di Stefania Buono

Da Amoruso a Cassano, da Fiore a Lorusso: ma qual è l'origine dei cognomi baresi?
BARI – Dei cognomi più diffusi a Bari abbiamo già parlato, oggi però ci vogliamo fare un’altra domanda: da dove derivano? Quali sono le loro origini? Ecco la risposta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In molti casi derivano da altri appellativi sparsi per l’Italia. È il caso di Lorusso. Il cognome più diffuso nel capoluogo pugliese è infatti una delle numerosissime varianti di “Rossi”, il nome italiano per eccellenza. La sua storia rimanda al colore rosso, utilizzato prevalentemente per indicare i capelli del capostipite della famiglia, oppure la presenza di elementi rossi (come vegetazione, costruzioni o altro) nelle vicinanze della casa. È considerato tipicamente barese perché circa un terzo di tutti i Lorusso del Belpaese vivono in Puglia e in maniera particolare a Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Come per Lorusso, è significativo il fatto che tra i cognomi più “baresi” ce ne siano altri tre che cominciano con “lo”: si tratta di Loconsole, Loiacono e Losacco, derivati di “Consoli”, “Iacono” e “Sacchi”. In tutti e tre i casi si tratta di nomi associati a impieghi e mestieri, rispettivamente il console (magistrato dell’antica Roma), il diacono (ministro che ha ricevuto il primo grado dell'Ordine sacro delle chiese cristiane) e il trasportatore o il fabbricatore di sacchi. E Losacco può anche assumere l’accezione di “Isacco”. Ciò vuol dire che il capostipite potrebbe aver avuto lo stesso nome del figlio di Abramo.  “Lo” è uno degli articoli determinativi italiani, ed è molto frequente nella nostra lingua l’accostamento tra articoli e sostantivi per generare nuove varianti di cognomi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Poi ci sono gli appellativi che derivano dal nome proprio del capostipite: Ranieri e Grimaldi provengono da germanici Raniero e Grimaldo, De Santis e Santoro da Santo (anche se questi due cognomi potrebbero anche indicare che un figlio sia nato il giorno di Ognissanti). E ancora Colella da Nicola, Antonacci da Antonio, De Giosa da Giuseppe, Sciacovelli da Giacomo, Damiani da Damiano e ci sembra inutile sottolineare da quali nomi provengano De Tullio e Martino. E anche Lopez ha una provenienza simile: è un cognome che assume il senso di “figlio di Lope”.  Nella Spagna di un tempo Lope era un nome di battesimo piuttosto comune, assimilabile all'antico nome italiano Lupo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
I luoghi di origine sono altrettanto frequenti nei cognomi più presenti a Bari. Ad esempio abbiamo Triggiani e Carbonara, che indicano due località nostrane, Ferrara, Calabrese e Zonno (da “Zone” situato in provincia di Lucca) che segnalano vari territori italiani, ma sono da menzionare anche Catalano (cioè “abitante della Catalogna”) Armenise (ovvero “proveniente dall’Armenia”) e Paparella (dal toponimo “Papero”, un’area situata nell’ex Unione Sovietica).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Anche i sostantivi influenzano notevolmente la “cognomastica”: Fiore venne attribuito ai neonati per stabilire fin da subito un contatto tra loro e la natura (così come è avvenuto per De Giglio); Ladisa deriva da “diso” che significa muraglia, utilizzato per sottolineare la forza di una persona; Favia deve al legume “fava” la sua origine e indica una famiglia che ha discendenza contadina; De Marzo venne attribuito per indicare una persona nata nel mese di marzo; Signorile discende da “signore”, onorificenza che veniva affiancata a giudici, magistrati o notai; Traversa è nato inizialmente dall’omonimo sostantivo che indica ad esempio una strada secondaria o una barra posta in senso trasversale ad altri elementi, ma in realtà era utilizzato per individuare, in senso figurato, un individuo dallo sguardo minaccioso; Bottalico nacque dal sostantivo “bottale” e indicava colui che di mestiere conciava le pelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
In più possiamo notare anche cognomi composti da più di un termine, come Bellomo (bello + uomo), Colaianni (Nicola + Giovanni) e Carofiglio (Caro + Figlio). Anche Martiradonna deriva da due nomi (“martire” e “donna”) ma assume connotazioni ancor più ampie: questo cognome veniva attribuito a figlie di donne morte a causa del parto oppure a bambine con malformazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Anche gli aggettivi influenzano l’antroponimia: Amoruso nasce da “amoroso” e venne assegnato a bambini molto amati o agli ultimi nati da una coppia; Romito deriva dall’omonimo attributo dal significato di “solitario”, per indicare i figli unici; Romano non indicava un individuo di Roma città bensì un appartenente all’Impero Romano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Infine ci sono anche molti casi di cognomi diffusi a Bari il cui significato è incerto: Cassano potrebbe derivare dall’etrusco cassius che ha il significato di “eccelso, distinto, illustre”, oppure essere un toponimo di Cassano Murge; Fanelli può indicare Casale Fanelli (località in provincia di Brindisi) oppure il soprannome “Fanello” (un nome che indica un piccolo uccello simile al fringuello); Milella deriva da “milo” (un possibile nomignolo, poiché si tratta di un nome di origine napoletana che indica la mela) o da “miel”, verbo ebraico che sta per “dire” (per indicare una persona che ama parlare).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
L’elenco dei “non sicuri” continua con i bisillabi Genchi, Nitti, Monno e Franco. Andando in ordine, il primo indica la provenienza da Pozzo di Jenco (località nei pressi di Trani) oppure un nome comune del dialetto napoletano, ovvero “jenco”, dal significato di “giovenco”. Nitti può essere una abbreviazione di Benedetti (da cui deriva anche l’assai presente cognome De Benedictis) e indica che il capostipite della famiglia si chiamava, appunto, Benedetto, oppure potrebbe essere un soprannome attribuito a un individuo considerato nitido e pulito. Monno è il toponimo di un comune in provincia di Brescia oppure è un aggettivo attribuito ad un capofamiglia figlio unico (da “mono”, ovvero “solo”). Infine Franco può indicare una persona appartenente all’antico popolo dei Franchi o un uomo libero, con pieni diritti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Molto particolare è, per concludere, il cognome Carella, che ha due diverse radici: “caro”, aggettivo che indica una persona preziosa e importante e “Cariello”, un nome comune che indica un cuscino di cuoio o stoffa usato per inginocchiarsi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fonte: “Dizionario dei cognomi pugliesi” di Pantaleo Minervini (2005, Schena Editore)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Scritto da

Lascia un commento
  • lorenzo birghi - molto interessante questo blog in particolare cercavo proprio l'emitologia dei cognomi di due amici che di cognome fanno grimaldi e cassano in partcolare modo quest'ultimo cognome mi sembrava che potesse derivare da un toponimo. Ma noto che effetivamente come dice qualcuno potrebbe anzi molto probabilmente deriva da una stirpe etrusca, in quanto risulterebbe anche un po strano che famiglie Cassano specialmente in puglia derivino tutte da cassano delle murge. Interessante anche il cognome Grimaldi io credevo che fosse un sopranome tipo grimaldello, invece e proprio un nome Grimaldo.


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)