di Francesco Sblendorio

Dare luce alla parte più ''underground'' di Bari: la Zona Industriale
BARI - C’è una parte di Bari in cui le opportunità si possono creare. È la Zona Industriale (ASI), che si estende tra il capoluogo pugliese e Modugno. Un territorio occupato esclusivamente dagli stabilimenti industriali, ai margini della città, una periferia percepita spesso dai cittadini come un mondo a parte. Con i suoi problemi e le sue risorse. Per risolvere i primi e valorizzare le seconde, nel 2012 è nata l’associazione “ImpresaPiùImpresa”. Ne parliamo con il suo presidente, l’ingegner Paolo Bevilacqua.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Che cos’è “ImpresaPiùImpresa”?

È il primo tentativo di unire gli imprenditori dell’area ASI, una sorta di enclave industriale nella città di Bari. Vogliamo creare nuove opportunità di business, riuscendo così a dare più occupazione in risposta alla crisi congiunturale. Al momento vi aderiscono 65 aziende, ma l’intento è di allargarci fino a coinvolgere le aree industriali di Bitonto, Giovinazzo e Molfetta. Potenzialmente l’associazione potrebbe arrivare a comprendere 900 imprese. Si tratta prevalentemente do piccole e medie imprese, anche se vi rientrano aziende di ogni tipo, senza distinzioni. Il criterio fondamentale dell’associazione è quello della vicinanza territoriale. Perché all’interno dello stesso territorio si vivono gli stessi problemi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Che tipo di problemi?

Quelli legati alla fruibilità del territorio, alla logistica, all’ecosostenibilità. Questa zona è difficile da raggiungere a causa delle scarse indicazioni e degli stradari che non la comprendono neppure. Raccoglieremo tutte le segnalazioni  su rotture e disfunzioni sulle strade, furti e atti vandalici allo scopo di rendere più sicura la zona. Solleciteremo le autorità competenti ad adottare un piano di integrazione e accoglienza per le persone che attualmente vivono nel campo Rom esistente. Richiederemo l'istituzione di servizi utili per i lavoratori delle imprese e per le loro famiglie: asili nido, scuole materne, mense a prezzi vantaggiosi, impianti sportivi. Poi c’è la questione rifiuti. Stiamo cercando di elaborare strategie che permettano di utilizzarli come fonti energetiche alternative o anche come materiali da impiegare nell’abbellimento di una zona altrimenti esteticamente degradata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Quali sono le vie da battere per raggiungere i vostri obbiettivi?

Presenza sul territorio, conoscenza dei problemi e dialogo con tutte le istituzioni. Il tavolo di confronto è lo strumento principale. In questo modo facciamo capire che il nostro scopo non è quello di opporci all’ente pubblico, come dicono i nostri detrattori, ma di collaborare insieme allo sviluppo, dando voce agli imprenditori. Così facendo si aumenta la consapevolezza delle necessità del territorio, di cui solitamente si conoscono solo i casi più gravi che arrivano alle cronache nazionali, come quello della Bridgestone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In cosa consiste questa “collaborazione” con le istituzioni?  

E’ un rapporto di apertura. Con i comuni di Bari e Modugno stiamo dialogando per ridurre la sproporzione tra le tasse pagate dagli imprenditori per lo smaltimento dei rifiuti e il relativo servizio di cui le imprese usufruiscono. Il nostro scopo è quello di farci ascoltare e riconoscere dalle pubbliche amministrazioni, cosa che fino a questo momento è avvenuta di rado. Per portare avanti un dialogo dovremo mostrarci sempre orientati alla soluzione e non alla creazione dei problemi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 


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