di Vincenzo Drago

Figli adottivi, la ricerca dei genitori naturali passa da Facebook
BARI- Conoscere chi ci ha messo al mondo? Un diritto, una libertà quasi scontata, ma non per tutti: un figlio adottato può impiegare una vita per risalire ai suoi genitori biologici e spesso, a causa degli ostacoli posti dalla legge italiana, può anche non riuscirci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oggi però viene aiuto Facebook, con diversi gruppi (ad esempio “figli adottivi cercano genitori biologici”) creati appositamente per chi vuole raggiungere il desiderato ricongiungimento. La speranza è che mostrandosi e raccontando la propria storia sui social network si venga riconosciuti dalla madre o dal padre che abbiano deciso di cercare il proprio figlio abbandonato anni prima. Questo è quello che è avvenuto a Patrizia. «Cerco la mia bambina che oggi ha 18 anni: era destinata all'adozione e dopo il parto non l'ho rivista più», recitava il suo annuncio postato su Facebook. Dopo pochi giorni la donna è riuscita a mettersi in contatto con la figlia in precedenza disconosciuta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Basta spulciare i diversi gruppi per rendersi conto di quante persone vogliano scoprire le proprie origini. «Sono nata a Torino e sono stata adottata da una famiglia statunitense, cerco i miei genitori naturali della provincia di Foggia», scrive ad esempio Sara. «Non so niente della mia madre biologica che ha scelto l'anonimato: spero solo che un giorno possa conoscerla e sapere il motivo del mio abbandono», posta la messinese Francesca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alcuni di questi gruppi sono gestiti da Mariagnese Vaboni, 58 anni, nata in provincia di Bergamo, ma toscana d'adozione. La sua è una storia da raccontare. «Quando venni alla luce, in mancanza dei miei genitori, fui affidata a un istituto del posto - spiega la donna -. Rimasi lì per 10 mesi, fino a quando due angeli mi scelsero, mi portarono a casa loro in Sicilia, amandomi come una loro figlia. Crebbi nella spensieratezza e nella felicità più assoluta insieme con a mio fratello, adottato pure lui cinque anni dopo di me. Io non sapevo però di essere stata adottata – sottolinea Mariagnese -. Dopo la morte di mia mamma fu mia zia a rivelarmi che i miei genitori non erano quelli con cui ero cresciuta, ma altri, che mi avevano concepita quando erano ancora minorenni, rispettivamente a 14 e 16 anni. Ho delle forti ragioni per credere che io sia stata strappata a loro da qualcuno, forse dai miei nonni, che fecero credere che fossi nata morta. Mi strazia il cuore sapere che esiste al mondo una mamma che da 58 anni starebbe piangendo per la presunta morte della figlia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E come se non bastasse, ci si mette la legge ad aggravare le sofferenze di chi, come Mariagnese, vorrebbe solamente conoscere chi l’ha messo al mondo. Padre e madre possono infatti scegliere di rimanere nell'anonimato dopo il parto e in questo caso deve passare almeno un secolo prima che il figlio adottivo possa conoscere l'identità dei genitori biologici. È questa la "legge dei 100 anni", una norma che non ha eguali in Europa ed è stata condannata dalla Corte di Strasburgo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A livello nazionale il Comitato per il diritto alle origini biologiche e il Faegn (Figli adottivi e genitori naturali), sono le principali realtà che sollecitano un cambiamento della normativa in materia. Durante la scorsa legislatura sono giunte in Parlamento quattro proposte di modifica della legge, ma nessuna di queste è stata discussa. Da poco tempo ne è stata consegnata un'altra alla deputata Luisa Bossa del Pd: staremo a vedere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel frattempo la speranza risiede nei social network e nei consigli di chi gestisce questi gruppi. Mariagnese ad esempio raccomanda sempre a chi si rivolge a lei di procurarsi l'atto integrale di nascita, la cartella clinica e il certificato originale di battesimo, perché da questi tre documenti si potrebbero ricavare informazioni importanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Quello che le istituzioni dovrebbero capire – conclude la donna -sottolinea Mariagnese – è che noi adottati sentiamo il bisogno di capire perché siamo stati abbandonati. Solo così potremmo vivere sereni il resto della nostra vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il gruppo facebook  “figli adottivi cercano genitori biologici”: https://www.facebook.com/groups/169295966470837/?fref=tsper


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