di Francesco Sblendorio

Bari, doppi turni di lezione al Marconi-Hack: soluzione lontana e rischio sciopero degli studenti
BARI - Forse neanche due scienziati come Guglielmo Marconi e Margherita Hack riuscirebbero a trovare una soluzione al caso che interessa in questi mesi la scuola barese che porta il loro nome.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo dell’istituto “Marconi–Hack” di piazza Poerio, nel quartiere Madonnella di Bari. Lo storico edificio (è qui dal 1960) è oggetto di lavori finanziati con fondi del Pnrr che devono concludersi entro fine marzo 2026. Tuttavia i ritardi accumulati hanno indotto la Città Metropolitana, proprietaria dello stabile, a intervenire contemporaneamente su più della metà dell’immobile, privando al momento la scuola di oltre 30 aule e costringendo gli alunni a doppi turni di lezione, con conseguenti enormi disagi.  

C’è da sottolineare come tra istituto tecnico tecnologico, liceo scientifico e corsi serali, il “Marconi – Hack” ha una popolazione scolastica di oltre 2mila studenti non facile da gestire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il dialogo tra scuola e istituzioni non è mancato, ma la soluzione individuata per scongiurare la turnazione non sembra soddisfare tutti. Ma vediamo con ordine come sono andati i fatti.

Il “Marconi – Hack” è beneficiario di un finanziamento di 6,8 milioni di euro per l’esecuzione di opere finalizzate all’adeguamento antisismico ed energetico dell’edificio. «L’idea iniziale era di dividere la struttura in cinque lotti – spiega Vito Triggiani, uno dei genitori del Consiglio d’Istituto del liceo “Hack” – e di intervenire su uno alla volta, in modo da avere sempre a disposizione gli altri quattro quinti dello stabile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Se non fosse che i lavori che dovevano cominciare nel 2023 sono partiti solo l’anno seguente. Così, per far fronte al ritardo accumulato, l’11 agosto scorso la Città Metropolitana ha annunciato l’apertura di un cantiere in tre quinti dell’immobile. A dettare legge infatti è una data precisa: il 31 marzo 2026, termine inderogabile per la conclusione delle opere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da subito è apparso chiaro come l’accelerazione degli interventi avrebbe comportato la temporanea inagibilità di 34 aule, con conseguenti disagi per studenti e docenti. Una soluzione che ovviamente non è piaciuta all’istituto, che ne ha chiesto la revoca alla Città Metropolitana. Ma quest’ultima ha proseguito per la propria strada, predisponendo i lavori sulla porzione di edificio da via Rosselli al vano ascensore sul lato di piazza Poerio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si è arrivati così al 3 settembre, quando la dirigente scolastica Rosanna Brucoli, con l’inizio delle lezioni ormai alle porte, non ha potuto fare altro che comunicare a studenti, famiglie e personale che si sarebbe proceduto con i doppi turni. Dal 16-17 settembre quindi, 34 classi frequentano la mattina, mentre altrettante sono costrette a farlo di pomeriggio, alternandosi da una settimana all’altra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Con evidenti ricadute negative – denuncia Triggiani -. Innanzitutto sul diritto allo studio: la turnazione ha imposto la riduzione delle ore di lezione a 45 minuti l’una e così ogni settimana si perde l’equivalente di un intero giorno di scuola. Per non parlare della mobilità: il “Marconi – Hack” è frequentato da ragazzi di tutta Bari e provincia per i quali è spesso difficile trovare mezzi pubblici per tornare a casa dopo le 19.30». 

La scuola non è comunque rimasta inerte e ha chiesto un tavolo di mediazione con le istituzioni per trovare locali idonei in cui trasferire le classi che lo stabile di piazza Poerio al momento non può ospitare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’incontro è avvenuto il 9 settembre in Prefettura e vi hanno partecipato i rappresentanti del “Marconi – Hack”, della Città Metropolitana e degli Uffici Scolastici Regionale (Usr) e Provinciale (Usp). Il risultato è stata una soluzione condivisa capace di conciliare due diversi obiettivi: proseguire i lavori finanziati dal Pnrr e garantire una sistemazione idonea agli studenti, evitando doppi turni. Si è pensato infatti di spostare le classi “in esubero” in un edificio di via Re David, sede di uffici della Città Metropolitana e dell’Usp che per qualche tempo si sposteranno in altri vani dello stesso immobile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ambienti che tuttavia andavano adattati ad accogliere le scolaresche. «E infatti i lavori di adeguamento sono già iniziati e dovrebbero terminare a metà ottobre - ci ha rivelato il delegato del Sindaco metropolitano per l’Edilizia scolastica, Marco Bronzini -. Si tratta di interventi di edilizia leggera: pitturazione, sistemazione dei servizi igienici e abbattimento di qualche tramezzo, in modo da unire stanze finora adibite a uffici per ottenere locali abbastanza ampi da ospitare aule scolastiche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto è bene quel che finisce bene? Neanche per idea. Quando tutto sembrava indirizzato verso una soluzione sono infatti sorte delle forti perplessità. In particolare è intervenuta la Cisl Fp di Bari, ricordando che sull’immobile di via Re David sono state segnalate criticità dal Servizio di Prevenzione e Protezione. «Come si concilia questa necessità con l’arrivo di circa 800 studenti?», si domanda il sindacato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il quale chiede immediate verifiche sulla staticità dell’edificio e l’adeguatezza delle misure di sicurezza, per garantire l’incolumità a chi vi lavora e a chi lo frequenterà nei prossimi mesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La soluzione della vicenda dunque pare ancora lontana, con il rischio di mobilitazioni sindacali all’orizzonte e lunghi mesi di scomodissimi doppi turni per studenti e insegnanti. «Anche perchè la preside sta rifiutando qualsiasi dialogo con i genitori – ci rivela il padre di un alunno –. E a questo punto a noi non resta che lo sciopero ad oltranza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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  • Maurizio - Chi ci rimetterà sono i ns figli e uno schifo lo studio ed in diritto dovere ma gli organi preposti non devono mettere condizioni da creare problemi di carattere sicurezza/stress/apprndimento/armonia famiglia/


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