di Gaia Agnelli

Dal Cervone "succhiavacche" alla velenosa Vipera: alla scoperta degli 8 serpenti pugliesi
BARI - C’è il lunghissimo Cervone “succhiavacche”, l’acquatica Natrice, l’aggressivo Biacco e la pericolosa Vipera. Sono i nomi di alcune delle otto specie di serpenti che popolano le campagne e le coste pugliesi: rettili che si nascondono silenziosi tra sterpaglie, massi e pozze d’acqua. Animali che nell’immaginario collettivo continuano a far paura, nonostante siano perlopiù innocui per l’uomo. (Vedi foto galleria)

Per conoscere più da vicino il loro mondo abbiamo parlato con il 54enne Alessandro Vlora, biologo e membro del Caeb (Club acquariologico erpetologico barese).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali sono i serpenti pugliesi?

Si tratta di otto specie che vivono però anche nel resto d’Italia. Hanno trovato nella Puglia un luogo dove abitare perché li accomuna la capacità di adattarsi alla poca acqua presente in questa regione, carente di laghi, fiumi e ambienti umidi. I loro nomi sono: Colubro leopardino, Colubro liscio, Saettone, Cervone e Biacco (detto anche “Scorzone”). A questi si aggiungono due bisce d’acqua, la Natrice dal collare e quella tassellata e l’unica specie velenosa: la Vipera comune. Si sta anche valutando la presenza di una nona specie, quella del Colubro di riccioli, avvistata però soltanto una volta nel Gargano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In che aree della Puglia vivono?

Si trovano ovunque, anche nelle campagne che circondano le grandi città. Il più diffuso è sicuramente il Biacco, seguito dal Cervone. La Puglia però detiene il primato al Sud per la presenza del Colubro leopardino, tipico del barese, del brindisino e del leccese. Mentre il Saettone è caratteristico soprattutto nel foggiano. La Vipera invece si presenta in Puglia con due sottospecie: la “hugyi”, insediata principalmente nelle Murge e la “francisciredi” nel Gargano. Più difficile è la sistemazione delle bisce acquatiche, dato che non vi sono molti ambienti di acqua dolce: di solito si adattano a canali irrigui presenti in prossimità delle coste. La "tassellata" comunque è più facile vederla sul litorale foggiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come avviene la loro riproduzione?

I serpenti sono generalmente ovipari: depongono quindi le uova, solitamente affusolate e biancastre e infine le abbandonano. È interessante sottolineare come il periodo della riproduzione sia in primavera per far sì che l’incubazione, della durata di circa due mesi, termini in estate: stagione che permette ai piccoli, nati senza cure parentali, di trovare cibo a volontà per sopravvivere. La vipera è l’unica “ovovivipara”, ossia conserva al suo interno le uova che si schiudono prima del parto: dà così alla luce prole già viva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di cosa si nutrono i serpenti?

Si tratta di carnivori e quindi mangiano topi, ratti, pesci (nel caso delle natrici) o lucertole (“piatto” preferito del Colubro liscio). Particolare è la credenza che vuole il Cervone goloso di latte di mucca, tanto da essere soprannominato “succhiavacche”. In realtà non è così, sebbene viva in ambienti antropici e nei recinti di alcuni animali. Alcuni mangiano addirittura i nidiacei, gli uccellini che non hanno ancora abbandonato i nidi. Per farlo si arrampicano sugli alberi: specialità del Cervone e del Saettone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si tratta di animali molto lunghi?

La lunghezza cambia da specie a specie. Il Colubro liscio non supera i 70 centimetri, la Vipera si attesta sugli 80, le bisce sono lunghe dai 130 (la "tassellata") ai 180 centimetri (la Natrice del collare), mentre il Biacco sul metro e mezzo. Il più imponente è però il Cervone. È il serpente più lungo d’Italia e raggiunge anche i 250 centimetri, soprattutto nel caso delle femmine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Nonostante le loro dimensioni si tratta però di razze innocue per l’uomo…

Nella maggior parte dei casi sì. Il Cervone, di color crema e caratterizzato da quattro strie longitudinali marroni, è il più buono e mai mordace. Altrettanto “ingenui” sono il grigio Colubro liscio, il Colubro leopardino dal corpo ad anelli rossastri bardati di nero e il Saettone di colore beige. Bisogna stare un po’ attenti al nerissimo Biacco: a differenza degli altri non scappa ma tende sempre ad attaccare. Questo soprattutto se lo si becca nel periodo riproduttivo, quando è talmente accecato dalla ricerca della femmina che inseguirebbe anche un uomo, mordendolo se necessario.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E il suo morso è pericoloso?

Ma no, al massimo può produrre la perdita di qualche gocciolina di sangue. L’unico serpente temibile è la Vipera: secerne veleno attraverso delle ghiandole che inietta con i suoi denti posti sulla mascella superiore. Il suo morso procura dolore, gonfiore e bruciore. Non è però letale, tranne per i bambini molto piccoli e i cardiopatici. Nel caso in cui si venga attaccati bisogna restare calmi, evitare di mettere sulla ferita sostanze quali l’alcool (per il suo effetto vasodilatatore) e recarsi poi in ospedale e, se necessario, in un Centro Antiveleni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come bisognerebbe agire per prevenire un attacco della vipera?

Innanzitutto è necessario evitare di entrare nel panico, muovendosi all’impazzata, perché l’animale potrebbe interpretare i nostri gesti come un segnale di pericolo. Al contrario, essendo rettili che restano sulla difensiva, pronti a scappare al momento opportuno, basta rimanere fermi e magari far rumore con un oggetto. In generale comunque se ci si avventura in campagna o in un bosco, è consigliato battere per terra con un bastone così da tenerle alla larga.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Spesso le bisce sono scambiate per vipere: in che modo si può distinguerle?

La testa rettangolare delle natrici induce effettivamente a confonderle con le vipere, somiglianza che spesso le porta a essere uccise. Basterebbe però osservare la pupilla: nelle prime è rotonda, mentre nelle seconde è verticale come quella dei gatti. Tra l’altro le dimensioni del corpo sono diverse e anche l’atteggiamento. Le natrici davanti a un pericolo si fingono morte: si capovolgono, tirano fuori la lingua ed emettono feci e saliva dall’odore così forte da allontanare i predatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma è giusto avere paura dei serpenti?

Purtroppo il serpente incute generalmente timore. Colpa anche di tante fiabe in cui è sempre il “cattivo della situazione”. Persino nella Bibbia è lui il simbolo del male e della tentazione. La realtà è però ben diversa: si tratta di un rettile tranquillo e pacifico, che non attacca mai per primo ma solo nel momento in cui si sente minacciato. Fortunatamente è protetto e tutelato dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE) ed è quindi vietato catturarlo o ucciderlo. E poi è anche il simbolo della Medicina: la sua forma affusolata la si trova attorcigliata al Bastone di Ascelpio. Il cambiamento della pelle di questi rettili rappresenta infatti, sin dall’antichità, la rinascita e la guarigione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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