di Eva Signorile

Acque di scarico nella Lama San Giorgio: «Diciamo no, è un'assurdità»
RUTIGLIANO – Le lame sono grandi solchi del terreno, tracciati da corsi d’acqua che esistevano milioni di anni fa. La loro funzione naturale è quella di convogliare le acque piovane dall’alto piano della Murgia fino al mare e la loro presenza impedisce che le inondazioni possano avere esiti catastrofici. Lungo il litorale barese, si trovano le foci di ben nove lame e al loro interno il paesaggio naturale è molto variegato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per la Regione Puglia, però, le lame non sono tutte uguali: capita così che, se a nord di Bari si istituisce il “Parco regionale di Lama Balice”, un destino ben diverso è invece programmato per Lama San Giorgio, che attraversa sei comuni del sud-est barese e sfocia nell’omonima “cala”, nei pressi del porticciolo di San Giorgio, a sud del centro di Bari. La Regione Puglia ha infatti individuato in Lama San Giorgio il recapito finale delle acque reflue dei comuni di Gioia del Colle, Putignano, Sammichele, Casamassima.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Precisamente le acque di scarico verrebbero convogliate nel Vallone Giotti (vedi foto galleria), una delle aree della Lama, che sorge nei pressi di Rutigliano. 

La questione è arrivata anche in Parlamento, dove il deputato pugliese Emanuele Scagliusi ha depositato un’interrogazione alla Camera, perché venga fatta “chiarezza su una precisa situazione che vede protagonista una zona dichiarata area naturale di pregio già dal 2008”. Nel frattempo alcuni cittadini si sono costituiti nel “Comitato per la difesa di Lama San Giorgio”: abbiamo raccolto le ragioni della loro protesta ascoltando il portavoce del comitato, Gianni Nicastro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché vi siete costituiti in comitato?

Il gruppo esiste da circa due anni, da quando, cioè, nell’aprile del 2011, ci siamo accorti di alcuni tubi in pvc, portati a Rutigliano dal Comune di Casamassima, in attesa di essere interrati: erano i tubi del depuratore. A quel punto, abbiamo capito cosa stava succedendo e ci siamo mobilitati per bloccare i lavori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I cittadini di Rutigliano erano quindi all’oscuro della decisione di convogliare le acque reflue di Casamassima nella porzione rutiglianese di Lama San Giorgio?

Non proprio all’oscuro: già nel 2008 la Regione aveva esplicitato la sua idea di trasformare la lama in un banale canale per le acque reflue. L’individuazione di Lama San Giorgio come recapito finale dei reflui di ben quattro depuratori è nel Piano di Tutela delle acque. Ma il Comune di Rutigliano aveva espresso, all’unanimità, parere contrario a questa scelta. Poi, non ne abbiamo più sentito parlare fino all’aprile del 2011.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché vi opponete a questa scelta?

Qui a Rutigliano, il depuratore dovrebbe scaricare le acque reflue proprio all’interno del “Vallone Guidotti”, praticamente la zona più di pregio del territorio rutiglianese. Si tratta di un’area davvero notevole, sia dal punto di vista paesaggistico, che architettonico e storico. Nell’area ci sono ben due zone soggette a vincolo archeologico diretto: una delle due, Parco San Nicola, si trova proprio di fronte alla zona in cui dovrebbero confluire i reflui del depuratore: vi sono presenti i resti di un villaggio del neolitico. A qualche centinaio di metri più a valle, poi, c’è l’area archeologica dell’Annunziata (vedi foto galleria), così chiamata per via della chiesetta rurale che la domina da una roccia e che è stata recentemente ristrutturata. L’intera zona di Lama San Giorgio è molto amata e frequentata dai rutiglianesi. Ci sono sentieri, boschi. Inoltre, l’Acquedotto pugliese ha un pozzo proprio nei pressi del Vallone Guidotti: chi ci garantisce che un giorno, le acque reflue non si infiltreranno nel sistema idrico dell’AQP?


Ma il Piano di tutela delle Acque si rifà a dei valori ben precisi e vincolanti.

I limiti sono quelli imposti dalla tabella 4 dell’allegato 5 del D. Lgs n.152/2006, ma sappiamo tutti in quale stato versa il sistema dei depuratori in Puglia e particolarmente nel barese. Pochi giorni fa Legambiente ha pubblicato un dossier allarmante sulla situazione del trattamento dei reflui nel nostro territorio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Però le acque reflue devono trovare una loro sistemazione…

Sette comuni hanno, due anni fa, avevano proposto come alternativa allo scarico in lama il "collettore intercomunale" un progetto dell'AQP, finanziato per 27 milioni di euro dalla comunità europea. Nel frattempo, nelle more della realizzazione del collettore, si poteva ricorrere al sistema delle "trincee drenanti" , che avrebbe raccolto i reflui per affinarli e distribuirli in agricoltura a valle prima di essere scaricati nel mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Cosa è andato storto, allora?

Il Comune di Bari si è opposto. L’assessore  all’ambiente, Maria Maugeri non vuole che i reflui finiscano nel territorio del capoluogo, già funestato dalla presenza dei coliformi fecali. Ma i coliformi fecali a Bari ci sono proprio perché è il sistema dei depuratori che non funziona: il depuratore Bari ovest, ad esempio, è in una situazione drammatica. Dai comuni interessati, invece, i reflui arriverebbero in “tabella 4”, come vuole la legge, e non in “tabella 1”, la più sporca, come sarebbe con i depuratori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In tutto ciò però il mare sarebbe salvo: le acque filtrate dal depuratore non dovrebbero arrivare sulla costa…

È qui l’assurdità. Dalla Regione sostengono che l’acqua verrà assorbita interamente dalla lama, ma stiamo parlando di 300 litri di acqua al secondo: in un anno sono 10milioni di metri cubi. Davvero pensano che il territorio della lama sarà in grado di mantenere una tale massa di reflui? Per non parlare di cosa potrebbe succedere in caso di alluvioni. L’ultima c’è stata tra il 22 e il 23 ottobre del 2005, mica tanto tempo fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A che punto sono adesso i lavori?

Li abbiamo bloccati. Ci siamo riusciti già una prima volta, nell’aprile del 2011: l’Acquedotto non si era accorto che, trovandosi in un’area soggetta a vincolo architettonico indiretto, prima di effettuare i lavori avrebbe dovuto chiedere i permessi alla Sovrintendenza. Poi li abbiamo bloccati recentemente, perché, una volta ottenuti i permessi, la ditta appaltata dall’Acquedotto ha ignorato il vincolo posto dalla Sovrintendenza, cioè quello di effettuare i lavori sotto la vigilanza di un archeologo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E ora?

Adesso hanno richiesto un archeologo, ma si è presentato un altro problema: l’ultima particella del percorso che il tubo farà prima di sfociare nel Vallone Guidotti, è di proprietà del Comune di Rutigliano, che lo ha concesso in fitto a una cooperativa. La Regione insomma su quella particella non ha alcun potere di esproprio: dovrà prima risolvere questa situazione e poi potrà procedere con i lavori. Ma il sindaco di Rutigliano ha già affermato più volte che mai e poi mai avrebbe concesso l’esproprio di quest’area.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sta dicendo che il destino di Lama San Giorgio è appeso a un fazzoletto di terra?

Precisamente.


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Eva Signorile
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