di Mina Barcone

Il barese Armando, "fotografo dei cani": «Rendo indelebile il ricordo del proprio animale»
BARI - «Il rapporto speciale che si crea tra l’essere umano e il suo animale ha un solo lato negativo: dura troppo poco. Attraverso le immagini è però possibile fissare ricordi indelebili di quel profondo legame, rendendolo così immortale». Sono le parole di Armando Velluso, noto come “Il fotografo dei cani”. Il 33enne è infatti specializzato, unico a Bari e provincia, nei ritratti di bestiole domestiche coi propri padroni. E non solo cani: a dispetto del suo “nome d’arte” per lui posano anche gatti e pet meno comuni come falchi, conigli, galli, gufi e persino grossi serpenti. (Vedi foto galleria)

Il giovane ha iniziato questa attività due anni fa riscontrando subito un discreto successo. Ha quindi registrato il suo marchio con tanto di logo, allestendo nel suo studio dei veri e propri set con vari sfondi, giochini rumorosi e passatempi riservati ai suoi “modelli”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Maturai l’idea andando a casa dei clienti per gli shooting relativi a matrimoni, comunioni e altre feste – ci spiega –. Notavo che tutti trattavano i propri quadrupedi come figli, eppure nessuno di essi compariva nelle immagini esposte su mensole e pareti. A far scattare la “molla” fu però un episodio in particolare. Mi recai nell’abitazione di una signora e osservai che teneva in un angolo una cuccia vuota e malandata, una pallina e una copertina. Capii che il suo “abitante” era scomparso qualche anno prima, ma lei aveva fatto in modo di conservare tutti i ricordi visto che non aveva nemmeno una foto del suo “vecchio”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Così Armando, capendo che mancava nel panorama della fotografia qualcuno specializzato nel ritrarre animali, decise di provarci cominciando a fare pratica sulla sua Tea, una meticcia color caramello dagli occhi dolcissimi. A quel punto pubblicò i suoi scatti sui social e in men che non si dica si vide arrivare le prime richieste da parte di persone che volevano assicurarsi una foto professionale in compagnia della propria bestiola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


I primi shooting avvennero all’aperto per contenere il rischio di contagio da Covid: in luoghi comunque protetti dove i cani potessero gironzolare liberamente ma senza sfuggire completamente al controllo. Un controllo che il 33enne è sempre riuscito a mantenere grazie ai corsi di addestramento seguiti negli anni per la sua cagnolina, che gli hanno permesso di interpretare bisogni e malesseri dei “migliori amici dell’uomo”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma chi è che richiede questi servizi? «Soprattutto le donne tra i 30 e i 40 anni – svela –. I fidanzati e mariti spesso le accompagnano e inizialmente restano in disparte, anche se poi ben presto cominciano a giocare con gli animali. Anche perché ci vogliono dalle due alle quattro ore per ottenere del buon materiale ed è impossibile non farsi coinvolgere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E non mancano mai momenti “particolari”. «Una volta stavo realizzando un servizio su un gufo e per attirare la sua attenzione mi venne la “brillante” idea di far suonare una papera gialla di gomma – racconta Armando -. Il pennuto la scambiò evidentemente per un pulcino, suo cibo preferito, e si fiondò su di me con le sue enormi ali. Fortunatamente l’“umano” lo teneva legato con un cordino e fu scongiurato il peggio. In un’altra occasione invece ero alle prese con un boa constrictor e mi spaventai tantissimo quando mettendo a fuoco vidi le sue grandi fauci aprirsi in direzione dell’obbiettivo. Ero convinto mi fosse arrivato addosso per mangiarmi, ma in realtà avevo solo zoomato troppo senza accorgermene».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è poi un progetto di cui il giovane va molto fiero: si chiama “Cani in canile” e ritrae i cuccioli in cerca di famiglia in pose buffe e allegre. «L’intento era proprio quello di far capire che quei quattrozampe erano pronti per essere felici – spiega –. E la cosa ha funzionato: sono state infatti diverse le famiglie che hanno adottato i piccoletti grazie a miei scatti, contattandomi anche per un servizio da realizzare in compagnia dei loro nuovi amici».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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