A Ortona una fontana offre vino gratis ogni giorno: «Benvenuto ai pellegrini di passaggio»
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martedì 2 settembre 2025
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di Francesco Sblendorio
Siamo a Caldari, piccola frazione di Ortona. É qui che dal 2016 si trova l’unica fontana del vino sempre attiva in Italia. Lungo lo Stivale ce ne sono infatti altre tre: a San Floriano di Collio (Gorizia), Marino (Roma) e Carosino (Taranto), ma tutte entrano in funzione solo in occasione di particolari eventi. Da quella ortonese invece, ospitata nel cortile di una azienda vinicola, il vino zampilla quotidianamente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo andati così a scoprire questa realtà immersa tra le coltivazioni a poca distanza dal mare. (Vedi foto galleria)
Caldari si trova a sud-est del centro di Ortona. Da qui bisogna imboccare la statale 538 e poi un’ampia via chiamata Contrada Caldari Stazione che conduce alla sede della cantina Dora Sarchese. Varchiamo quindi il cancello e percorriamo un vialetto che tra alberi e piante ci conduce a un fabbricato moderno, che coniuga il cemento a materiali più tradizionali come la pietra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad accoglierci è il titolare, il 60enne Nicola D’Auria, che fa gli onori di casa raccontandoci la storia della ditta. «L’impresa Dora Sarchese, stesso nome di mia madre – spiega –, fu fondata da me e mio padre Domenico nel 1983 per la coltivazione e vendita di uva, per divenire poi nell’89 divenne una cantina vinicola. Qui produciamo quel Montepulciano d’Abruzzo che sgorga dalla fontana».
Il signore ci accompagna così alla scoperta del simbolo della cantina. La fontana si trova in uno spiazzo ed è inserita in una struttura a forma di botte in legno aperta frontalmente e capace di contenere più persone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Vediamo due visitatori entrare nella botte e prendere un bicchiere dal dispenser sulla sinistra, per poi avvicinarsi a una vaschetta in pietra bianca su sui sono montati due rubinetti. Premendo su una levetta, ecco sgorgare a volontà il vino pronto a essere gustato gratuitamente. Ad accogliere i bevitori, sulla parete della botte, vi sono una croce dipinta e un’iscrizione dedicata a chi passa da lì: «Bevi vino che non sai donde sei venuto, sii lieto perché non sai dove anderai». (Vedi video)
Se il funzionamento della fonte è semplice, la sua storia mescola religiosità e spirito imprenditoriale, tradizione e arte del riciclo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Era il 2016 quando Nicola si trovò a parlare con Dina e Luigi, due coniugi di Ortona reduci dal Cammino di Santiago, in Spagna. Lungo il percorso si erano fermati nella regione della Navarra, in particolare nella cittadina di Estella, 380 chilometri a nord di Madrid. Lì avevano visitato una cantina con una fontana che dispensava nettare degli dei a tutti, specialmente ai pellegrini bisognosi di ristoro. E così D’Auria ascoltando il racconto dei due ebbe l’intuizione di replicare la fontana spagnola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il quel periodo io ero già molto attivo nella valorizzazione del nostro territorio – spiega Nicola, che per 15 anni è stato presidente del Movimento Turismo del vino Abruzzo –. Promuovevo diverse iniziative di turismo “lento” come il Cammino di San Tommaso: un percorso religioso che parte da Roma e termina proprio a Ortona, nella cui cattedrale sono conservate le reliquie del santo apostolo. Dina e Luigi partecipavano alle attività del Movimento e insieme capimmo che c’erano diverse analogie tra Ortona ed Estella: su tutte, la tradizione vinicola e la presenza di un itinerario battuto dai pellegrini. Insomma, non poteva non esserci una fontana del vino anche qui da noi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da vero imprenditore Nicola non perse tempo e nel giro di un mese la fece realizzare al centro della sua azienda, in collaborazione con l’associazione Cammino di San Tommaso. La progettazione dell’opera fu affidata all’architetto ortonese Rocco Valentini, che utilizzò, come materiale di recupero, due botti da 10mila litri l’una. La prima fu destinata a contenere la fontana, per la quale fu creato un meccanismo che attingesse vino da un serbatorio interrato da 3mila litri. La seconda fu invece smembrata e le sue assi usate per costruire varie insegne.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A ottobre 2016 fu così inaugurato quello che si presentava come un vero monumento all’accoglienza e alla tradizione vinicola. «Questo speciale punto di ristoro è una sorta di benvenuto a chi passa da qui – dice D’Auria – e celebra l’antico legame tra il vino e il nostro territorio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I vini abruzzesi compaiono infatti già nelle cronache di epoca romana relative alle imprese di Annibale. Dal XIII secolo, grazie ad accordi commerciali con Venezia, si diffusero tanto da rendere la cittadina adriatica il più importante centro eno-produttivo abruzzese.
Tuttavia l’idea di Nicola non piacque a tutti. «All’inizio alcuni miei parenti temevano che in questo modo si finisse solo per regalare il frutto del nostro lavoro – sottolinea –. Si sbagliavano però, perché non appena la notizia della fontana cominciò a diffondersi ottenemmo subito un rapido ritorno d’immagine».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tanto che lo stesso Cammino di San Tommaso si è leggermente spostato proprio per favorire la visita alla fontana. «In origine il percorso non passava da qui – sottolinea D’Auria con una punta di orgoglio -, ma poi la fontana cominciò a essere segnalata sulle mappe e così si decise di deviare il tragitto di circa un chilometro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oggi sono migliaia le persone che ogni anno si dissetano alla fontana del vino. «Ci sono i semplici curiosi che bevono e vanno via, ma la maggior parte sono pellegrini - dice Nicola prima di salutarci -. Ormai posso dire di aver cambiato lavoro: faccio il fontaniere».
(Vedi galleria fotografica)
Nel video la nostra visita alla fontana del vino di Ortona:
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