di Luca Carofiglio - foto Antonio Caradonna

Lama San Giorgio, l'esempio di Luca: «Tra mille rifiuti ho creato un angolo di paradiso»
TRIGGIANO – Di Lama San Giorgio, uno dei nove ex fiumi di Bari, vi abbiamo già parlato nel gennaio del 2016, quando perlustrammo l’ultimo tratto dell’antico corso d’acqua: quello che da Triggiano arriva fino alla foce di Cala Pantano a San Giorgio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’epoca vi parlammo di natura selvaggia, grotte e ripide strade: del panorama insomma in cui ci si imbatte se si percorre quest’area verde che la Regione Puglia vorrebbe trasformare in un grande parco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ora però vogliamo soffermarci anche sui problemi di questa lama da molti considerata solo come un posto dove andarci a buttare i rifiuti, magari per evitare di differenziarli “a causa” della raccolta porta a porta avviata a Triggiano negli ultimi anni. Girando tra le vie e i campi della zona è infatti facilissimo trovare gettati per terra water, cassette di plastica, pneumatici, bottiglie e persino scheletri di animali. (Vedi foto galleria)

Tra tanto degrado però la lama nasconde anche delle belle storie, come quella del 41enne triggianese Luca Di Gioia. Un anno fa il giovane si è rimboccato le maniche e dopo aver ripulito il suo appezzamento di terreno dal pattume, ha creato un piccolo angolo di “paradiso” all’interno dell’area. In contrada Pozzo San Benedetto Luca ha piantato fiori e alberelli e ha arricchito l’ambiente con muretti a secco, staccionate e persino cartelli indicativi. (Vedi video)

«Ho comprato questo uliveto nel giugno del 2016 – ci dice – e subito dopo ho fatto una bruttissima scoperta: avevo in mano un terreno che nascondeva una vera e propria discarica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Luca ci spiega che una volta cominciato a scavare si è reso subito conto come il canale naturale che passava sotto il suo campo era di fatto ostruito. «C’era di tutto al suo interno – sottolinea - dagli pneumatici alle bottiglie, dai frammenti di eternit ai medicinali scaduti, fino a scaldabagni e cappe da cucina. Tutti sotterrati nel corso di 30 anni. Mille rifiuti che tra l’altro fungevano da tappo per questo condotto che avrebbe dovuto convogliare l’acqua piovana».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma il giovane non si è dato per vinto. «Ho cominciato a pulire con l’ausilio di pale e carriole – ricorda -. Tutto ciò che trovavo lo lasciavo poi sul ciglio della strada per permettere ai mezzi del Comune di portarlo via. E’ stata una gran fatica che mi ha tolto un sacco di tempo, ma ne è valsa la pena. Chi passava di qui mi prendeva per pazzo, ma ho voluto essere d’esempio per tutti i cittadini: la lama è patrimonio di tutti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


A quel punto Luca decide di non fermarsi, cercando di rendere il suo appezzamento il più grazioso possibile. «Ho aggiustato il canale con tutte le pietre raccolte durante gli scavi – spiega – poi ho costruito una staccionata e ho cominciato a piantare una serie di alberi: un gelso, un fico australiano e un falso pepe accerchiati da piante grasse e da piccoli blocchi di legno. In più ho realizzato un cartello che dà varie indicazioni sul come raggiungere ad esempio Noicattaro o la vicina base scout dell’“Aquilone”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel frattempo c’è chi sta apprezzando il suo lavoro. Ci sono persone che di tanto in tanto gli portano degli alberelli (quando arriviamo lo troviamo proprio in compagnia di un ligustro appena donatogli da un conoscente) e il  Comune stesso ha costruito nelle vicinanze una recinzione simile alla sua.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La sua opera però non è ancora terminata: l’intento è quello di mettere su un gazebo utile come area di sosta per le biciclette. Insomma il 41enne sta cercando di riaccendere i riflettori su una zona spesso abbandonata, come lui stesso ci mostra portandoci in “tour” per la lama alla ricerca di vari punti utilizzati come discarica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’ingresso di una cavità ad esempio ci imbattiamo in lamiere in ferro, televisori, residui di eternit e due pesanti ruote in pietra di una molazza da cantiere. Un po’ più giù scorgiamo i resti di uno scooter bruciato e persino il teschio di un cavallo. Percorriamo poi un sentiero sul cui ciglio del quale si trovano bidoni, materiale edile, water e oggetti da cucina come tazzine da caffè. E poco più avanti ecco gli immancabili pneumatici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci resta quindi che ritornare a rifugiarci nell’angolo bucolico di Luca, proprio mentre sulla via incrociamo un gregge di pecore. «I pastori vengono qui a far pascolare il bestiame – afferma sconsolato il giovane – gli ovini di fatto brucano l’erba sopra la quale giace l’immondizia. Sono situazioni che fanno cadere le braccia, ma tra tanto degrado io voglio continuare la mia opera: la speranza, un giorno, è quella di rendere questa gloriosa lama un posto migliore, da vivere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (di Gianni de Bartolo) la nostra visita a Lama San Giorgio:


 


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  • Remo Antonio Giovanni - Buonasera,ma siete veramente convinti che istituendo l'ennesimo Parco,la gente non butterà rifiuti,io presumo che saranno ancora di più,in quando sarà limitato l'ingresso di alcune categorie le quali nel bene e nel male sono un deterrente,mancando questi,gli inquinatori avranno campo libero,guadate cosa sta succedendo all'Interno del parco dell'Alta Murgia,ormai è un cimitero a cielo aperto di carcasse d'auto e quant'altro,distinti saluti.
  • Francesco - Luca sei degno di un grande encomio che non solo ti devono dare i vari lettori ma anche e soprattutto l'amministrazione di Triggiano se ci tiene al proprio territorio e se il sindaco ha la giusta sensibilità ambientalista e vuol vedere lontano per il bene del proprio paese. Bravo Luca.
  • Pedro - Un esempio x tutti. Spero che non resti unico ,ma che sia un passo dove noi tutti possiamo agregarci,rendendo la nostra terra migliore.


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