Dal mare ai pennelli: alla scoperta di Gianni Comes, pescatore-artista di Monopoli
Letto: 9641 volte
lunedì 8 gennaio 2018
Letto: 9641 volte
di Ilaria Palumbo
Lui infatti crea quadri e sculture, il cui tema predominante è naturalmente proprio quella odiata e amata distesa blu dell’Adriatico. «Da bambino il mio sogno non era fare il pescatore – ci racconta -. Avevo un fisico minuto, mi piaceva già disegnare e desideravo continuare a studiare, ma i miei genitori insistettero perché imparassi questo lavoro. All’età di 13 anni quindi salpai per la prima volta verso l’orizzonte, ma in cuor mio deciso a non tralasciare quella che rappresentava la mia vera passione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ogni giorno Gianni passava ore e ore in mare, da mezzanotte fino al tardo pomeriggio, ma una volta a terra si rifugiava nel proprio laboratorio dove, nonostante la stanchezza, era pronto a mettere in pratica la propria arte. A ispirarlo quell’infinito azzurro che lo circondava per tutto il resto del tempo. Perché malgrado le fatiche che comportava il suo mestiere e la perdita di un fratello durante una traversata, il marinaio riusciva a trarre il meglio da quell’attività che gli forniva continuamente nuovi spunti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel corso degli anni Comes è riuscito ad avere un certo seguito come artista, a esporre e a vendere molti dei suoi quadri. Siamo andati a trovarlo nel suo laboratorio che si trova nella zona sud di Monopoli, a due passi dal centro storico e dal porto (vedi foto galleria).
Quando entriamo veniamo accolti dal “pescatore-pittore”, un simpatico signore dai capelli grigi e il volto leggermente abbronzato. Siamo circondati da numerosi dipinti, attentamente disposti sui cavalletti o impilati sugli scaffali, in un tripudio di colori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Monopoli con i suoi alti campanili è ritratta in alcuni quadri, ma il soggetto predominante è chiaramente il blu del mare: tempeste e burrasche vengono raffigurate in immagini che richiamano i pittori impressionisti. «Perché il vero mare non è quello calmo delle cartoline estive - afferma risoluto l’artista -. Non è un caso che in ogni mio dipinto ci sia una piccola firma personale: due barchette a vela. Rappresentano la speranza e l’amore che si lasciano a terra quando si salpa verso l’orizzonte sconosciuto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gianni tra l’altro si serve di una tecnica unica per dipingere: adopera smalti e vernici utili a colorare le barche che diluisce con la nafta. In questo modo dà vita a colori brillanti, che saranno poi spennellati non solo sulla classica tela, ma anche su elementi provenienti dal mondo marinaro: sacchi di juta, stracci di stoffa, incerate, ombrelloni, tronchi raccolti in acqua, reti, corde, cime e funi. «Tutti materiali provenienti dall’Adriatico che ho riciclato dando loro nuova vita», ci confida.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli chiediamo come veniva considerato dagli altri marinai uno come lui che, dopo aver pescato polpi, seppie e triglie, spendeva tutto il suo tempo con i pennelli. «Soprattutto quando ho iniziato i miei colleghi mi guardavano con diffidenza e astio – ci risponde - non capivano perché non riuscissi ad accontentarmi del mestiere che condividevamo. Ma io non mi sono fatto fermare e anzi ho continuato a seguire la mia vocazione. Durante il giorno ero alle prese con àncore e reti, la sera invece potevo essere veramente me stesso e mi abbandonavo all’arte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E da qualche mese finalmente, dopo oltre 50 anni di sacrifici, Gianni è andato in pensione e potrà dedicarsi completamente ai propri dipinti. «Ma - ci rivela - il mondo dei pescatori e l’amore per il mare non mi abbandoneranno mai».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita