di Redazione

Puglia Digitale 2030: la regione punta tutto sull'innovazione tecnologica

La Puglia si prepara a un salto nel futuro. Con la recente approvazione della Deliberazione del 19 giugno 2025, la Regione ha ufficialmente lanciato il programma “Puglia Digitale 2030”, un progetto ambizioso che mira a trasformare l’intero ecosistema regionale attraverso l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione dei servizi pubblici e lo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini.

In un periodo in cui la competizione tra territori non si gioca più solo sulla bellezza dei paesaggi o sulla qualità della produzione agricola, la vera sfida è digitale. E la Puglia vuole giocarla da protagonista. Il piano si inserisce nell’ambito della Strategia di Specializzazione Intelligente “Smart Puglia 2030” e si allinea agli obiettivi del PNRR, con un focus chiaro sulla riduzione del digital divide e sul potenziamento delle competenze tecnologiche, soprattutto tra le PMI.

Ridurre il divario digitale: un imperativo

Uno degli obiettivi principali del programma è ridurre il divario digitale tra cittadini e imprese, con particolare attenzione alle aree più rurali. Spesso, chi non vive in città pensa che la tecnologia sia solo una questione di curiosità o intrattenimento, ma in realtà una connessione stabile, competenze digitali e servizi online efficienti sono strumenti strategici per lo sviluppo economico e sociale di un territorio.

La spesa media pro capite per il gioco online in Puglia è stata di circa 2.500 euro, con alcune località che hanno registrato cifre significativamente più alte, come Martina Franca e Nardò. Questo dato dimostra quanto l’accesso a piattaforme digitali sia ormai parte integrante della vita quotidiana: persone di ogni età imparano a gestire conti, servizi e strumenti online, e piattaforme come i top nuovi casino mostrano come la familiarità con il digitale stia crescendo in modo concreto e diffuso. Oltre 1,5 milioni di cittadini pugliesi hanno creato conti attivi sulle piattaforme di gioco online, gestendo depositi, prelievi e operazioni complesse: un chiaro indicatore di come la pratica del gioco digitale contribuisca a sviluppare competenze tecnologiche utili anche al di fuori del settore del gaming.

Il piano prevede investimenti consistenti nella connettività e nella formazione digitale. Per esempio, le PMI avranno accesso a contributi per consulenze in ambito tecnologico, strategico e commerciale, oltre che per l’acquisto di software e hardware. Il bando “Trasformazioni Puglia” mette a disposizione 23,5 milioni di euro proprio per questo scopo, garantendo che le piccole e medie imprese possano non solo sopravvivere, ma prosperare nell’era digitale.

Innovazione aperta: prototipi e collaborazioni

Accanto al supporto alle PMI, il programma punta sull’innovazione aperta. L’avviso “Innovazione Aperta” stimola lo sviluppo di prototipi in settori strategici come la manifattura sostenibile, la salute digitale e le comunità tecnologiche. L’idea è semplice: non basta avere un’idea brillante, occorre testarla, validarla e integrarla in un ecosistema collaborativo.

Un esempio concreto arriva dall’area di Bari, dove piccole startup tech hanno iniziato a sviluppare dispositivi IoT per monitorare la qualità dell’aria nelle scuole. Senza incentivi come quelli previsti da “Innovazione Aperta”, molti di questi progetti resterebbero confinati nei laboratori universitari.

Cultura e tecnologia: check-in culture 2030

La Puglia non guarda solo alla tecnologia fine a se stessa. Con la strategia “Check-in Culture 2030”, la regione investe anche nella valorizzazione del patrimonio culturale. I 385 milioni di euro stanziati serviranno a digitalizzare musei, archivi e siti archeologici, rendendo accessibili esperienze immersive ai cittadini e ai turisti. La tecnologia diventa così un ponte tra passato e futuro, tra storia e innovazione.

Pensiamo ad esempio a un progetto pilota a Lecce, dove l’utilizzo di realtà aumentata consente ai visitatori di passeggiare tra le rovine romane mentre sul proprio smartphone vedono ricostruzioni storiche in 3D. È questo tipo di approccio integrato, culturale e tecnologico, che distingue una strategia digitale matura da una semplice operazione di marketing.

Governance partecipativa e risorse finanziarie

Un altro punto di forza del programma è la governance partecipativa. Un gruppo interdipartimentale composto da dirigenti regionali, ARTI, Puglia Sviluppo e InnovaPuglia S.p.A. coordina le attività, mentre un Osservatorio regionale coinvolge università, comuni, distretti produttivi e centri di ricerca. L’obiettivo è chiaro: le decisioni non devono nascere solo dalle scrivanie burocratiche, ma dal confronto continuo con chi vive e lavora sul territorio.

Sul fronte finanziario, il programma integra fondi PNRR con risorse strutturali POR FESR-FSE+ 2021-2027, garantendo oltre 210 milioni di euro per digitalizzazione, formazione e innovazione. Una cifra significativa, che deve però essere gestita con attenzione, perché un investimento tecnologico mal pianificato può trasformarsi rapidamente in un semplice costo.

Sfide e opportunità future

Non mancano le sfide. Territori rurali ancora poco connessi, gap di competenze digitali e la necessità di stimolare la partecipazione femminile nel settore STEM rappresentano questioni delicate. Ma il programma offre anche opportunità concrete: logistica intelligente nei porti, realtà aumentata per la formazione, gestione sostenibile dei dati. Chi saprà sfruttarle potrà vedere la Puglia non solo come una regione turistica, ma come un hub tecnologico nazionale.



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