di Gaia Agnelli

Dai narciso ai poeti di Facebook: quando la casa editrice dice "no" agli aspiranti scrittori
BARI – Ci sono quelli convinti di essere gli autori di un futuro best seller, le mamme pronte a vedere il proprio “bambino prodigio” affermarsi nel mondo dei libri, i “narciso” che desiderano raccontare a tutti la loro vita e coloro che invece meritano veramente attenzione. La quotidianità di una casa editrice è fatta di proposte derivanti da persone di vario tipo convinte di poter sfondare nella letteratura.

E a selezionare le varie richieste è l’Editor, figura che si occupa di dire “sì” o “no” agli aspiranti scrittori, spesso ritrovandosi a dover gestire situazioni a dir poco imbarazzanti. Per capire come si svolge questa delicata mansione abbiamo parlato con la 44enne Veronica Vuoto, che lavora da 16 anni all’interno della casa editrice Gelsorosso di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quante proposte di pubblicazione ricevete al giorno?

In media parliamo di due o tre richieste che solitamente arrivano via e-mail con i testi in allegato. Spesso però gli autori sono impazienti e ci chiamano poco dopo per sapere cosa ne pensiamo del loro operato. Ma l’analisi richiede una certa attenzione e il giusto tempo da dedicarvi e non si può effettuare così velocemente. Anche se a volte ci si accorge di un testo che vale già dalle prime pagine, così come è possibile farsi un’idea dello scrittore leggendo il messaggio di posta elettronica: la punteggiatura e il suo modo di esprimersi rivelano subito se ha o meno uno stile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da chi provengono le richieste e qual è il genere letterario più gettonato?

Riceviamo proposte di lettura da ragazzini, vecchi, adulti, uomini e donne. Cambia però il genere letterario che prediligono. I giovani maschietti sono proiettati verso il “fantasy”, invece quelli più adulti si cimentano di solito nel “giallo” e nel “thriller”. Le più giovani poi amano le “fan fiction”, ossia opere scritte da una fan che coinvolge personaggi reali (spesso gli idoli delle adolescenti), mentre per le donne si va più sul più classico romanzo. Le poesie però accomunano tutti, soprattutto gli anziani che le vedono come un modo per riassumere la propria vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come si fa quindi a scegliere tra le tante richieste?

La trama e lo stile sono indubbiamente importanti, ma dipende dal genere: in un thriller è necessario che ci sia la base per una buona storia, mentre ad esempio in un romanzo di formazione è essenziale la scrittura. Poi scrivere è come cucinare, ci devono essere tutti gli ingredienti in un unico testo altrimenti il sapore è piatto: al protagonista non può andare sempre bene e i personaggi devono essere utili ai fini del racconto. Agli errori di grammatica invece non facciamo tanto caso, perché su quelli si può lavorare in seguito: non influenzano più di tanto la scelta insomma. Ciò che cerchiamo in definitiva in un manoscritto è che lasci qualcosa, un valore aggiunto che a fine lettura faccia sentire arricchiti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qual è il prototipo di aspirante scrittore nel quale vi imbattete più spesso?

Spesso definisco gli autori dei “narciso”, perché sono tutti convinti di aver redatto un’opera che passerà alla storia. Alcuni addirittura arrivano con il libro già pronto sostenendo di averlo corretto da soli e che vi è rimasto solo qualche refuso qua e là. I più sicuri di sé sono i “poeti di Facebook”. Si tratta soprattutto di donne che scrivono continuamente post sui social ricevendo in cambio dei facili “mi piace” e che, visto il loro effimero “successo”, pensano di poter automaticamente pubblicare. Il punto è che tutti credono di essere in grado di comporre versi, ma poi non fanno altro che scrivere frasi andando a capo ogni tanto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Se ci fosse un podio dei “narciso” chi vi salirebbe?

Ne rimarrebbero sicuramente esclusi gli scrittori di saggi, dato che solitamente scrivono per gli altri e non per sé stessi: per pura divulgazione insomma. Mentre sul gradino più alto vi salirebbero coloro che, malamente, si cimentano nelle autobiografie: una sorta di delirio narcisistico di persone convinte che la loro vita possa interessare ai lettori. Spesso però non rappresentano altro che uno sfogo personale in cerca di comprensione: gli autori tendono a parlare di sé senza effettivamente dire niente, sfociando nella noia e nella banale routine di una vita come tante altre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra di loro ci sono anche personaggi “famosi”?

Certo, molti bussano qui con la presunzione di essere già “arrivati”. Una volta si presentò un concorrente di un reality show che ci propose di stampare un libro colmo di sue fotografie. Il perché? Per gli oltre 30mila “follower” su internet: era infatti convinto che tutti avrebbero comprato il testo, spendendo anche parecchi soldi per lui. Ciò che non capiva è che i “mi piace” sui social sono gratis, mentre i libri hanno un costo sia per la casa editrice sia per il lettore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come reagisce chi viene rifiutato?

Cerchiamo di essere sinceri, spiegando loro i motivi del “no” per aiutarli a migliorare. Ma spesso ci rispondono con un insulto o con la frase «il problema è vostro se non capite il mio talento». Ad offendersi sempre sono poi le mamme, convinte che gli scarabocchi dei loro figli siano vere e proprie “opere d’arte”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali sono le proposte più assurde che vi sono arrivate?

Non dimenticherò mai un testo destinato ai bambini ma che sfociava nella pedopornografia, il rifacimento della Divina Commedia a tema “ditta urbana di raccolta rifiuti”, il fantasy con i protagonisti dagli improbabili nomi come Giovanni, Nicola e Francesco. Mi spaventai parecchio quando invece si presentò in redazione un probabile stalker, autore di un’opera erotica che vedeva protagonista la sua ex fidanzata scritta soltanto per vendicarsi di lei.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ultimamente vanno di moda i libri erotici: che cosa ne pensa a riguardo?

Si tratta perlopiù di strane fantasie di alcuni uomini che provano gusto nell’essere letti da una “femmina”. Mi sono arrivate richieste di “autori” che non ambivano alla pubblicazione ma che mi chiamavano semplicemente per conoscere il mio parere personale. Abbastanza inquietante. Le donne invece vogliono sfiorare quello che definiscono “il limite della sensualità”, ma il risultato è quasi sempre una trama sconnessa o del tutto inesistente, parole poco raffinate e il mero scorrimento di immagini spinte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Foto di Matt.c.28


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Gaia Agnelli
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  • Leonardo - Forse sarà più utile che un’opera venga rifiutata piuttosto che tenuta in cassetto.


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