di Eva Signorile

Torre a Mare, la sabbia ha invaso il porto: inquinamento e danni
BARI – Torre a Mare è fondamentalmente un porto: vive grazie al mare. Eppure sono anni che un problema legato proprio alla sua principale risorsa, limita notevolmente lo sviluppo del quartiere a Sud di Bari. Stiamo parlando dell’insabbiamento del porticciolo locale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
«Qui non c’è più mare». Rino Foggetti, proprietario di una delle imbarcazioni ormeggiate nel porto, non usa giri di parole e indica le barche che sussultano a causa del vento di maestrale. «Le acque non sono molto tranquille in certe condizioni climatiche – avverte - il fondale è troppo basso e l’acqua non ha spazio sufficiente per scorrere via tranquilla».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
L’insabbiamento del porto, infatti, è talmente grave da impedire il galleggiamento delle imbarcazioni, che finiscono con l’essere danneggiate o col finire inghiottite dalle sabbie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il problema è aggravato dalla stessa posizione del porticciolo, esposto al maestrale. «Quando ci sono mareggiate con venti prevalenti da nord o nord-ovest - spiega Foggetti – il porto diventa davvero poco sicuro. Se aggiungiamo il problema dell’insabbiamento, le cose si aggravano. Altro che rifugio, questa è una trappola».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Foggetti racconta anche di essere entrato letteralmente con la sua auto nel bacino portuale, in un momento in cui c’era bassa marea e ci mostra le foto della sua Range Rover scura parcheggiata lì dove avrebbero dovuto esserci delle barche e dove regna invece la sabbia (vedi foto galleria).
 
La sua barca giace capovolta sulla banchina, invece di essere ormeggiata, pur avendo avuto in concessione il posto numero 5. Altri, preferiscono rivolgersi a gestori privati o lasciare l’imbarcazione in qualche deposito. Malgrado ciò, i concessionari di un posto barca, sono obbligati a versare comunque un contributo annuo al Demanio, pena la perdita dello stesso posto. I prezzi della concessione variano da 350 euro fino a 800 euro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il problema dell’insabbiamento si incrocia poi con quello relativo all’inquinamento della sabbia presente nel porto, nella quale, a seguito di indagini dell’Arpa, è stata rintracciata la presenza di idrocarburi (e sembra anche di metalli pesanti).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
Un tempo, il dragaggio delle acque era effettuato prelevando le sabbie dal porto per poi buttarle al largo, ma una normativa europea prevede che le sabbie portuali contaminate da idrocarburi siano trattate come rifiuti speciali e che, di conseguenza, debbano essere sottoposte a trattamenti particolari e non possano essere rilasciate in mare. Ma questa procedura ha costi proibitivi per le casse comunali: si è parlato di una cifra superiore ai 4 milioni di euro. Per questo motivo, le opere di dragaggio sono ferme da almeno sette anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La cosa assurda – racconta Foggetti – è che ogni volta ci viene detto che i lavori di dragaggio inizieranno in autunno, poi però quando arriva ottobre, ci raccontano che il tempo è brutto e quindi si deve rinviare alla primavera. Arrivato aprile ci viene però detto che, siccome si va incontro alla bella stagione, non si può dragare il porto perché è molto frequentato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Le sabbie, però, continuano a depositarsi, non solo nelle acque del porto, ma anche sulla banchina, dove si passeggia e dove si affacciano molti ristoranti: se sono davvero tossiche, come è possibile che la gente continui a frequentare quest’area?

Nel febbraio dello scorso anno  l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Bari, Marco Lacarra, aveva rassicurato i cittadini: era pronto un progetto finanziato dalla Regione Puglia. Queste le sue parole: «In primavera saremo pronti per andare in gara, ma i lavori si eseguiranno materialmente a settembre perché non ci sembra opportuno procedere nel periodo estivo». Da allora, un’altra primavera e ancora un autunno sono trascorsi senza che nulla si sia mosso tra le sabbie di Torre a Mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
È del mese scorso la notizia per cui sarebbe pronto il capitolato d’appalto per il dragaggio del porto di Torre a Mare, un progetto che costerà 1 milione e 300.000 euro e sarà interamente finanziato con fondi regionali. Rinvieremo ancora al prossimo autunno?


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