di Cassandra Capriati e Mina Barcone

Lavoro, ''Garanzia Giovani Puglia'' un flop: 48mila richieste ma tutto tace
BARI - «Sono stanca di aspettare, è da aprile che attendo notizie, ma qui è solo un continuo rinviare, di settimana in settimana». Questo è lo sfogo della 24enne barese Marika, una dei tanti ragazzi iscritti al programma “Garanzia Giovani”,  un’iniziativa promossa dall’Unione europea e attuata in Italia dalle varie Regioni che ha come scopo quello di porre un tampone alla dilagante disoccupazione giovanile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

“Garanzia” offre (entro 4 mesi dalla richiesta) un’opportunità di formazione, di tirocinio o addirittura di impiego a ragazzi dai 16 ai 29 anni disoccupati e non impegnati in un altro percorso formativo o scolastico. Un progetto, lanciato nel maggio 2014, che in Puglia ha portato ad oggi all’iscrizione entusiasta di ben 48.021 ragazzi, attratti dall’idea di intascarsi (anche solo per un tirocinio) una sommetta che sfiora i 500 euro mensili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tuttavia mentre in altre regioni d’Italia l’iniziativa sembra essere stata avviata con successo, in Puglia le cose stanno andando molto male: a 14 mesi dall’avvio, i tanti “impedimenti” che si sono succeduti non hanno permesso ancora la realizzazione concreta del programma.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Andiamo con ordine, partendo dai Cpi (Centri per l’impiego) regionali, enti che si sono assunti il compito di valutare i profili dei soggetti che hanno fatto domanda. Qui si tratta di convocare e incontrare migliaia di persone: un impegno serio per il quale ci sarebbe bisogno di parecchio personale. Eppure in una città grande come Bari volete sapere quanti centri ci sono? Uno. Un unico ufficio dove due persone gestiscono tutto il “traffico” di domande provenienti dal capoluogo. Chiaro che i tempi di attesa per un colloquio diventano così lunghissimi. «Ho aderito all'iniziativa ad aprile, adesso siamo a luglio e ancora attendo la chiamata del Cpi», ci conferma la 20enne Mariangela.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

C’è però chi è stato più fortunato ed è riuscito comunque a superare questa fase, riuscendo a incontrare il personale del Cpi. Dopo essere stato “profilato” è stato quindi preso in carico da una Ats (Associazione temporanea di scopo), organismo che raggruppa  soggetti pubblici e privati (ne fanno parte enti di formazione, agenzie per il lavoro, scuole e università) con il compito di proporre ai ragazzi un percorso formativo o lavorativo. Di fatto le Ats fanno da tramite tra i giovani e le aziende: un ruolo molto delicato e importante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma anche qui, le buone intenzioni si sono scontrate con l’insufficienza nel numero delle associazioni, visto che ad ottobre scorso in tutta la Puglia figuravano solo 3 Ats. Troppo poche. È stato così necessario indire un nuovo bando, perdendo tanto tempo utile, per arrivare finalmente a marzo (dopo 10 mesi dall’attivazione del progetto) alle attuali 11 Ats presenti sul territorio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto bene quindi? Ora finalmente si potrà finalmente dare vita a “Garanzia Giovani”? Eh no, perché come spesso avviene in Italia, gli enti anche quando ci sono, lavorano male e spesso per colpa della burocrazia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«Dopo aver fatto il primo colloquio la mia Ats è completamente sparita – racconta il 19enne Michelangelo -. Ho chiamato il personale più volte per sollecitarlo a un nuovo incontro, ma mi hanno risposto che se voglio accorciare i tempi è più semplice che l’azienda me la trovi io. Ma non capisco: io mi sono rivolto a loro proprio per ricevere aiuto. Tutto questo è assurdo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il problema è che per far partire le varie attività c’è bisogno che la Regione Puglia attivi le procedure telematiche, così da consentire alle Ats di erogare i percorsi concordati con i giovani presi in carico, registrandoli in un sistema ad hoc e mettendoli ufficialmente in contatto con le aziende. Ma nonostante dal 20 maggio scorso sul portale della Regione ne sia stata annunciata l’attivazione, ad oggi la piattaforma telematica risulta ancora bloccata per la maggior parte dei servizi offerti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Continuano a dirci che a giorni le procedure saranno attivate, ma l’hanno annunciato così tante volte che ormai non ci crediamo più», afferma amareggiato il 28enne Nicola.  E c’è chi racconta episodi ancora più grotteschi, come il 27enne Enrico, che ci confida: «C’è un tempo limite entro il quale deve partire il tirocinio una volta firmato il patto con una determinata Ats e quindi di fatto io non posso firmare nulla perché rischio poi di dover rifare tutta la procedura dall’inizio. Ma c’è un termine anche per poter firmare una volta che si è parlato con l’Associazione temporanea di scopo. Risultato: io e la mia Ats continuiamo a registrare il nostro incontro e ogni volta che il termine per la firma sta per scadere, lo cancelliamo, ci rivediamo e registriamo il nuovo incontro. Andiamo avanti così da 3 mesi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Ci sono state delle difficoltà nel costituire la piattaforma informatica – ammettono dallo sportello informativo di Garanzia Giovani Puglia -. Certo, se tutta la procedura fosse stata prodotta in maniera cartacea probabilmente avremmo velocizzato l’iter, ma tant’è: occorre che i dati siano presenti sul sistema».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Così da mesi tanti ragazzi sono “sospesi”: non solo non sanno se e quando Garanzia Giovani finalmente regalerà loro l’opportunità che attendono, ma nel frattempo non possono neanche intraprendere altre attività lavorative, visto che come abbiamo detto per poter usufruire del programma bisogna risultare disoccupati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Esasperati dai continui rinvii, non sono pochi coloro che iniziano a pentirsi della scelta fatta e a rimpiangere di non aver colto altre occasioni. «Forse sarebbe stato meglio non rinunciare al servizio civile a favore di questa iniziativa: qui mi sembra che mi prendano solamente in giro», dichiara la 23enne Raffaella. E meno male che l’hanno chiamato “Garanzia”…


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Mina Barcone
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