di Laura Villani

Vendere agli immigrati il cibo del proprio Paese: è l'idea di successo del
BARI – «Vendo a persone provenienti da tutto il mondo il cibo che mangiavano nel loro Paese». Parole del 50enne pakistano Zafar Iqbal (nella foto) che con successo ha aperto tra Bari, Brindisi e Brescia una serie di “bazar” specializzati in prodotti etnici. Questo imprenditore asiatico si è posto una semplice domanda: “Perché non offrire ai milioni di stranieri che vivono in Italia ciò che consumavano prima di approdare nel Belpaese?”. Zafar ha insomma capito che gli immigrati rappresentano un mercato che era possibile sfruttare. E così ha fatto. (Vedi foto galleria)

Del resto anche il vicepresidente della comunità islamica in Puglia, Sharif Lorenzini, da noi intervistato due anni fa, aveva sottolineato come per i musulmani rappresentasse un grande problema quello legato alla difficoltà di procurarsi in Italia prodotti halal, cioè conformi alla legge islamica che impone specifiche regole alimentari. Lorenzini parlò giustamente di “enorme opportunità mancata per i commercianti”, di “giro d’affari sprecato”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Nei miei negozi è possibile trovare più o meno 700 prodotti tra arabi, cinesi, thailandesi, filippini, brasiliani, marocchini, egiziani o pakistani. Metà mondo insomma», afferma orgoglioso l’imprenditore, che raggiungiamo in via Quintino Sella, strada in cui si trova uno dei suoi due “supermercati” baresi (l’altro è in via Abbrescia). Non a caso l’uomo ha scelto i quartieri Libertà e Madonnella per aprire gli esercizi commerciali: si tratta infatti dei rioni con la presenza maggiore di stranieri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Al nostro ingresso il negozio si presenta come un lungo e colorato corridoio. A sinistra troviamo la cassa ed alcuni capi di abbigliamento e accessori per capelli, mentre a destra sono esposti prodotti di bellezza e per l’igiene personale. Ma bastano pochi passi per trovarsi circondati da confezioni di bevande in bottiglia e lattina, spezie, salse e un’enorme varietà di cibi che spaziano dal riso per sushi ai semi di papavero, dai falafel ai vermicelli fritti. In fondo è poi collocata la macelleria che offre proprio quella carne halal ambita dai musulmani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma come gli è venuta l’idea di aprire esercizi di questo tipo? «Dopo un licenziamento - risponde l’uomo -. Arrivato in Italia nel 1996 sono stato a lungo impiegato nel bresciano: costruivo barche di resina. Poi nel 2010 per problemi aziendali ho dovuto lasciare il mio lavoro. E a quel punto è scattata l’illuminazione: con i risparmi accumulati ho aperto a Brescia il primo negozio di cibi etnici. All’inizio incassavo poco, ma poi pian piano gli affari sono andati bene».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sfruttando poi un “gancio” pugliese (suo cognato che viveva qui da tempo), un anno fa Zafar ha deciso di aprire anche a Brindisi e Bari, città in cui si è trasferito con moglie e 5 figli. Ora è proprietario in totale di quattro punti vendita gestiti da numerosi dipendenti tutti in regola e ha acquisito anche la cittadinanza italiana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma una formula imprenditoriale di successo, a cui incredibilmente non sono arrivati ancora gli italiani. Per noi però Zafar ha in serbo un consiglio: «Non andate via dall’Italia, qui il lavoro c’è, basta sapersi organizzare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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