di Gabriella Mola - foto Valentina Rosati

Una vasca vuota profonda 3 metri e mezzo: è ciò che resta della storica "Acquaviva Nuoto"
ACQUAVIVA DELLE FONTI - Contava ben 600 utenti, ospitava la squadra locale di pallanuoto e grazie ai suoi 3 metri e mezzo di profondità consentiva la preparazione atletica dei tuffatori. Tutto questo era l’"Acquaviva nuoto", storica piscina coperta di Acquaviva delle Fonti, costruita nel 1984 dalla coraggiosa famiglia Maggipinto, ma tristemente in disuso dal 2016. (Vedi foto galleria)

Si trattava di una vasca semiolimpionica, lunga cioè 25 metri, con tanto di palestra annessa. Un piccolo gioiello di cui gli sportivi baresi si sono dovuti privare, alla pari del ben più disastrato "Primus", altro centro d'eccellenza che versa in rovina a Bitritto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La struttura si trova nell'estrema periferia ovest della cittadina, in via Caduti di tutte le guerre, strada che dopo aver cambiato nome in Provinciale 48 conduce direttamente a Cassano delle Murge. L’impianto appare al civico 84, segnalato da un apposito cartello che sbuca dalle siepi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ad attenderci c'è uno dei proprietari, il 60enne Pino Maggipinto, accompagnato dal 40enne Leonardo Ascatigno, che in questo edificio ci è praticamente cresciuto: prima allievo, poi allenatore e infine membro del direttivo regionale della Federazione italiana nuoto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Qui un tempo sorgeva la fabbrica di forbici per la potatura di mio padre Giuseppe, da tutti conosciuto come "Mest Pepp" - racconta Pino -. Nel 1984, su consiglio di un amico, lui decise di operare una "rivoluzione": chiudere lo stabilimento e realizzare una piscina, visto che i paesi limitrofi, eccetto Noci e Grottaglie, non potevano contare su luoghi del genere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un salto nel buio che si rivelò un successo. «Assieme alle mie due sorelle lo aiutai nella realizzazione di questo sogno - prosegue il signore -. Nessuno di noi era esperto del settore, ma alla fine l'intuizione si dimostrò vincente: ci furono così tanti iscritti che pian piano dovemmo organizzare delle navette per andare a prenderli dai comuni vicini. Le ultime lezioni di nuoto cominciavano addirittura alle 22.30».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un'epopea che subì però una svolta nel 2009. «Per esigenze famigliari affidammo la conduzione dell'impianto ad altri imprenditori - prosegue l'uomo -. La cosa all’inizio andò bene, ma poi il nuovo gruppo perse interesse nella gestione, fino al completo disimpegno avvenuto nel dicembre del 2016». E così la piscina venne inaspettatamente chiusa al pubblico e da tre anni giace mestamente inutilizzata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Noi, accompagnati dalle nostre guide, siamo andati a visitare questo impianto “fantasma”. Varcando il cancello d'entrata un vialetto conduce all'edificio, che si staglia con le sue caratteristiche ed ampie vetrate. Qualche crepa ne attraversa le bianche pareti, ma nel complesso è in condizioni accettabili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Apriamo la porta che immette nello spazio dove era attiva la reception. La presenza di un orologio non funzionante appeso alla finestra dà la sensazione che in questi ambienti il tempo si sia fermato. Ci immettiamo in un corridoio sulla destra che costeggia la vasca: da qui i genitori osservavano i loro bambini alle prese con gli istruttori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il passaggio conduce al lato opposto del complesso, laddove finalmente possiamo ammirare la piscina, ormai priva della sua essenza idrica, immersa in un silenzio irreale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La sua profondità massima, ben tre metri e mezzo, la rendeva meta prediletta dei tuffatori di mezza provincia. Ben visibili sono i blocchi di partenza fissi, ancora perfettamente intatti, che sbucano nella penombra: l'enorme ambiente è infatti illuminato solo parzialmente dalla luce che penetra dalle vetrate esterne. «Era una vasca di marca Castiglione - precisa Leonardo - una delle migliori del settore. Non è un caso che qui si svolgessero gli unici insegnamenti di nuoto pinnato della provincia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci spostiamo ora alle spalle dei blocchi di partenza, nella zona degli spogliatoi. L'assenza di finestre fa sì che per muoversi sia necessaria la luce delle torce. Adocchiamo uno dopo l'altro panchine, bagni, docce e armadietti, tutti in buono stato. E in un angolo spicca pure un cumulo di braccioli, tavolette e altri attrezzi utili per stimolare le prime bracciate dei più piccoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A stonare c'è solo qualche calcinaccio caduto dal soffitto per via dell'umidità: il prezzo da pagare dopo tre anni di inutilizzo. E pensare che un tempo il viavai di atleti era incessante. «Prima di abbandonare la gestione - sottolinea Pino - queste stanze erano animate da centinaia di iscritti e ben 16 dipendenti. Per anni ho anche sostenuto il locale team di pallanuoto femminile, arrivato in serie B».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Concludiamo il nostro viaggio in un grande vano vuoto. Il pavimento è in parquet e uno specchio gigante risalta lungo un'intera parete. Appese alle colonne pendono alcuni addobbi. «Tra queste mura i nuovi gestori organizzavano feste per gli utenti - evidenzia il 60enne -, ma durante la nostra "era" c'erano macchinari da palestra: un'ulteriore conferma di come già negli anni 80 si trattava di una piscina moderna e funzionale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le parole dell’uomo trasudano nostalgia. «Mi piacerebbe riaprire questo tesoro - ammette -: devo solo convincere la mia famiglia a intraprendere una nuova sfida». Per Pino sarebbe una scelta coraggiosa, proprio come quella messa in atto da suo padre, 33 anni fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

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Gabriella Mola
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  • anna maria sblano - E' un peccato vedere queste foto, per i bei ricordi legati alla piscina dove i mie due figli hanno preso tutti i brevetti, ed io nonostante la mia negazione al nuoto ho frequentato due corsi. Ora che sono in pensione mi piacerebbe ripropormi magari con attività di acquagym. Con la speranza e l'augurio che possa riprodere le attività auguro Buona Fortuna....!!!!!!


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