di Gaia Agnelli e Irene Coropulis - foto Valentina Rosati

Il "piccolo mondo antico" degli antiquari baresi: «Tuteliamo le epoche perdute»
BARI – Quadri, statue, specchi, orologi, mobili ma anche giocattoli e monete che vanno dal Cinquecento ai primi anni del Novecento. È il “piccolo mondo antico” che si svela quando si accede all’interno di un negozio di antiquariato, lì dove vengono raccolti e venduti pezzi unici recuperati da aste, mercatini, lasciti ereditari e donazioni di privati. Un mestiere, quello dell’antiquario, che nasce dalla passione per il collezionismo e per la storia e che richiede grande abilità nel riconoscere un oggetto di valore.

A Bari sono rimasti in pochi però a svolgere questo tipo di professione. Dopo il boom degli anni 80, quando esercizi commerciali del genere riempivano le vie del centro, si è assistito infatti a un calo di interesse da parte dei clienti, che ha portato alla chiusura di numerosi locali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tra i sopravvissuti ce ne sono comunque alcuni che possono vantare diversi decenni di vita: sono Coluccia (del 1958), Personè (1984) e Oltre il Tempo (1990). Siamo andati a trovarli (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La prima tappa del nostro viaggio è proprio il più longevo, situato da oltre 60 anni in via Dante, nell’isolato compreso tra via Manzoni e via Trevisani. Il posto si nasconde dietro un’elegante inferriata nera e dorata, oltre la quale ci accoglie il proprietario 70enne Pietro Coluccia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Mi occupo principalmente di tutto ciò che è antecedente al Novecento», ci dice mostrandoci spazzole, specchi d’argento e vecchie maniglie in osso ottocentesche, poste su una scrivania napoletana del 700 in stile Luigi XV. Su una poltrona ci indica anche un reliquiario in legno del 1812.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Fu mio padre Luigi a fondare l’attività – spiega –, assieme al centro antitarlo nel quale tutt’ora restauro i pezzi antichi sottoponendoli a trattamenti di disinfestazione dagli insetti. Ho sempre collaborato con lui per poi diventare titolare del negozio dopo la sua scomparsa, avvenuta negli anni 90».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre parliamo perlustriamo l’ambiente: ogni oggetto sembra raccontare una storia e ci sentiamo quasi osservati dai numerosi quadri che popolano questo salotto senza tempo. Ma ciò che colpisce di più è la ricorrente presenza di San Nicola in opere che in realtà non sono in vendita, ma collezionate dal devoto proprietario.  

