di Vincenzo Lorusso

I viaggiatori solitari: «Giriamo il mondo senza compagnia, per ritrovare noi stessi»
Di modi bizzarri per girare il mondo ne abbiamo raccontati parecchi, tutti in antitesi con agenzie turistiche, hotel e comfort tipici di una classica vacanza. E oggi andiamo alla scoperta di un altro modo insolito di concepire il viaggio: quello fatto da soli, dettato il più delle volte da un fortissimo desiderio di autonomia e dall'esigenza di “ritrovare sé stessi”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una scelta che non è per nulla isolata, visto il successo del gruppo Facebook “Viaggiare in solitaria" che conta ben 80mila iscritti. Proprio grazie al popolare social network siamo riusciti a metterci in contatto con alcuni di questi audaci viandanti. (Vedi foto galleria)

Uno di loro è Enrico Granà, 28enne originario di Palazzo Adriano, paese vicino Palermo. «È successo tre mesi fa, all'improvviso - racconta il giovane -. Una mattina mi sono svegliato e ho capito che non stavo vivendo come veramente desideravo: la monotonia della quotidianità mi stava deteriorando. Così nel giro di due settimane ho fatto un biglietto di sola andata per l'Argentina dove ho potuto sfruttare temporaneamente l'"appoggio" di qualche amico, per poi cominciare a vagabondare per l'America Latina».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ora il giovane si trova ad Arequipa, in Perù. «Fino a questo momento ho visto luoghi di una bellezza sconvolgente – afferma - come il ghiacciaio Perito Moreno e le guglie del monte Fitz Roy, senza contare poi Machu Picchu, il sito archeologico Inca più famoso in assoluto. Adesso l'obiettivo è scavalcare le Ande per ritornare in Argentina: non so come farò, forse dormirò negli ostelli in cambio di qualche attività di volontariato. Ma non ho paura. Anzi, prendo spunto da un mio "collega" solitario conosciuto a Valparaiso che girovaga pur essendo sordomuto: una persona che non si pone limiti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un altro amante della libertà è il calabrese Francesco Buonanno, "adolescente di 50 anni", come lui stesso ama definirsi. «Spostarsi da soli è molto meglio - sottolinea -: non devo dar conto a nessuno riguardo a mete, alloggio e cibo da scegliere. Passo esclusivamente l'estate in Italia, per il resto appena posso faccio le valigie: sono stato due volte in Marocco e mi appresto a volare in Tunisia. Poi sarà la volta dell'Asia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Francesco per avere qualche dritta sul grande continente orientale potrebbe rivolgersi al ferrarese Karim Schneider. «Dopo un periodo negativo della mia vita ho deciso di lasciare tutto - spiega -. Mi sono licenziato, ho venduto auto e casa e sono diventato un senzatetto. Ho fatto un viaggio "di prova" per un mese in giro per l'Europa, poi cinque mesi fa mi sono spostato verso Est».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Karim ci parla non tanto dei posti osservati, quanto dell'"umanità" apprezzata sul suo cammino. «Ricordo di aver conosciuto nelle Filippine un autista particolare - racconta -. Ogni lunedì si svegliava alle 4 del mattino e si sobbarcava un'ora di macchina per portare da mangiare ai detenuti di un carcere locale. Un giorno lo accompagnai alla prigione, incrociando lo sguardo di 150 reclusi che difficilmente dimenticherò: erano contenti di avere a che fare con uno che non si vergognasse di stare con loro. Per una volta sorridevano, mostrando quei pochi denti rimasti, decimati da insani lavaggi a base di detersivo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma cosa pensano i suoi amici della sua scelta di vita? «Molti non capiscono  - risponde Karim -, altri mi invidiano ma non hanno il coraggio di “sognare”. Dicono: "Karim, viaggia anche per me". Certo, a volte è un peccato non poter condividere alcune esperienze, ma nel nostro peregrinare incontriamo tantissime persone e trovare qualcuno con cui parlare è più facile di quanto si possa credere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dello stesso avviso è il napoletano il 37enne Marco Russolillo, da poco tornato a casa dopo quattro mesi in Sud America. «Ho cominciato a vagabondare in seguito a un grave incidente - afferma il partenopeo -. Me lo ricordo benissimo: successe l'8 ottobre del 2013, la data che ha cambiato la mia vita, in meglio. Quello spavento ha fatto sì che mi decidessi finalmente a vivere fino in fondo: fu come risvegliarsi da un lunghissimo sonno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La prima meta fu il Portogallo. «Approfittando di qualche giorno di ferie partii così per il Paese lusitano, senza nessuno accanto - ricorda-. All'inizio ho sofferto la solitudine, ma poi ho capito che si trattava di una risorsa: sono diventato più aperto a stringere rapporti con altre persone e a fare nuove esperienze. E poi ho scoperto che c'è un sacco di gente al mondo come me: pensate che sulla cima di una montagna in Patagonia ho trascorso del tempo con un 70enne americano, capendo solo in un secondo momento che si trattava di un importante professore di Economia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E a volte tra questi giramondo si nascondono persone veramente coraggiose. «Sono quattro anni che viaggio con lo zaino in spalla lungo tutto il pianeta – ci dice il 30enne Robin Targon - e tra la tanta gente conosciuta c'è una coetanea che non scorderò mai: malata di leucemia, anche lei aveva deciso di partire senza compagnia, decisa a sfidare la sua malattia sola contro tutti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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