Bari, in una scuola media c'è anche l'ora di meditazione: «Aiuta ad apprendere meglio»
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lunedì 20 febbraio 2017
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di Maria Bruno
Quando entriamo nella classe 2°A dell’istituto ubicato in via Francesco d’Assisi, troviamo 21 ragazzi e la loro docente già disposti in cerchio al centro dell’aula. I banchi sono stati spostati ai margini della stanza e gli studenti sono posizionati su delle sedie molto vicine tra loro. Su un tavolo è poggiato un pc che servirà per la riproduzione della musica rilassante che farà da sfondo all’attività. «La disposizione in cerchio è fondamentale per la condivisione del respiro e delle emozioni e favorisce la costruzione di un legame che collega tutto il gruppo», ci spiega subito Paola De Marzo, la docente di Lettere fautrice della meditazione a scuola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Paola insegna meditazione anche al di fuori dell’ambiente scolastico e ha spinto molto affinchè anche i suoi alunni fossero introdotti a questa pratica millenaria. «Sono convinta – ci dice – che la meditazione sia sorgente di innumerevoli benefici nella fase della pre adolescenza: conduce alla consapevolezza e alla “alfabetizzazione emozionale” e permette di rilassarsi favorendo così concentrazione, apprendimento e sviluppo della creatività».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’alfabetizzazione emozionale sarebbe quello stato in cui si riesce a sentire e analizzare le proprie emozioni e i propri stati d’animo. «E questo è fondamentale per acquisire la piena consapevolezza di sé, portando così alla luce disagi e problematiche che possono toccare i giovanissimi nella fase che precede l’adolescenza», sottolinea la docente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non ci resta a questo punto che assistere alla lezione. Notiamo però che i ragazzi sono senza scarpe. «La professoressa ci dice sempre che dobbiamo avere i piedi a contatto e radicati nella terra», spiega il piccolo Riccardo. Ma ecco che parte la musica e gli alunni chiudono gli occhi (nella foto). Sono estremamente seri, nulla li distrae. Durante i primi minuti il gruppo si concentra sul respiro, sull’inspirazione e l’espirazione.
Successivamente i ragazzi vengono invitati dalla docente a immaginare che un fascio di luce con i colori dell’arcobaleno attraversi il loro corpo partendo dai piedi e arrivando alla testa. A questo punto viene chiesto loro di pensare che la luce torni verso il basso. La professoressa suggerisce di prestare attenzione a ogni sensazione fisica provata, come il formicolio di un arto o la percezione di calore scatenata dal fascio di luce immaginario.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella fase finale Paola indica agli alunni di “tornare indietro”, uscendo dalla fase profonda della meditazione attraverso un conto alla rovescia. I ragazzi iniziano così a muovere le mani, poi i piedi e infine aprono gli occhi riprendendo un totale contatto con la realtà.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Possiamo ora avvicinarci agli alunni per chieder loro se alla fine la meditazione incontri il loro interesse. «La cosa che più amo – afferma Sara – è il fatto di poter raggiungere luoghi immaginari con la mente: con il corpo sono qui, ma con la testa vado altrove, è bellissimo». «A me, invece – prosegue Denny – la meditazione piace perché durante quel momento non penso ai problemi. Tutte le cose brutte si allontanano». «Con questa pratica ho la possibilità di produrre qualcosa con l’immaginazione – sottolinea Riccardo–. Non è come la televisione che ti impone delle immagini, quando medito le posso creare io». «Io sento che il legame con i miei compagni sta diventando sempre più forte, li sento più vicini a me», asserisce un’altra alunna.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«E’ questo il cuore della questione – conclude l’insegnante –. I bambini e i pre adolescenti spesso tendono a parlare tanto e far chiasso. Con la meditazione invece ascoltando se stessi imparano ad ascoltare anche gli altri e a comprendere finalmente il prossimo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video (di Antonio Caradonna e Gianni de Bartolo) la lezione di meditazione nella scuola media Carducci di Bari:
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Scritto da
Maria Bruno
Maria Bruno