di Francesco Sblendorio

L'eccezionale 7 maggio 1957: le ossa di San Nicola andarono in processione sotto la "neve"
BARI – «All'epoca avevo 15 anni e rammento come fosse ieri quella strana neve in primavera: coincise con una particolare festa di San Nicola e io e tutti i miei concittadini la interpretammo non come casualità, ma come un vero e proprio segno mandatoci dal santo di Myra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parole dell’80enne barese Emilia, che torna indietro nel tempo per ricordare un giorno eccezionale per Bari: quello del 7 maggio 1957. In quella data, per la prima e unica volta nella storia, le ossa del Patrono furono portate in processione per il centro cittadino, accompagnate da una "nevicata" fuori stagione. (Vedi foto galleria)

Tutto ebbe inizio quattro anni prima, durante la notte tra il 5 e il 6 maggio 1953. In previsione dei lavori di consolidamento e di restauro della Basilica e della cripta in particolare, le Sacre Ossa furono infatti riesumate dal sepolcro nel quale giacevano ininterrottamente dal 1089.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un’apposita commissione nominata da Papa Pio XII e guidata dal professor Luigi Martino, docente di Anatomia umana dell’Università di Bari, effettuò su di esse degli studi scientifici. Ne emerse che i reperti appartenevano a un uomo morto oltre i 70 anni, di media altezza, con tratti somatici mediterranei, affetto da artrite e il cui scheletro era stato sepolto diversi secoli dopo il decesso. Tutti elementi che coincidevano con la figura di San Nicola così come è stata tramandata nel tempo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel maggio del 1957, al termine degli interventi di manutenzione, le reliquie del Patrono (che per quattro anni erano state esposte al culto dei fedeli), dovettero tornare al loro posto. Prima però il clero decise di organizzare alcune iniziative per commemorare degnamente il Santo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Bari fu raggiunta da gruppi di pellegrini di varie diocesi pugliesi e lucane e in chiesa si susseguirono celebrazioni in tutti i riti orientali in cui il San Nicola è venerato: da quello greco all’armeno, dal bizantino-slavo fino all’etiopico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma il momento culminante arrivò martedì 7 maggio, quando le ossa percorsero le strade del centro, sfilando tra le preghiere dei baresi. Un qualcosa che non era mai avvenuto prima e che non si è mai più ripetuto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Fra due ali fittissime di popolo – si legge nella cronaca del “Bollettino di San Nicola” del 1957 – le Ossa del grande Taumaturgo, racchiuse in una artistica urna di cristallo, illuminate da potenti lampade hanno percorso via Carmine, piazza Odegitria, piazza Castello, piazza Massari, corso Vittorio Emanuele, via Vittorio Veneto, via Putignani, corso Cavour e il Lungomare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La struttura sulla quale i resti furono portati in processione è ancora oggi visibile in Basilica, nella Cappella delle Reliquie. Si tratta di una teca trasparente con i relativi sostegni a forma di delfino posizionata sulla destra del museo, la cui base lignea, con gli stemmi di Bari e dei Comuni della provincia si trova subito dopo l’ingresso, davanti a un busto argenteo del Santo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Migliaia di persone assistettero all’evento, accompagnando anche il ritorno del Santo in chiesa: uno “spettacolo” che venne pure trasmesso sugli schermi televisivi, una novità per l’epoca, montati sia all’interno che all’esterno del tempio. Alle 22 di quella sera le ossa furono infine riposte nuovamente nel sepolcro, coperto da due lastre di marmo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E tutti ricordano che a Bari, in quel giorno di primavera, “nevicò”. Il 7 e l’8 maggio 1957 la Puglia fu infatti raggiunta da una perturbazione artica che portò un brusco calo delle temperature, le quali scesero molto al di sotto della media stagionale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«La discesa d’aria fredda generò il fenomeno detto "gragnola" – spiega il tecnico meteorologo Raffaele Laricchia -: una precipitazione che assunse una consistenza intermedia tra la neve e la grandine. Non si trattò di pezzi di ghiaccio tipici di quest'ultima, ma neppure di fiocchi nevosi, bensì di una sorta di "pallini" di acqua ghiacciata capaci di posarsi sulle superfici stradali, dei tetti e delle macchine, dando quindi l'impressione visiva che si trattasse di neve».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E così è rimasta nei ricordi dei baresi. A distanza di oltre 60 anni è infatti ancora vivida, in chi c’era, la memoria di quel giorno: un particolare momento vissuto tra fede, leggenda e tanto freddo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

* Con la collaborazione di Armando Ruggiero

Nel video la processione nel centro di Bari delle ossa di San Nicola il 7 maggio del 1957:


 


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Francesco Sblendorio
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  • Gigi De Santis - Complimenti al giornalista signor Francesco Sblendorio.


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