di Giancarlo Liuzzi

Piazze sommerse, strade distrutte: la storia delle alluvioni che colpirono Bari negli anni 50
BARI – Strade invase da fiumi di acqua, piazze che paiono grandi laghi e barche arenate sul lungomare distrutto. È il drammatico quanto scenografico “spettacolo” a cui Bari assistette negli anni 50, quando due grosse alluvioni, a distanza di appena un anno una dall’altra, sconvolsero la città. Due “piene” che non causarono morti come quelle del 1905, del 1915 e del 1926, ma che portarono a devastazioni ed enormi disagi. (Vedi foto galleria)

La prima si ebbe tra il 17 e il 18 novembre del 1954: intense piogge e una violenta mareggiata causarono l'allagamento della centrale piazza Mercantile e di molte vie della città vecchia. I danni agli edifici furono notevoli, tutte le botteghe e le abitazioni a piano terra vennero totalmente sommerse dall’acqua. E si dovette trovare un riparo temporaneo a 686 persone rimaste senza un tetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dalle varie foto d’epoca scovate sui libri e sul web, si può avere un’idea di cosa sia stato per i baresi svegliarsi con il “mare sotto casa”. In un’immagine vediamo ad esempio un furgoncino che, con le ruote totalmente immerse nell’acqua, è impantanato tra piazza del Ferrarese e piazza Mercantile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quest’ultima come detto fu l’epicentro dell’alluvione. Una foto immortala il largo completamente immerso: fuoriescono solo la Fontana della Pigna e la Colonna Infame. Un’altra istantanea mostra invece la vicina via Vallisa con al centro un uomo con le gambe a mollo e in mano una tartaruga marina portata dal mare fin dentro la città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quasi fosse una maledizione, a distanza di un anno, il 26 novembre 1955, una violenta burrasca colpì nuovamente Bari. Questa volta ad essere danneggiato maggiormente fu il lungomare. In un filmato di quegli anni realizzato dalla Rai si osserva l’Adriatico in tempesta riversatosi sulla via litoranea.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma non solo, i forti venti e le onde spezzarono gli ormeggi di molte barche ancorate sul molo trascinandole fino a riva.  E’ il caso dello Sparviero, all’epoca il peschereccio più grande della città, di proprietà della storica famiglia di pescatori Pupillo. Nonostante numerosi tentativi per metterlo in salvo, si andò a schiantare nei pressi di N' dèrr'a la lanze', rovesciando lampioni e distruggendo parte del manto stradale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lo Sparviero rimase incastrato tra il basso fondale e la costa per mesi, fino a quando, nel febbraio del 1957, la Capitaneria di Porto fece finalmente rimuovere il relitto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una scena che il capoluogo pugliese visse nuovamente nel 1962, quando la nave “Iasi Constanta” si arenò davanti al litorale di San Cataldo. E poi nel febbraio 2019, quando fu il mercantile turco Efe Murat a rimanere incagliato di fronte alla spiaggia di Pane e Pomodoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché per quante precauzioni si possano prendere, la forza dell’acqua, del mare e del vento, avranno sempre ragione delle fragili opere dell’uomo. 

(Vedi galleria fotografica)

Qui il video della Rai realizzato dopo l’alluvione del 1955


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