di Mariangela Dicillo

I Red Mosquito, dal 1999 uniti da un sogno: «Fuggire da questa realtà»
BARI –  Si chiamano “Red Mosquito” (nella foto), dal nome di una canzone dei Pearl Jam, anche se nel tempo hanno abbandonato il rock più duro per passare a un più tranquillo rock-pop. Il gruppo nasce a Bari ed composto da sei elementi: Cristina Prayer alla voce, Giuseppe Nicolosi, Marco Antonacci e Stefano Pavone alle chitarre, Giuseppe De Mola al basso e Francesco Santacroce alla batteria. 
 
Quando è nato il progetto “Red Mosquito”?

(Risponde Giuseppe De Mola ).Nel giugno del 1999 io, Francesco e Marco frequentavano la stessa scuola di musica e decidemmo di fondare un gruppo musicale, gli “Hobnob” (che nello slang della lingua inglese vuol dire “bere e ubriacarsi in compagnia”), insieme con Luigi, chitarrista, cantante e compositore. L’esperienza Hobnob durò però qualche mese: Luigi ci lasciò per entrare nei carabinieri, ma si aggiunsero a noi l’altro Giuseppe, Cristina e per ultimo Stefano. E decidemmo di cambiare il nome al gruppo. Da allora siamo i “Red Mosquito”, dal nome di un brano dei Pearl Jam.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Vi ispirate al gruppo di Seattle?

I primi tempi facevamo un genere di musica molto simile a quello dei Pearl Jam. Poi siamo passati dall’hard-rock al rock-pop. In un certo senso ci siamo ammorbiditi: ora suoniamo canzoni dall’ascolto un po’ più facile, più radiofonici. Abbiamo anche iniziato a scrivere inediti in italiano e a fare cover di pezzi di artisti italiani famosi (Alex Britti, Massimo Ranieri), mentre prima le facevamo solo di brani in inglese (dei Pearl Jam, di Gotye).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
I testi delle vostre canzoni…chi li scrive e che significato hanno?

Un po’ tutti in realtà. Basta un’idea, uno stato d’animo particolare di uno di noi e subito scriviamo. I nostri testi nascono dall’esperienza personale, ovvero dalla descrizione di ciò che la vita propone in tutte le sue sfaccettature, immagini o attimi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
C’è un pubblico a cui vi rivolgete in maniera particolare?

In realtà no. Non creiamo per colpire un particolare gruppo di persone con un determinato target di età. Una band deve saper comunicare a tutti, perché la musica è universale. E ci piace suonare dappertutto: dalle bettole ai posti più eleganti della città. L’unica cosa che pretendiamo e il rispetto nei nostri confronti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
E’ vero che Biagio Antonacci vi ha pubblicizzati sulla sua pagina Facebook?

Si, è stato fantastico. Eravamo a suonare in un locale di Bari, nel dicembre 2012 e lui era di passaggio in città perché l’indomani aveva un concerto a Taranto. Ci ha ascoltati per tutta la sera e si è complimentato con noi per il nostro lavoro. A quel punto  gli abbiamo donato una copia del nostro cd autografata. Il giorno dopo con nostra grande sorpresa ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video di lui mentre ascoltava il disco e ne mostrava la copertina. È stato un bellissimo gesto da parte sua e una grande pubblicità per un gruppo “povero” come noi, che si autofinanzia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il vostro unico album (del 2011) si intitola La Grande Fuga. Da cosa volete scappare?

Dalla realtà musicale che ci circonda. La scena musicale dà più spazio alle cover band di grandi artisti che ai gruppi che suonano inediti, perché le prime assicurano più spettatori. E poi nei contest si incontrano sempre le stesse persone nelle giurie ed è difficile avere un parere diverso: ci si ritrova sempre allo stesso punto. Molto spesso l’unica cosa che desidereremmo fare è fuggire. Ma questo avviene solo in alcuni momenti: in realtà non ci demoralizziamo, ma andiamo sempre avanti, insieme.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In effetti siete insieme da molto tempo, da 14 anni. Sarete molto legati tra di voi…

Si, siamo praticamente come dei fratelli. E questa è una forza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Per il futuro? Quali sono i vostri progetti?

Vorremo registrare il nostro album in una versione acustica, utilizzando un antico registratore a nastro che si muove in uno stile un po’ vintage e retrò. E stiamo lavorando a un nuovo inedito: “Come in cielo così in terra”, ma su questo non possiamo dire di più.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

"Etero" dei Red Mosquito:



© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Scritto da

Lascia un commento


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)