di Maria Matteacci

Cozze, ''Parco dei Trulli'' e polemiche. Ma se il campo da golf fosse il meno peggio?

POLIGNANO - Terra rossa e trulli in pietra. E' lo scenario del tratto di costa che va dalla frazione molese di Cozze a quella polignanese di San Giovanni: la cosiddetta "freak beach". Nell'ottobre del 2010 il Comune di Polignano a Mare ha concesso la variante al Piano Regolatore Generale per la realizzazione del complesso turistico-residenziale "Parco dei Trulli", proposta dalla Società G.I.E.M e che vedrà essenzialmente la nascita di campi da golf e strutture balneari. Le polemiche si sono scatenate da subito. In molti temono che il paesaggio sia deturpato, perdendo per sempre la bellezza che lo ha sempre contraddistinto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si tratta di un progetto che risale addirittura al 1975 ma che all'epoca venne abbandonato per essere riaperto solamente nel 2000, quando in seguito a un accordo tra Regione, Comune e la G.I.E.M. si redasse un nuovo progetto denominato "Agape". Tale progetto fu però nuovamente bloccato e ripreso dieci anni più tardi con l'attuale "Parco dei Trulli".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Stando alla variante del P.R.G., il progetto di lottizzazione prevede due aree di intervento, una a valle (a nord) e una a monte (a sud) della Strada Statale 16. L'area a valle, caratterizzata dalla presenza di trulli in pietra, strade poderali, depositi e cisterne sarà destinata a campo da golf, aree pubbliche attrezzate a verde, viabilità pubblica di accesso al mare, percorso ciclo-pedonale e strutture di carattere temporaneo atte a permettere la balneazione. I parcheggi pubblici sono previsti a oltre trecento metri dalla linea costiera, dove inizia la zona a monte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La zona a monte è invece compresa tra la ferrovia e le complanari della SS 16. In quest'area sono previsti una zona del campo da golf a 9 buche, due alberghi e 244 ville private. Sulla totale area di intervento di un milione e 157mila metri quadrati, gli edifici residenziali e non residenziali ne occuperanno circa 40mila. L'area per il golf, circa 640mila.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non sono mancati i dissensi da parte degli agricoltori della zona e degli ambientalisti, che lamentano la deturpazione di un tratto caratteristico del paesaggio pugliese. In particolare il coordinamento territoriale cittadino "Custodiamo le coste" si è costituito appositamente tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 per boicottare il progetto e contrastare i presunti fenomeni di speculazione edilizia a danno dell'ambiente costiero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il fulcro di tutta la controversia è il campo da golf, ritenuto dal coordinamento, fallimentare in Puglia ed estremamente costoso per via dell'eccessivo consumo d'acqua necessario a irrigare il campo. Inoltre il gruppo ha menzionato l'uso di pesticidi e diserbanti atto a mantenere il green caratteristico dei campi golfistici, che porterebbe alla perdita della vegetazione autoctona. D'altro canto il piano comunale cita che le caratteristiche del campo da golf rientrano nella tipologia cosiddetta "links" ovvero di mantenimento delle condizioni orografiche, morfologiche e vegetazionali originarie del terreno, con il rafforzamento della componente naturalistica propria del territorio in questione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per "Custodiamo le coste" il piano di lottizzazione in questione nasconderebbe appetiti di natura economica di dubbia riuscita, per via della realizzazione di residenze private che nulla hanno a che vedere con le "ragioni di pubblico interesse e/o di pubblica utilità" richieste dalla giurisprudenza. Così facendo il rischio d'impresa andrebbe a ricadere sulla collettività attraverso l'uso improprio di finanziamenti pubblici. «Adesso il comune di Polignano è in fase di VAS (Valutazione Ambientale Strategica, ndr) - informa Giovanna, collaboratrice del comitato - e come coordinamento abbiamo presentato le nostre osservazioni al Rapporto Ambientale redatto dallo stesso Comune».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il movimento ha ricordato come il tratto costiero in questione sia uno dei rarissimi non cementificati e incontaminati del Sud Barese. Tuttavia basta immettersi nei pochissimi accessi non bloccati per volontà degli agricoltori locali con massi o cancelli per constatare la sporcizia e l'incuria che caratterizza la prossimità della costa: rifiuti ovunque, nessuna azione di contrasto all'inquinamento. Consideriamo anche che il piano assicura che tutti i caratteri e le emergenze paesaggistiche, saranno conservati e restaurati. In più sarà data la possibilità ai cittadini di accedere liberamente al mare, cosa che oggi è quasi impossibile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le domande che ci poniamo quindi sono: c'è un'alternativa all'ingresso dei privati? I cittadini possono finalmente cominciare a "vivere" quel tratto di costa? L'amministrazione pubblica può fare qualcosa per permettere a tutti di accedere al mare senza dover convivere con rifiuti di ogni genere? Perchè altrimenti e qui provochiamo, forse è meglio il compromesso di un campo da golf.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La storia continua.



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  • Anthony Green - sono contento che la giornalista trova una sola obiezione, peraltro futile, alle proteste di Custodiamo Le Coste, cioè che la gente del posto o del mare oggi butta l'immondizia fregandosi della collettività, dell'estetica e della natura. L'obiezione considero futile in quanto si tratta di un fenomeno "culturale" ahimè diffusissimo in Puglia, che allontana e fa schifare molti turisti che incontro ed è davvero difficile trovare tratti di costa privi di questo fenomeno abietto, che siano in mano a privati o del demanio. Non c'è alcun motivo per credere alle vaghe promesse di chi ha già annunciato il desiderio di trasformare irrimediabilmente un tratto di costa oggi boccata di ossigeno per migliaia di persone. Non vedo alcun tornaconto economico per i costruttori di una tale promessa, quindi si presume che rimarrà aria fritta. Piuttosto, ognuno cerchi di combattere contro l'atteggiamento della minoranza dei porci che cacciano i turisti.
  • uqbal - Ma quale provocazione? Il ragionamento e' giustissimo! un campo da golf e' di fatto un parco con una buca ogni tanto (e parliamo di sole 9 buche). Ed e' situato a monte di una superstrada a quattro corsie, quindi non proprio una zona incontaminatissima. Io la' ci vado spesso in bicicletta, e a parte qualche bella cala (che non sara' in alcun modo rovinata), il fatto che intorno al luogo si crei un attivo interesse al suo decoro (gente che ci viene in vacanza, turismo, possibilita' di accesso al pubblico, ecc. ecc.) e' piu' che benvenuto. Le foto sono eloquenti. Su come gli agricoltori stessi trattano i terreni e l'ambiente in prossimita' delle loro proprieta' si potrebbe comunque discutere molto. Nessuno si fa chilometri dal paese per andare a scaricare l'immondizia, tanto per cominciare...


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