Gigi D'Alessio in piazza, l'assessore: «Soddisfiamo la "gente", non l'élite barese»
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giovedì 12 novembre 2015
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di Katia Moro
Ora, da un anno e mezzo si è insediata una nuova amministrazione al Comune di Bari, che in campagna elettorale ha puntato proprio su nuove idee per la cultura e soprattutto sul “marketing” della città. E quale migliore occasione per mostrare queste idee se non la grande festa di Capodanno che si svolgerà come ogni anno in piazza Libertà? Un biglietto da visita da non sprecare per una città molto grande ma da sempre troppo poco conosciuta. E come "biglietto da visita" per Bari, è stato scelto Gigi D’Alessio, il re della canzone neomelodica napoletana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma ci chiediamo: cosa c’è di barese in un napoletano doc come Gigi D’Alessio? E soprattutto cosa c’è di Culturale, di Nuovo, nella “trash” e conservatrice musica neomelodica? L’anno scorso fu invitato ad animare la festa Vinicio Capossela, un cantante di nicchia, che parla solo a pochi “eletti”. Quest’anno invece si fa una scelta completamente contraria e si chiama un cantante che definire “commerciale” è poco. Che cosa guida le scelte del Comune?
Queste domande se le sono fatte migliaia di baresi, che all’annuncio del concerto di D’Alessio, hanno scatenato un mare di polemiche sui social network. Alcuni di loro, un gruppo di operatori culturali baresi, hanno firmato un appello pubblico: alla decisione di investire in un unico costoso evento, oppongono la restrizione di fondi e il mancato finanziamento di tanti piccoli progetti che darebbero fiato agli artisti locali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come risponde il Comune a queste accuse? Abbiamo voluto porre i seguenti interrogativi direttamente all’assessore alle Culture e al Turismo, il 40enne Silvio Maselli (nella foto con Gigi D'Alessio).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A quale tipo di scelta culturale corrisponde quella di chiamare Gigi D’Alessio per animare la notte di Capodanno?
Lo ammetto candidamente: non è una scelta culturale. Stiamo programmando una grande festa popolare che deve servire solo a far divertire tante persone e a portare in piazza tutte quelle che non si possono permettere il costoso cenone di fine anno. Ammetto anche questo candidamente: a me non piace la musica di Gigi D’Alessio e in genere non la ascolto. Ma alla “gente” piace e io sono l’assessore alla “culture” e devo quindi rispettare ogni forma di cultura e non solo preservare gli interessi di una ristretta élite di alto-borghesi capaci solo di sputare veleno nascondendosi dietro l’indistinto anonimato dei social media.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si riferisce al gruppo di operatori culturali firmatari dell’appello cui è stata affibbiata anche la definizione di “razzisti” da parte di qualche commentatore?
Io non etichetto nessuno. Mi ritengo un relativista culturale e rispetto qualunque forma culturale anche quelle portatrici di disvalori. Ma questa è una città di pazzi dove invece di gioire per la grande opportunità di visibilità fornita si sa solo vomitare sterili critiche. Il sindaco Decaro ha avuto la felice idea di accogliere la proposta di questo spettacolo: un'operazione di marketing territoriale che porterà in città migliaia di persone con una conseguente ricaduta in termini economici. Sarà un grande evento che verrà trasmesso contemporaneamente da canali televisivi e radiofonici tra cui Canale 5, garantendoci quindi la massima visibilità. Dobbiamo quindi soddisfare il pubblico nazionale e non il ristretto gruppo autoreferenziale della borghesia cittadina che “abita” i social media.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma se l’obiettivo da perseguire è lo sviluppo del marketing territoriale non si poteva puntare su un artista che rappresenti validamente la nostra cultura locale?
Il grande errore dai noi commesso è stato nella comunicazione dell’evento: in realtà non si tratterà del concerto del singolo cantante Gigi D’Alessio ma di uno spettacolo con una decina di ospiti nazionali e internazionali di grande rilevanza oltre che popolarissimi artisti locali come (probabilmente) Checco Zalone. E d’altra parte chi altro avremmo potuto invitare? Il gruppo dei Negramaro avrebbero richiesto un compenso di almeno 250mila euro e solo Caparezza 80mila, mentre per la nostra scelta parliamo di una cifra inferiore ai 100mila euro, tutto compreso. Di certo non avrei potuto invitare per la notte di Capodanno artisti di nicchia come Erica Mou o i Radicanto, che in un’occasione del genere avrebbero solo rimediato pomodori in faccia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sembra che D’Alessio sia stato rifiutato dalla città di Lecce.
Lecce ha rifiutato perché piazza Sant’Oronzo è troppo piccola e tra l’allestimento di un palco della grandezza di 30 metri e l’installazione di almeno 12 container, non avrebbe potuto ospitare più di 20mila spettatori. Altrimenti non avrebbe rinunciato a un evento che l’anno scorso ha ottenuto un auditel così elevato in televisione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Scegliere di adottare questa politica dei grandi eventi non significa rinunciare al finanziamento dei piccoli eventi e artisti locali?
Bari è una grande città e deve avere grandi ambizioni. È vero che non ci sono più i fondi sufficienti ma bisogna cercare di realizzare tanto il piccolo evento quanto il grande. Ma io non sono un dispensatore di risorse parassitarie nei confronti di “piccoli pulcini” che sono con il becco aperto nell’eterna attesa del cibo dalla mamma. Se i fondi non sono sufficienti io in quanto assessore sono vittima quanto gli artisti locali, che dovrebbero combattere al mio fianco contro i tagli alla cultura e non remare contro.
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Katia Moro
Katia Moro
I commenti
- Antonio Cornacchia - È un assessore alla cultura o un venditore di cozze?
- Mario - "Bari è una grande città e deve avere grandi ambizioni"...Per questo invitiamo Gigi D'Alessio.
- Ciccio Cappuccio - Maselli, sai benissimo che la piazza si riempirà di gentaglia. Un consiglio: fate molta attenzione all'ordine pubblico altrimenti, dovesse succedere qualche episodio spiacevole tipo il pestaggio dello scorso anno di Corso Vittorio Emanuele, mediaticamente vi faranno la pelle a te e ad Antonio De Caro. Tanti auguri
- Giovanni Gentile - Queste parole sono un oltraggio. Un'offesa a chi si fa strada da solo, senza appoggi e senza soldi, affidandosi solo al proprio talento e al proprio lavoro. Al contrario del nostro assessore, in politica e ammanicato da quando aveva 16 anni e miracolato da quell'altro aborto di giunta che fu la giunta Vendola
- radical chic - Questo Assessore sta dimostrando di: 1. non avere cultura e non conoscere la cultura 2. di non conoscere la parola MERITOCRAZIA. se fosse Assessore per merito, avrebbe dimostrato di avere un minimo di competenza e sensibilità per il territorio. Ma purtroppo lui è il frutto della Primavera Pugliese che fu. 3. di essere un figlio di papà, visto che considera le piccole realtà culturali "piccoli pulcini” che sono con il becco aperto nell’eterna attesa del cibo dalla mamma". Il dott. Maselli ha già dimenticato il bando, del tutto illegittimo, che il suo assessorato ha pubblicato sull'assegnazione dei contributi culturali 2015. Però gli scrocconi sono le associazioni, che con i suoi 4 spiccioli e nell'incertezza di poterli avere, devono realizzare eventi di "qualità".
- stefano servadio - solo e sempre con la cultura si combatte la delinquenza......
- miki - L'Assessore Maselli si è chiesto (ed anche De Caro) perchè la musica di D'Alessio piace soprattutto alla malavita??!!