di Ilaria Palumbo

Da Eastwood a Pasolini, da Cortázar a Puccini: gli artisti che hanno parlato di Bari
BARI – Da Clint Eastwood a Herbert Ross, passando per Cortázar e Nero Wolfe: sono tanti i personaggi, gli scrittori, i registi e i musicisti che hanno parlato di Bari: maestri che inaspettatamente hanno voluto spendere una parola per una città italiana di certo non famosa quanto Roma, Firenze o Venezia. (Vedi foto galleria)

Partiamo dal cinema. Siamo al 22esimo minuto del film “I ponti di Madison County” del 1995 diretto e interpretato da Clint Eastwood, quando a un certo punto Meryl Streep (che interpreta Francesca, di origini italiane) afferma di provenire da una “città sull’Adriatico”, esattamente Bari. A quel punto ci si aspetta che Clint dica “E dov’è? Vicino Napoli?” e invece ecco che il mitico attore risponde: “Bari? La conosco bene. Una volta ci passai e guardando dal finestrino mi sembrò una città piacevole. Così scesi dal treno e ci restai qualche giorno”. Incredibile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma non è finita qui, perché dopo 50 minuti di film i due immaginano di andarsene insieme in un posto lontano. “Possiamo andare a Bari”, propone Eastwood, per poi raccontare alla Streep un piccolo ricordo dei giorni trascorsi nel capoluogo pugliese: “Conosci la stazione? Sai quel piccolo ristorante con la tenda a strisce sul marciapiede di fronte, dove servono gli arancetti? Ho preso un caffè lì ed ero seduto dalla parte della chiesa”. Al che Meryl risponde: “Gli arancini…e poi le zeppole. Si lo conosco benissimo”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma se Eastwood ha dedicato a Bari una sola scena, lo statunitense Herbert Ross, regista di film cult come “Footloose” e “Provaci ancora, Sam”, nel capoluogo pugliese ha deciso proprio di ambientare un intero film. Si tratta di “Giselle”, girato al teatro Petruzzelli. Location scelta anche da Alberto Sordi per il suo “Polvere di stelle” del 1973 e da Franco Zeffirelli per “Il giovane Toscanini” del 1988.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dal cinema alla musica. Il compositore Giacomo Puccini nel 1895 passò una settimana a Bari in occasione della prima della sua opera “Manon Lescaut”, in scena al Piccinni. Ebbene in una lettera datata 27 febbraio e indirizzata all’allora sindaco Giuseppe Re David, il musicista toscano parla dei “giorni indimenticabili appena trascorsi” e indica i baresi come  “un pubblico tanto fine e colto e dotato di un intuito sorprendente”. E poi dice ancora: “Io penso che un esito così fortunato della mia opera, oltre che alla splendida esecuzione, sia da attribuirsi all’animo di questa degna città, così nobile, sincera ed entusiasta […]. Io non avrei voluto allontanarmi da questa dimora incantata, che è addivenuta per me quasi una seconda patria”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Bei complimenti da parte di uno dei massimi maestri della musica italiana di ogni tempo. Tuttavia è nella letteratura che troviamo i più numerosi riferimenti al capoluogo pugliese. Abbiamo già parlato di “Le due Bari”: il breve racconto che Pier Paolo Pasolini dedicò al capoluogo pugliese nel 1951. Così come abbiamo illustrato il saggio che Italo Calvino scrisse dopo una visita in Puglia nel 1954. Ma anche scrittori internazionali hanno parlato della città. Tra questi lo scrittore metafisico argentino Julio Cortázar, che nel romanzo “Componibile 62” scritto nel 1968 ed edito in Italia nel 1974, inserisce improvvisamente nella narrazione una poetica “visione” di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


“Hélène – dice il protagonista del libro - ieri mi hanno spedito dall’Italia una cartolina qualsiasi con una vista di Bari a colori. Guardandola sottosopra con gli occhi socchiusi, favo di infinite celle scintillanti con la loro corona marina in alto, si diluiva in un’astrazione di delicatezza minuziosa. Allora ho ritagliato una parte dove non erano evidenti né edifici importanti né corsi d’illustre ampiezza: l’ho messa lì, appoggiata al barattolo dove tengo matite e pipe. La guardo e non è una città italiana. Sottile trama di minuscoli scompartimenti rosati e verdi, bianchi e celesti, forma e dispone un’istanza di bellezza pura. Ecco, Hélène, io potrei raccontare così la mia Bari, a testa in giù e ritagliata, su scala diversa”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una città colorata raccontata con un tocco surreale quindi. Più concreto (e negativo) è il racconto di Bari che fa lo scrittore statunitense Rex Stout, autore del romanzo “Nero Wolfe fa la spia” del 1954. In un bella giornata festiva d’aprile, il detective Wolfe atterra a Bari con il suo assistente Goodwin e il loro impatto con la città non è dei migliori: “Bari non è una metropoli, ma nonostante questo mi sarei aspettato un po’ di movimento all’aeroporto. Invece niente, era morto”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Va bene, Bari non può piacere a tutti. Anche se c’è chi con il capolugo pugliese ci è andato molto pesante. “Un triste scarafaggiaio di auto e moto” l’ha definita lo scrittore torinese Guido Ceronetti, in “La pazienza dell’arrostito” del 1990. Nel racconto del suo vagabondare cittadino le strade baresi abbondano di personaggi rozzi e incolti, “canaglie che al passaggio di una faccia pensosa si esercitano in sghignazzamenti, fischi, rutti, strida, insulti”. 

Sarà la finzione letteraria, sarà pure che la città è peggiorata nel corso degli anni, però caro Ceronetti che le avranno mai fatto i baresi?

(Vedi galleria fotografica)
 
Nel video la scena dei ponti di Madison County in cui Meryl Streep svela le sue origini baresi:


 


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Ilaria Palumbo
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  • rossella - parla di bari anche Lalla Romano in "Diaro di Grecia" parla di Bari nelle prime pagine, un resoconto di questa città visitata prima dell'imbraco per la Grecia, nel suo racconto di coglie la sensazione di spostamento nel tempo e non solo nello spazio, in paragone alla Torino dove la scrittrice e pittrice viveva. Comunque la descrive in colori splendidi
  • Marcello - Ma sopratutto Bari è citata nel canto VIII del Paradiso della Divina Commedia di Dante Alighieri
  • francesco de nicolo - in uno degli episodi di "Sesso Matto" di Dino Risi, Saturnino e Gilda vengono da Carbonara di Bari, e parlano pure in dialetto...


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