Bari, tutto pronto per il restauro della chiesa di San Martino: ma vanno trovati i finanziamenti
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giovedì 26 maggio 2022
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di Giancarlo Liuzzi
La cappella si trova nel centro storico su strada Bianchi Dottula, inglobata nell’omonimo palazzo. La sua costruzione risale al IX-X secolo ad opera della famiglia Dottula, la stessa che fece realizzare il vicino monastero di San Nicolò dei Greci. L’unico indizio che ne identifica l’ingresso è un timpano spezzato e due volute laterali che chiudono una malmessa porticina grigia con una croce.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di questo antichissimo edificio ve ne abbiamo parlato più volte. Sia nel 2015, quando denunciammo il suo stato di degrado, sia nel 2021, quando demmo notizia della decisione da parte dei Mitolo, la famiglia proprietaria, di riaprire finalmente al pubblico la struttura. In quell’occasione visitammo la chiesa scoprendo, tra tanta decadenza, variopinti affreschi, eleganti lampadari, imponenti altari e tombe millenarie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il progetto di ristrutturazione nel frattempo è stato messo su carta e ha avuto anche il parere favorevole della Sovrintendenza, ma per renderlo effettivo servirebbe quel denaro necessario per completare gli scavi e dare avvio al restauro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una cifra di più di un milione di euro: troppo alta per poter essere coperta solamente dai proprietari e che si spera possa provenire da istituzioni e privati cittadini attraverso un raccolta fondi. Per questo il collettivo che ha avuto mandato di portare avanti i lavori (e di cui fanno parte Piero Losurdo del Centro Promozione Edilizia Sud, l’architetto Gerardo Milillo e Alessandro De Luisi dell’associazione PugliArte), venerdì 27 maggio ha organizzato un incontro al Museo Civico di Bari per illustrare al pubblico il progetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«L’obiettivo – ci dice De Luisi – è quello di far tornare a splendere San Martino, trasformandola in un museo che possa ospitare incontri culturali, biblioteche, eventi e attività didattiche».
«E non solo – precisa Milillo –. Il nostro intento è anche quello di intraprendere un’opera di scavo. Siamo sicuri che la chiesa nasconda un sito bizantino bel più grande di quello attualmente visibile, andato sepolto in secoli e secoli di storia. Durante i saggi perlustrativi abbiamo infatti rinvenuto un affresco risalente all’alto medioevo: questo ci fa suppore che al di sotto della pavimentazione del 1700 possano esserci altri tesori facenti parte dell’originario tempio del IX-X secolo».
La chiesa del resto non è mai stata oggetto di una seria indagine. L’unico scavo, effettuato negli anni 70, portò però alla luce una zona ipogea che conserva affreschi bizantini assieme al sepolcro con lastre decorate del sacerdote Smaragdo, uno dei primi rettori di San Martino. Da allora nulla è stato più fatto. Anche se il recente ritrovamento di una decorazione raffigurante un mezzo busto maschile vestito con una tunica gialla e dei sandali che regge una scritta in latino, fa ben sperare su altre possibili scoperte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ricerche che potrebbero aggiungere un tassello dell’epoca bizantina, che nel 970 vide il capoluogo pugliese elevato addirittura a sede del Catepanato: massima rappresentanza dell’Impero d’Oriente nell’Italia meridionale. Un periodo di cui rimangono ben poche tracce. Il restauro di San Martino diverebbe quindi fondamentale per ricostruire un pezzo importantissimo della storia barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Qui la pagina facebook del collettivo “Martinus spazio|arte|tempo”
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