di Eva Signorile

Casamassima, in mostra 2200 preziose tazzine di porcellana: sono il tesoro di Vitina
CASAMASSIMA – È un’atmosfera sospesa tra la calma rassicurante dell’infuso con la madeleine proustiana e gli intrighi noir da “Arsenico e vecchi merletti” quella che si respira nella villetta in via Di Vagno n.7, a Casamassima.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui, a partire dall’8 gennaio scorso, è stata inaugurata una mostra assai particolare, con oltre 2200 preziose tazzine da caffè o tè esposte in vetrinette o su eleganti tavole “apparecchiate” dalla padrona di casa: Vitina Valenzano. Lei, una vulcanica 71enne, da quarant’anni a questa parte colleziona infatti tazzine in porcellana raccolte tra aste e mercatini. Siamo andati a conoscerla. (Vedi foto galleria)

Quando entriamo nella villa troviamo Vitina in compagnia di Marilina Pagliara, membro della Pro Loco di Casamassima che patrocina l’esposizione (visitabile gratuitamente prenotandosi al numero 3286153801).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le due ci mostrano subito una piccola vetrinetta. «Qui dentro – sottolinea Vitina – sono posti solo pezzi decorati da Angelika Kauffmann, una famosa pittrice svizzera della seconda metà del Settecento che soggiornò a lungo in Italia, venendo a contatto anche con la celebre fabbrica di porcellane di Capodimonte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Ammiriamo quindi le delicate tonalità perlescenti di questi oggetti bordati in oro, che variano dal bianco, al rosa, al porpora. Tazze, zuccheriere e lattiere sono dipinte a mano con disegni che raffigurano scene bucoliche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma il nostro tour non è che all’inizio. Dietro una tenda si nasconde infatti un vero e proprio mondo delle meraviglie. Scostato il drappo, ci troviamo davanti a una distesa di porcellane di vario tipo: tazzine, piattini, teiere, zuccheriere. Sono disposte su tavoli e tavolini, o elegantemente riposte in vetrine, armadi e scaffali che circondano le pareti. «Le amo tutte – ci dice la donna con l’orgoglio di una mamma – però ho un debole per quelle che hanno i segni dell’usura che hanno tanto da raccontare: mi trasmettono più emozioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il pezzo più importante è bianco e dipinto con fiori rosa: si tratta del primo oggetto raccolto da Vitina, quello che ha dato inizio a tutto. «Un giorno di circa 40 anni fa - racconta la donna – notai vicino a un bidone della spazzatura una serie di porcellane abbandonate e distrutte. Mi indignai per lo spreco, ma riuscìi a salvarne solo una: questa. Qualche anno dopo mi imbattei in altre tazze e nella zuccheriera dello stesso servizio e decisi di comprarle. Ma in quel momento scattò qualcosa dentro di me: ciò che mi ha portato a collezionare questi piccoli gioielli senza riuscire più a fermarmi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La 71enne si muove come una farfalla tra le sue “creature”: pesca qui e là qualcuno dei suoi tesori, ricorda persino in quale asta o mercatino li ha reperiti. Tra i tanti scoviamo un grazioso tête-à- tête siglato da Angelika Kauffmann: è nei delicati toni del lilla, con disegni agresti, bordi fucsia e profili in oro. Della stessa artista notiamo un’altra composizione, questa volta in una tonalità giallo chiarissimo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su un tavolino se ne sta sontuoso un intero servizio completamente dorato, sul quale spicca una pietra tondeggiante rossa: l’“occhio del marajà”. La collezionista afferra poi una raffinata tazza da tè nei toni del bianco e del verde scuro. «Risale al periodo napoleonico», ci spiega, mostrando il dipinto al centro dell’oggetto: un ritratto di Bonaparte, scortato da due N.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su uno scaffale poi, ecco un delicato servizio verde chiaro che sembra creato per delle fatine, con delle tazzine davvero minute. E poco più in là ammiriamo dei servizi estremamente lavorati, con figure a rilievo e manici che ricordano dei pesci. L’interno è in oro: sono quelle pregiate di Capodimonte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In un armadio sono concentrate infine le porcellane orientali: la signora ne solleva alcune, svelandoci il segreto celato nella base. Lo si può scoprire solo quando vengono messe in controluce: allora il fondo rivela un volto di donna dai tratti e dall’acconciatura esotica. «Più grande è il viso – ci avverte Vitina – più antica e preziosa è la tazza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
(Vedi galleria fotografica)


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Quando entriamo nella villa troviamo Vitina (sulla destra) in compagnia di Marilina Pagliara, membro della Pro Loco di Casamassima che patrocina l’esposizione
Le due ci mostrano subito una piccola vetrinetta
«Qui dentro – sottolinea Vitina - si trovano solo pezzi decorati da Angelika Kauffmann, una famosa pittrice svizzera della seconda metà del Settecento che soggiornò a lungo in Italia, venendo a contatto anche con la celebre fabbrica di porcellane di Capodimonte»
Ammiriamo quindi le delicate tonalità perlescenti di questi oggetti bordati in oro, che variano dal bianco, al rosa, al porpora. Tazze, zuccheriere e lattiere sono dipinte a mano con disegni che raffigurano scene bucoliche
Ma il nostro tour non non è che all’inizio. Dietro una tenda si nasconde infatti un vero e proprio mondo delle meraviglie. Scostato il drappo, ci troviamo davanti a una distesa di porcellane di vario tipo: tazze da tè, tazzine da caffè, teiere, zuccheriere
Tutto è disposto su tavoli e tavolini, o elegantemente riposto in vetrine, armadi e scaffali che circondano le pareti
Il pezzo più importante di tutti è bianco e dipinto con fiori rosa: si tratta del primo oggetto raccolto da Vitina, quello che ha dato inizio a tutto
Vitina si muove come una farfalla tra le sue “creature”: pesca qui e là qualcuno dei suoi tesori, ricorda persino in quale asta o mercatino li ha reperiti
Tra i tanti scoviamo un grazioso tête-à- tête siglato da Angelika Kauffmann: è nei delicati toni del lilla, con i quadri agresti nel centro delle tazzine e della teiera e bordi fucsia, profilati in oro
Della stessa artista notiamo un altro servizio questa volta in una tonalità giallo chiarissimo
Su un tavolino se ne sta sontuoso un intero servizio completamente dorato, sul quale spicca una pietra tondeggiante rossa: l’“occhio del marajà”
Vitina afferra poi una raffinata tazza da tè nei toni del bianco e del verde scuro. «Risale al periodo napoleonico», ci spiega, mostrando il dipinto al centro dell’oggetto: un ritratto di Bonaparte, scortato da due N in oro
Su uno scaffale poi, ecco un delicato servizio verde chiaro che sembra creato per delle fatine, con delle tazzine davvero minute
E poco più in là ammiriamo dei servizi estremamente lavorati, con figure a rilievo e manici che ricordano dei pesci. L’interno delle tazze è in oro: sono quelle pregiate di Capodimonte
In un armadio sono concentrate infine le porcellane orientali: la signora ne solleva alcune, svelandoci il segreto celato nella base...
...lo si può scoprire solo quando la tazzina viene messa in controluce: allora il fondo rivela un volto di donna dai tratti e dall’acconciatura esotica. «Più grande è il viso – ci avverte– più antica e preziosa è la tazza»



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