di Eva Signorile

Tra topi e rifiuti, lo stato di abbandono dell'ipogeo La Caravella
BARI – Sfida importante per Legambiente e il gruppo speleologico “Vespertilio” del Cai (Centro alpino italiano) di Bari. Nell’ambito della manifestazione nazionale “Puliamo il mondo”, prevista per i giorni 27, 28 e 29 settembre, gli ambientalisti e gli speleologi del capoluogo pugliese hanno organizzato “Puliamo il buio”. Obbiettivo: pulire l’ipogeo barese “La Caravella”, completamente sommerso dai rifiuti.

Gli ipogei sono insediamenti abitativi sotterranei, scavati nella roccia, tipici dell’area mediterranea. Si sono diffusi in modo particolare nel medioevo, ma già in epoca antichissima, le popolazioni avevano imparato a sfruttare le cavità tipiche del territorio carsico come rifugi. Nel capoluogo pugliese e nei comuni dell’area metropolitana, si contano circa 300 ipogei. L’insediamento della Caravella è formato da tre complessi, per un totale di 11 ingressi e prende il nome da un affresco presente in una delle grotte e che raffigura un’imbarcazione. Vi si può accedere da via Generale Dalla Chiesa, nei pressi del cosiddetto "tondo di Carbonara", situato sull'estremo prolungamento di via Giulio Petroni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Purtroppo però questi siti, nonostante siano sottoposti a vincoli archeologici diretti e vincoli idrogeologici, sono di fatto abbandonati all’incuria. Noi abbiamo seguito il difficile lavoro dei volontari. E questo è il nostro racconto (vedi foto galleria).

Raggiungiamo i volontari la mattina di sabato. L’area circostante all’ipogeo si presenta così: con immondizia, abiti e rifiuti abbandonati a far mostra di sé praticamente ovunque, in contrasto con il giallo ridente dei fiori di croco appena sbocciati. All’ingresso dell’ipogeo troviamo una piccola montagna di rifiuti accatastati: sono quelli raccolti dai volontari in maglia gialla di Legambiente nei dintorni del vano sotterraneo assieme a quelli trascinati all’esterno dell’ipogeo, dagli speleologi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Davanti ai nostri occhi si stende uno scenario apocalittico fatto di metri di cavi elettrici bruciati, resti di elettrodomestici, pezzi di ceramica, scarti di materiale edilizio, abiti dismessi. Sembra ormai prassi acquisita quella di gettare all'interno degli ipogei ogni genere di rifiuti per poi darvi fuoco quando serve nuovo spazio. Si tratta di una pratica pericolosissima, perchè libera nell'atmosfera le diossine presenti nel materiale plastico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Proviamo ad entrare all’interno dell’ipogeo: camminiamo su una preoccupante fanghiglia molle. Intorno a noi, le pietre crollate testimoniano che il tempo, l’incuria delle istituzioni e l’inciviltà di alcuni,  stanno facendo bene il loro lavoro di cancellazione della nostra storia. Mentre il tanfo che si sprigiona nell’ambiente, dovuto a un probabile recente incendio e a qualcos’altro di organico che non vogliamo riconoscere, è tale che resistiamo solo qualche minuto. 

«La pulizia di questi ipogei è superiore alle possibilità dei nostri mezzi – ammette Gianfranco Algieri, presidente del circolo di Legambiente Area Metropolitana  – tanto che abbiamo dovuto richiedere un intervento dell’Amiu già da questa mattina». L’ente aveva assicurato l’invio di un mezzo, ma ancora ieri mattina nessun mezzo era giunto sul luogo. «Forse avranno avuto qualche altra emergenza cui far fronte – ipotizza l’ambientalista – in ogni caso noi non lasciamo l’opera incompiuta: torneremo anche nei prossimi giorni e continueremo a richiedere interventi di bonifica da parte degli enti preposti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per Algieri, ci sarebbero tutti i presupposti per una denuncia di reato ambientale e la presenza delle guardie forestali, nella mattinata di sabato 28, costituisce certamente un buon punto di partenza per l’avvio di un processo giudiziario.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per concludere, registriamo la delusione dei cittadini che vivono nei pressi dell’ipogeo. «Speravano tutti che fossimo venuti a eliminare i topi», spiega Marco Petruzzelli, consigliere del gruppo speleologico Vespertilio. E sì perché se si buttano rifiuti ovunque, non è che ad andarci di mezzo c’è solo la storia e l’archelogia, ma anche l’igiene e la salute. Una cosa ovvia vero?


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