le spalle e risponde con un tranquillo «non mi ha guardato neanche in faccia.»

Facciamo pochi passi e decidiamo di tentare con un altro wine bar sempre in corso Vittorio Emanuele. Anche in questo caso uno dei ragazzi entra e acquista velocemente la birra senza alcun problema. Inutile dire che la stessa scena si ripete anche al terzo tentativo, in altro locale. Eppure i ragazzi dimostrano esattamente l’età che hanno, è impossibile scambiarli per maggiorenni, non hanno ancora neanche la barba. Tuttavia nessuno ha pensato di verificare l’età del 15enne Davide quando ha richiesto l’ennesima birra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Decidiamo quindi di cambiare zona: ci trasferiamo nel quartiere Umbertino. Questa volta decidiamo di alzare un po’ il tiro e di provare a vedere se si riesce ad ottenere un cocktail invece della solita birra. Il nostro complice Luca entra nel primo cocktail bar, dove a uno sguardo veloce si può intuire che non è il solo minorenne all’interno. Ritorna con un gran bicchiere di “Japanese Ice Tea” che consegna a noi. Anche qui non c’è stata alcuna difficoltà nell’ottenere alcool.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sempre nella stessa zona, facciamo un altro tentativo. Ancora una volta è il turno di Claudio che prima di entrare ci rivela che onestamente non è la prima volta che gli viene servito dell’alcool e che anzi «nessuno ha mai fatto storie». Leggermente increduli guardiamo anche gli altri due adolescenti che confermano quanto detto dall’amico. Dopo questa piccola confessione il sedicenne entra e richiede al barman non uno, ma ben due cocktail. La richiesta non sembra turbare minimamente il barman che anzi molto gentilmente interagisce con il ragazzo mentre prepara i due mojito che vengono prontamente serviti di lì a poco. Siamo ormai a quota cinque e finora a nessuno è venuto in mente di chiedere la carta d’identità ai nostri ragazzi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
Decidiamo di spostarci e ci avviamo verso il centro storico, in Piazza Mercantile. Cambio di zona, cambio anche di tipologia di alcolico da acquistare: è il turno dei cicchetti, come in ogni chiusura di serata che si rispetti per molti maggiorenni. Decretiamo che tre locali possono bastare, uno per ogni ragazzo, in modo da concludere il giro. E così i nostri complici, ormai sempre più sicuri del fatto che anche questa volta riusciranno a farla franca senza che nessuno li controlli, entrano nei locali che hanno rispettivamente scelto e ne escono avendo ottenuto senza alcuno sforzo tre diversi cicchetti, uno a testa, che naturalmente non berranno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È ormai mezzanotte quando ci vediamo costretti a concludere l’indagine: i nostri amici devono tornare a casa. E se vi son tornati sobri non è certo per merito dei controlli che sono stati effettuati dagli esercenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
A una settimana di distanza torniamo di sabato sera nella città vecchia di Bari per procurarci ulteriori testimonianze. Con noi c’è il 16enne Claudio. Scegliamo una strada molto frequentata dai giovani e decidiamo di provare alcuni dei locali che si trovano lì in zona. Il ragazzo si dirige in uno a caso e da inesperto si ferma un po’ sulla soglia a guardare l’elenco dei cocktail, perché in realtà non ne conosce molti, resta quindi qualche minuto a chiedere indicazioni e a parlare col barman e poi opta per il classico “Vodka pesca Lemon”, che come ormai da copione in questo giro che abbiamo intrapreso viene servito in un attimo e senza che nessuno batta ciglio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Usciti dal locale veniamo raggiunti da una nostra conoscente, Elisa, di 15 anni, che ci confessa di essere un po’ brilla perché in un pub poco più avanti ha appena bevuto un “Sex on the beach”. Claudio nel frattempo decide di ordinare una birra: il barman presta a malapena attenzione al ragazzo vista la calca di gente che c’è, figuriamoci se perde tempo a controllare la carta d’identità del ragazzo. «A Bologna me l’avrebbero spaccata in testa se avessi provato ad ordinarla», aggiunge in tono scherzoso il sedicenne che per un periodo ha vissuto lì.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Salutiamo Elisa e il nostro complice sceglie l’ultimo luogo in cui ordinare l’ennesimo alcolico della serata. Entriamo e fingiamo che sia il compleanno del ragazzo: nessuno gli chiede quanti anni compia, anche se sottolineiamo la questione del compleanno più di una volta. A quel punto approfittiamo dell’occasione per girare anche un piccolo video che mostra Claudio nell’atto di comprare una nuova birra, sicuri che tanto nessuno ci avrebbe fatto caso.  

In conclusione, ben 11 esercizi su 11, cioè tutti, hanno venduto alcolici a dei minorenni. Avremmo potuto prolungare il nostro giro, ma sarebbe stato inutile. Ce l’aveva detto anche la 15enne Elisa: «E’ inutile che continuiate la vostra indagine, qui a Bari l’alcol lo servono a tutti. Mi darebbero una birra anche se avessi 12 anni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video il 16enne Claudio ordina e acquista una birra in un locale del centro storico di Bari:



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