Troviamo il Patrono nei dipinti che decorano le pareti (tra cui una preziosa tela del 600 che lo ritrae in un’insolita veste blu) e soprattutto in numerose statue. Una è ad altezza naturale, lavorata su un tronco in legno e risale al Cinquecento. «Era nascosta a Bari Vecchia in una cappella privata che fu murata durante le Guerre per evitare i furti - spiega Pietro -. Rimase abbandonata per parecchi anni, finché non venne ritrovata. Così fui contattato per valutarla e, innamoratomene, la acquistai per portarla nel mio negozio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Pietro ci mostra un altro cimelio. «È il pezzo a me più caro – afferma mentre prende un libro mangiato dagli anni -. Lo scrisse un francescano nel 700 e racconta la vera storia del Santo di Myra. Per secoli fu dimenticato nel sottofondo di un armadio, che stava per essere buttato. Poi, come fosse un segno del destino, quel mobile finì tra le mie mani».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Salutiamo Coluccia e ci dirigiamo ora in via De Rossi dove da trent’anni si trova “Oltre il tempo”, dell’80enne Dario Calò. Sotto l’insegna verde, ci colpiscono le vetrine ricoperte da fogli di giornale, messi lì per celare i beni di valore che si nascondono all’interno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Lo stupore prosegue una volta entrati. Gli occhi si perdono tra i mille manufatti di ogni tipo che affollano il locale: specchi, orologi, pergamene, quadri, vasi e statuette quasi “soffocano” chi attraversa lo strettissimo corridoio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Facevo il professore – dice salutandoci Dario, immerso nel suo mondo – ma un giorno ereditai una palazzina ricca di roba che dovevo smaltire: così cominciò quasi per caso la mia attività. Aprii nel 1968 una sede a Molfetta e nel 1990 quella di Bari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sì perché il negozio di Calò contiene davvero di tutto e i pezzi antichi si confondono con quelli del nuovo millennio, accatastati alla rinfusa sulle mensole. Qui poi il confine tra antiquariato e collezionismo è sottilissimo. «Tutto ciò che conservo è ormai parte di me e fatico ogni volta a privarmene, soprattutto se mi rendo conto che l’acquirente non capisce il valore dell’oggetto», afferma l’uomo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel frattempo ci indica una moneta in bronzo che celebra la visita di Re Umberto I agli appestati e alcuni santini da viaggio ottocenteschi che venivano appesi al collo durante i pellegrinaggi. Ma spiccano anche i colori vivaci di una statuetta di San Nicola. «Ai suoi piedi c’è una piccola ampolla in vetro soffiato contenente la manna del Santo. È preziosissima: costa 4000 euro», rivela Dario.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’esemplare a cui è più legato è una scultura rinchiusa in una teca che rappresenta un gruppo di tre uomini in pose plastiche. «Viene dalla scuola di Caltagirone: è del 1860 - spiega -. È un pezzo unico per la maestria con cui è realizzato: i personaggi scolpiti sono addirittura vestiti con abiti di ceramica. Me la accaparrai a un’asta ad Amsterdam e vale circa 6000 euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Abbandoniamo il locale per raggiungere l’ultima tappa del nostro percorso: il negozio di Adele Personè. Arriviamo così in via Putignani, dove nell’isolato tra via De Rossi e via Marchese di Montrone notiamo un’ariosa ed elegante vetrina. Non appena si entra siamo accolti da mobili con forme armoniose, illuminati da lampadari appariscenti e lanterne dal design geometrico. A primo impatto, a differenza di Coluccia e Calò, non si direbbe di essere al cospetto di pezzi antichi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Quella che vedete è soprattutto Art Decò, corrente artistica diffusasi tra le due Guerre Mondiali – ci spiega la proprietaria –. Me ne sono appassionata dopo essere stata a Parigi, dove ho ammirato alcuni appartamenti arredati in questo stile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Personè nacque però nel 1984 come antiquario “tradizionale”. «Vendevo pezzi risalenti del Settecento e dell’Ottocento - spiega -, ma poi decisi di restringere il campo. A un certo punto infatti i gusti dei compratori sono cambiati e si è cominciato a prediligere mobili con forme plastiche che si adattavano meglio alle case contemporanee. Ora la mia clientela è di nicchia: pochi e veri amanti dell’arte e della bellezza, che però non badano a spese. I miei sono infatti manufatti che hanno un prezzo elevato, anche migliaia di euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma Adele vende pure pezzi più recenti, come i due lampadari in vetro anni 70. Di questi, quello centrale è il più vistoso, realizzato in “lingue” bianche di vetro di Murano. «Ogni esemplare qui è ricercato e unico – dice -. Partecipo a diverse aste, anche internazionali, durante le quali combatto a detti stretti se mi innamoro di un oggetto. Divento uno “squalo” pur di accaparrarmelo, senza preoccuparmi del costo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Aste che diventano vere e proprie battaglie, tanto che la donna ancora ricorda un episodio avvenuto a Parigi. «Mi ero appena aggiudicata una statua Déco – racconta – ed ero tornata in albergo. Ma fui letteralmente inseguita da due antiquari russi che, non arresi, mi offrirono una cifra esorbitante. In quel caso fu davvero impossibile rifiutare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per finire le chiediamo che cosa sia a muovere il lavoro di un antiquario. «Un sentimento di tutela nei confronti di epoche perdute», ci risponde Adele, prima di salutarci e rituffarsi nel suo mondo antico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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  • Francesco Bonacolsi - Avete visto? Nella fotografia che riporta il libro sulla vita di San Nicola, si legge che l'autore e' Niccolo' Putignani: si', proprio quello di Via Putignani!
  • Dora - Un articolo davvero interessante. Io amo gli oggetti antichi e queste botteghe stracolme delle cose più varie! Sapevo dove trovarle a Napoli e anche a Firenze ma ora finalmente so dove andare anche nella mia città.


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