di Vito De Tullio

Il pittore Claudio ''Bax'' Barile: «I miei quadri fanno ridere l'anima»
BARI – Il suo nome d’arte è “Bax”, scelto in onore di suo nonno, l’artista Franco Bux. Abbiamo incontrato il 31enne pittore barese Claudio Barile (Vedi foto galleria)
                  
Quindi sei un nipote d’arte…

Sin da quando ero bambino ho avuto la fortuna di vivere in una casa piena di opere d’arte grazie a mio nonno materno, Franco Bux, che durante il secolo scorso ha creato dei dipinti che ancora oggi continuano a rappresentare per me una vera e propria fonte di ispirazione. E’ proprio grazie l’osservazione dell’arte che mi circondava che decisi da subito di dedicarmi alla pittura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali tecniche utilizzi per dipingere?

La tecnica che prediligo è quella a inchiostro, in particolare il sistema di disegno “in negativo” o “a riempimento”. Lavoro “al contrario”, non disegno nero su giallo ma giallo su nero: dipingo prima lo sfondo, nel senso che creo dapprima un labirinto di sagome, forme e dettagli, poi riempio tutti gli spazi, inserendo il soggetto principale. Un’altra tecnica a me molto cara è quella del collage: spesso vado a inserire un singolo disegno su una tela che ho già dipinto in precedenza, prevalentemente in acrilico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è uno stile pittorico a cui fai riferimento?

Ho sempre ammirato le opere di artisti del 900 come Pablo Echaurren, Maurits Cornelis Escher e Jean-Michel Basquiat e infatti lo stile pittorico che prediligo e a cui mi sono sempre ispirato è il pop/surrealista. Parliamo di una forma di arte contemporanea nata in California alla fine degli anni 70 e che affonda le sue radici nella cultura underground, nell’arte pop, nei graffiti, nell’iconografia gotica, nel linguaggio dei comics e dei cartoon: universi grafici rivisitati e spesso mescolati alle atmosfere del surrealismo e al mondo ludico dell’infanzia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Che cosa vorresti comunicare?

Il tratto, il punto, la linea, pongono un accento metafisico alle opere. Il mio desiderio è quello di riuscire ad abbinare la rappresentazione di un soggetto principale, collocato in uno spazio e in un tempo non ristretti in rigorosi schemi, unita a quella che definisco una cascata di mille dettagli che la circondano. Questa è il mio concetto di pittura. Desidero quindi trasmettere una positività di fondo a chi osserva le mie opere, ossia uno slancio estetico che possa creare tramite un soggetto stilizzato nella mia arte, un collegamento con la vita reale di tutti i giorni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Riesci a vendere i tuoi quadri?

Riesco a rendere acquistabili soprattutto i miei quadri di dimensioni più piccole, vendendoli a prezzi proporzionati al portafoglio della classe sociale media e medio alta di Bari. La soddisfazione più grande l’ho avuta recentemente quando un gestore di un bed & breakfast ha acquistato alcuni miei quadri per arredare la sua struttura. Purtroppo il rammarico più grande che avvertiamo sia io, sia i miei colleghi è più che altro dovuto al fatto che molto spesso coloro che acquistano un quadro o lo rivendono a un prezzo più alto oppure lo utilizzano come oggetto di scambio. Si sta perdendo il concetto di avere un dipinto nel proprio salone di casa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le mostre d’arte aiutano?

A Bari ho sempre avuto difficoltà a far emergere le mie opere all’interno delle mostre d’arte. In provincia, a Polignano a Mare, Giovinazzo, Sannicandro e a Ostuni mi è stata data la possibilità di esporre, però sono sempre io che ho sempre dovuto affrontare la maggior parte delle spese economiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nonostante questo vorresti continuare a fare dell’arte il tuo lavoro?

Una volta rimasi a dir poco basito quando un signore mi disse “Il pittore serve meno dell’aria condizionata a dicembre”. Ma io ogni giorno dipingo, mi impegno e metto tutte le mie energie in ciò che per me è un vero e proprio lavoro. Uno dei miei desideri più grandi è riportare la pittura alla valenza che aveva un tempo, come nel 500, quando in punto di morte i sovrani preferivano, sul punto di morte, avere al proprio fianco il committente pittore che gli dipingesse un’opera, per dare giovamento allo spirito. Una volta una donna mi disse: "Claudio, i tuoi quadri fanno ridere l'anima". Ecco, è questo il mio obiettivo: quello di generare un sorriso, una lacrima o un ricordo in chi osserva un dipinto firmato “Bax”.


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