Una casa al posto dell'asilo: è la "madre di giorno". «I bimbi così sono più protetti»
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martedì 12 giugno 2018
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di Luca Carofiglio
L’appartamento si trova nel rione Madonnella, lì dove ogni giorno da lunedì al venerdì cinque bambini giocano, disegnano, leggono, ballano e pranzano. «Come in un normale asilo – spiega Angela, mamma di Giovanni - solo che svolgono queste attività in un ambiente famigliare e intimo. In questo modo, anche grazie al numero limitato di partecipanti, noi genitori abbiamo la speranza che ai nostri figli venga prestata un’attenzione maggiore rispetto a una scuola tradizionale».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una cura che viene pagata, visto che il costo mensile della “madre di giorno” ammonta a 270 euro, quanto un buon nido privato. L’educatrice del resto afferma di essersi specializzata nell’ambito dello sviluppo e del linguaggio dei gesti collaborando in passato con alcune scuole su progetti di danza e teatro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non si tratta comunque di un modello “nuovo”. Il progetto (dal nome originario tedesco di Tagesmutter), è nato infatti negli anni 60 nell’Europa del Nord e si è diffuso in Italia alla fine degli anni 90, anche se soprattutto nelle regioni settentrionali. Al Sud questa figura è riconosciuta solo in Basilicata e in Sicilia. «In Puglia invece non c’è ancora una legge che regolamenti la nostra attività – afferma Marièn -. Per ora ci stiamo appoggiando all’associazione palermitana “Casa dei bimbi”, che ha permesso il tesseramento dei genitori, garantendo loro di assicurare i propri pargoli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo dunque andati a trovare la “madre di giorno” e i suoi ospiti: si tratta di Alessandro, Sara, Riccardo, Giovanni e Nagore. Quest’ultima è la figlia di Marièn, che tra l’altro è in attesa di un altro bambino che nascerà a settembre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad accoglierci ci sono la mamma spagnola e la sua collega Erika, che le dà una mano: ci accompagnano a visitare la casa.
La stanza principale è il salone, con la zona centrale libera e tutt’intorno al perimetro pupazzi, bambole, libri e l’“angolo divani” dove i piccoli possono spaparanzarsi e saltare. «Abbiamo giochi di tutti i tipi - chiarisce l’educatrice -, perché noi non siamo né montessoriani né steineriani: semplicemente facciamo un mix tra vari modelli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Su una parete si trova la raffigurazione di un albero colorato di blu con le foto appese dei genitori, mentre sul balcone sono disposte numerose piante. «Ognuno dei bimbi ne ha portata una – dice l’insegnante – e ogni mattina se ne devono prendere cura».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poi c’è il bagno a misura di bambino e la veranda, per svagarsi tra lavatrici e panni appesi. Infine la cucina, che visiteremo quando il pranzo sarà in tavola.
Ritorniamo ora nella stanza principale: ci sono Alessandro e Sara intenti a giocare con un’enorme palla, mentre Nagore è incerta su quale pupazzo scegliere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A un certo punto Alessandro comincia a piangere dopo essersi scontrato con uno dei suoi compagni. Osserviamo Marièn avvicinarsi e rimaniamo sorpresi quando la ascoltiamo parlare in spagnolo per consolarlo. «Quella di comunicare in una lingua straniera è stata una esplicita richiesta delle famiglie», ci spiega la donna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poi in un attimo parte la musica e ci si diverte ballando al ritmo del “ballo del qua qua”, di “veo veo” e “chu chu ua”. C’è Sara che danza trascinando un trolley e Riccardo che si ferma davanti a noi per guardarci. E infine dopo qualche minuto eccoli tutti seduti davanti a Marièn che comincia a leggere un libro illustrato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma è ora di fare la pappa e i piccoli si ritrovano con i loro seggioloni attorno a un tavolo rotondo, nella cucina della loro casa, quella “alternativa”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Luca Carofiglio
Luca Carofiglio
I commenti
- Giuseppina - Tutto lavoro nero?